La settima sezione della Corte di Appello di Napoli (presidente Giuseppe De Falco Giannone, consiglieri Patrizia Cappiello e Giuseppina Marotta) ha dichiarato inammissibile l’istanza di ricusazione presentata dalla procura nei confronti di Teresa Casoria, presidente del collegio della nona sezione del Tribunale davanti al quale è in corso il processo di calciopoli. La Corte ha ritenuto inammissibile l’istanza per «l’intempestività della dichiarazione, non depositata nei termini dei 3 giorni da nessuna delle udienze di riferimento in cui sarebbero stati tenuti gli atteggiamenti immediatamente percepibili come pregiudizievoli alle ragioni delle accuse». La ricusazione era stata proposta dai pm Narducci e Capuano per espressioni usate dal presidente Casoria nel processo che, secondo i pm, erano da interpretare come «una indebita anticipazione di un esito assolutorio del dibattimento».
Quattro erano i punti sottolineati dai pm. In una occasione la Casoria aveva affermato che il processo di calciopoli reca un intralcio al lavoro della sezione del tribunale «in effetti - aveva aggiunto - ci sono anche delle cause serie che devono essere rinviate per dare spazio... Più serie, dove ci sono gli imputati detenuti». Nelle altre circostanze il presidente del Tribunale aveva espresso un commento sulla deposizione resa in aula da un testimone dell’accusa («più o meno abbiamo già inquadrato il personaggio»), inoltre aveva sollecitato il pm a concludere in breve l’illustrazione della posizione della procura sulla estromissione delle parti civili dal processo («Va bene pubblico ministero senza che ci dilunghiamo troppo... E’ inutile che perdiamo tempo») e infine, a proposito dell’annullamento da parte della Cassazione del provvedimento di estromissione delle parti civili: «Non possiamo non rispettare, obtorto collo, la sentenza della Cassazione»).
La Corte di Appello ritiene infondata la ricusazione anche nel merito. Per i giudici le parole della Casoria non contengono «alcuna indebita valutazione negativa sulla rilevanza penale dei fatti», ma contengono «una mera valutazione in ordine allo spazio da dare al processo in rapporto alle esigenze di ruolo del collegio» con riferimento alla necessità di trattare altri processi che hanno carattere di priorità per la gravità dei reati contestati e perché a carico di imputati detenuti. Il processo riprenderà il 9 febbraio.
Nessun commento:
Posta un commento