Vi ricordate della famosa cena dei complotti, quella a casa Bergamo, tra i designatori e i dirigenti della Juve? Secondo l’accusa quella era la prova definitiva. Si erano riuniti per decidere il campionato a favore della Juventus. Oggi, in aula, il colonnello Auricchio però ha dovuto riconoscere che la cena è stata fatta dopo, I repeat: dopo, la vittoria matematica dello scudetto da parte della Juventus. Quindi, come direbbe Mughini, una cena per decidere il campionato un beato cazzo.
E per di più, in aula, ecco che cosa ha detto Auricchio
Auricchio: No, abbiamo dato rilievo a quella riunione per la presenza di Mazzini, non era tanto, riuniamoci per far vincere la Juve.
Giudice Casoria: Non era tanto? Quindi c’è scritto nell’informativa?
Auricchio: No, non l’abbiamo mai scritto.
Non so se è chiaro: non solo la Juve aveva già vinto il campionato, ma l’attenzione degli investigatori per quella cena "non era tanto" perché designatori e juventini si fossero riuniti per far vincere la Juventus. No, l’interesse degli investigatori era per il dirigente federale Mazzini. Epperò nell’informativa non l’hanno scritto: "No, non l’abbiamo mai scritto"
Il figlio di Facchetti si è giustamente indignato, con tanto di comunicato che domani vedrete sarà su tutti i giornali, perché non è vero che Facchetti ha detto "metti a Collina" in una delle intercettazioni diffuse nei giorni scorsi. Però si è dimenticato che in un’altra telefonata con Mazzei, designatore dei guardalinee, dice esplicitamente di mettere "il numero 1" degli arbitri, cioè Collina, e di fronte all’obiezione di Mazzei "come si fa, Giacinto, c’è il sorteggio", il presidente degli indossatori invita a non fare il sorteggio, cioè ad aggirare le regole federali.
Un tempo si sarebbe detto: gioco, partita, incontro.
C’è quest’ultima intercettazione, riportata nientemeno che dalla Pravda rosa (23 dicembre 2004):
"Facchetti: "Se tu chiami Moratti…son stato l… anche ieri da lui …abbiamo parlato".
Bergamo: "Io non ho più il suo numero, se tu me lo dai… infatti ricordi…ne avevamo parlato".
Facchetti: "Sì dai perchè voleva…se passi di qui un giorno…".
Bergamo: "Ma dov’è è a Forte?"
Facchetti: "In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perchè aveva là un regalino da darti".
Bergamo: "Volevo sentirlo anche così anzi avevo piacere anche di incontrarlo, di incontrarvi, insomma per fare così qualche riflessione insieme".
Facchetti: "E va bene".
Bergamo: "È una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…perchè insomma la squadra non merita la posizione che ha…".
Facchetti: "Sono stati dodici pareggi incredibili…"
E’ una prova di corruzione? Certo che no. Ma provate a pensare che cosa sarebbe successo se Moggi avesse detto al designatore degli arbitri di passare in sede che c’era un regalino per lui e il designatore gli avesse risposto che la situazione di classifica per la squadra di Moggi era ingiusta e ci avrebbe pensato lui a raddrizzarla. Pensateci.
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