Che il presidente abbia chiuso l'udienza odierna ricordando che, martedì 20 aprile 2010, produrrà un'ordinanza ad hoc in cui verranno accettate le 75 telefonate e i tabulati di oltre tremila contatti che i legali di Moggi hanno sbobinato tra le 171mila di Calciopoli e che riguardano dirigenti di società sportive anche non entrate nel procedimento nel 2006, non fa una piega; la scritta che capeggia (foto) alle spalle del giudice Teresa Casoria è abbastanza chiara a tutti.
Che l'orientamento sia quello di acquisirle come prove mi sembra altrettanto logico.
Questo, e sicuramente altro, è il succo della giornata appena trascorsa all'interno dell'aula 216 della XI sezione penale del Tribunale di Napoli.
Alcuni passaggi, però, meritano la nostra attenzione e di tutti coloro che, sommariamente, giudicarono nell'estate del 2006 la Juventus e la sua dirigenza.
1) alla lettura della trascrizione della telefonata tra Facchetti (ex presidente dell'Inter) e Paolo Bergamo (ex designatore arbitrale), solo lettura della trascrizione perché in aula non è stato concesso l'ascolto dell'audio, la difesa di Moggi domanda al teste come mai quella telefonata, in cui e giusto per cronaca si evince chiaramente Facchetti parlare delle griglie, non è stata inserita nell'informativa. "Non è stata ritenuta valida dal punto di vista investigativo" (Attilio Auricchio). Il commento di Trofino, in un'aula incredula e sarcastica, è stato inevitabile: "Ah, e invece avete ritenuto importanti le telefonate fatte da casa di Bergamo nelle quali le mogli parlavano del menu della cena...";
2) il giudice Teresa Casoria, dopo che l'avvocato Maurilio Prioreschi ha chiesto di acquisire agli atti 75 telefonate, più 2 cd con 3000 telefonate ai designatori arbitrali, Mazzini e altri imputati in associazione a delinquere fatti dai centralini di altri club e dai cellulari di dirigenti finora non coinvolti, ha detto al pm Giuseppe Narducci (il pubblico ministero che dichiarò: "Piaccia o non piaccia..."): "Le telefonate mi sembrano rilevanti";
2) il giudice Teresa Casoria, dopo che l'avvocato Maurilio Prioreschi ha chiesto di acquisire agli atti 75 telefonate, più 2 cd con 3000 telefonate ai designatori arbitrali, Mazzini e altri imputati in associazione a delinquere fatti dai centralini di altri club e dai cellulari di dirigenti finora non coinvolti, ha detto al pm Giuseppe Narducci (il pubblico ministero che dichiarò: "Piaccia o non piaccia..."): "Le telefonate mi sembrano rilevanti";
3) pare, il 20 aprile ne sapremo di più, che altre undici società di calcio avessero rapporti di abitualità con i designatori, smontando, di fatto, quella che allora venne definita la "cupola moggiana";
In una Napoli piovosa si è conclusa una giornata che diverrà fondamentale per gli esiti futuri di Calciopoli. La tesi della difesa è stata quella di smontare il teorema accusatorio del colonnello Auricchio e portare in aula davanti al giudice Teresa Casoria altre intercettazioni che dimostrerebbero come anche altri club parlavano con gli arbitri. "Sono state sbugiardate tante cose dette in precedenza", ha commentato a fine udienza Luciano Moggi, rimandando al 20 aprile altre ed inedite telefonate, riferibili, secondo quanto trapelato dalla difesa, ad Inter e Milan. Per i pm, invece, le nuove trascrizioni non cambiano nulla, anzi, il pm Giuseppe Narducci ha voluto sottolineare: "E se qualcuno le ritiene inopportune e disdicevoli sul piano morale e dei comportamenti, diciamo che noi ragioniamo sui reati"; come ad esempio, aggiungo, mettersi daccordo sulla cena di Natale.
La chiusura la dedico al presidente dell'Inter, Massimo Moratti, che, rispondendo ad una domanda di un cronista di Sky all'uscita dagli uffici della Saras, ha dichiarato: "Non ho seguito, non ho avuto tempo per farlo".
D'altronde, in un lunedì piovoso e freddo, forse, non era il caso di seguire quello che ha sempre saputo.
Su GLMDJ gli interventi di giornata:
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