La maxitransazione da 100 milioni con il Fisco per l'eredità occulta dell'Avvocato Agnelli e per l'opa Exor del 1999, che avrebbero procurato un tesoretto di circa 1,4 miliardi all'estero, sta creando malumori fra i numerosi rami della famiglia torinese, riuniti nell'accomandita Giovanni Agnelli & C. sapa.
Tanto è vero che la prossima settimana, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza da fonti autorevoli, si terrà a Torino un board informale dell'accomandita, una sorta di summit ristretto dei rappresentanti delle varie famiglie in cui si è ramificata la discendenza Agnelli.
Sicuramente parteciperà il presidente di Exor e dell'accomandita, John Elkann, che con la Dicembre ss ne è anche il primo azionista con oltre il 30%, quasi certamente gli uomini vicini all'Avvocato come Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti, quindi gli esponenti delle famiglie Agnelli, Rattazzi, Nasi, Camerana, Furstenberg.
Elkann dovrà spiegare i dettagli dell'accordo con il Fisco e le modalità di pagamento. Che rischia di incidere sull'utile del 2010 e di conseguenza sul flusso di dividendi che dall'accomandita arrivano direttamente agli circa cento familiari accomandanti.
Secondo l'accordo transattivo con il Fisco (tecnicamente un'adesione) la somma sarà divisa a metà fra l'accomandita e le eredi dirette dell'Avvocato cioè la moglie Marella Caracciolo e la figlia Margherita Agnelli (circa 25 milioni a testa).
Lo scorso 30 ottobre 2009, in seguito alle carte consegnate al Fisco da Margherita nell'ambito della contesa con la madre e il figlio John sul presunto tesoro nascosto dell'Avvocato, gli ispettori di Attilio Befera avevano redatto un verbale di constatazione evidenziando presunte violazioni fiscali.
Ora, dopo Ferragosto, c'è stato l'accordo fra le parti che chiude ogni pendenza legata sia all'evasione dell'imposta di successione per la parte non dichiarata (per Marella e Margherita), sia le violazioni fiscali legate all'opa. Sarà l'accomandita a versare la quota più alta, appunto 50 milioni circa.
Ed è una cifra che sta facendo venire qualche mal di testa all'interno del composito clan Agnelli, proprio per il peso che può avere sui conti della sapa e per i riflessi anche penali che l'ispezione del Fisco ha determinato: l'agenzia delle entrate ha infatti girato le risultanze della verifica fiscale alla procura di Milano, dove il pm Eugenio Fusco sta indagando proprio sugli aspetti legati all'opa sull'allora Exor sa.
Nel 2009 l'accomandita, che ha come attività le partecipazioni nell'attuale Exor spa (nata sulle ceneri di Ifi e Ifil) e nella più piccola Old Town sa, ha registrato utili per 35,7 milioni, in rialzo dai 22,7 milioni del 2008. Di questi, sono finiti ai soci sotto forma di dividendi circa 24 milioni.
La sanzione verso il Fisco impatterà certamente sui conti 2010 (considerando che gli utili del prossimo anno non dovrebbero discostarsi molto da quelli del 2009), visto che come disponibilità liquide a fine 2009 l'accomandita aveva 5 milioni circa.
Per far fronte all'esborso, che comunque avverrà a rate, nei piani dell'accomandita ci sarebbe da un lato un maggior ricorso all'indebitamento bancario, oggi pari a 80 milioni a fronte di 1,4 miliardi di patrimonio, e verosimilmente una riduzione dell'ammontare dei dividendi l'anno prossimo.
Ma Elkann dovrà anche spiegare bene a cugini e parenti vari come mai si è scelto di addivenire a un accordo con il Fisco per una questione che risale a quasi dieci anni fa, e come mai non siano scattate le prescrizioni previste dalla normativa fiscale.
Il peso per l'accomandita sarà insomma significativo, anche perché nel bilancio 2009, proprio in ragione della lontananza nel tempo dei fatti oggetto di contestazione, non erano stati disposti accantonamenti. Insomma, tutto il peso (o comunque gran parte di esso) ricadrà sul bilancio 2010. E sui dividendi ai familiari.
Fabrizio Massaro per "Milano Finanza"
Fabrizio Massaro per "Milano Finanza"
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