Quando le prime luci illuminarono il caso, e il personaggio, qualcosa di distorto mi parve immediato. Ma come, mi domandai, ora un semplice cittadino, sicuramente dotato di voglia di verità e giustizia, se ne esce con un libro per denunciare quello che è sotto gli occhi di molti, da anni? Non mi piacquero, né i tempi né tanto meno quella sorta di reality televisivo messo in piedi per denunciare la malavita.
Pensai: vuoi vedere che qualcuno da fastidio a qualche altro? Vuoi vedere che si sta usando la televisione per mettere fine a qualcosa di comunque criminale? E chi di dovere cosa fa? Perché un personaggio come Saviano ha preso il posto di chi dovrebbe indagare, di chi dovrebbe ammanettare, e giustamente processare?
Il pensiero, immediato, è tornato indietro di quattro anni, a quel'11 aprile del 2006. Il caso, altrettanto malavitoso, è stato precursore di quanto si è svolto ieri: l'arresto, nessuna resistenza, nessun'arma, forse un po' meno sorridente, in un'ubicazione spartana, da "invisibile". Dalla Polizia, non dai Carabinieri.
Ieri: Iovine arrestato, da "invisibile", a Casal di Principe, in una villa, disarmato e sorridente.
Ma ancora una volta dalla Polizia, non dai Carabinieri. Un "dettaglio", per quel che mi riguarda, di non poco conto.
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