Apro in questa prima domenica di primavera uno spazio dedicato alla San Remo che fu, alla sua storia, con immagini di cartoline che ci ricordano il periodo in cui vennero edificati mirabili edifici e ville, principalmente in stile liberty, e del passaggio, a fine '800, dall'agricoltura basata sugli agrumeti, molto fiorente, alla floricoltura. In questo primo appuntamento ho voluto mettere in risalto il Parco di Villa Ormond (foto), una perfetta immagine del perché San Remo attraeva, con il suo verde e il suo mare, personaggi importanti dell'epoca da tutto il mondo. Ringrazio anticipatamente "San Remo in cartolina", che grazie al lavoro di ricerca mi fornirà il materiale fotografico per questo spazio di approfondimento storico.
Michel-Louis Ormond (1828–1901), proprietario di una manifattura di sigari, uomo politico ed imprenditore svizzero, amante delle arti, e la moglie Marie Margherite Renet (1847–1925), francese, poetessa, avevano acquistato nel 1875 Villa Rambaldi, costruita da Giovenale Gastaldi Senior, circondata da un bel terreno fittamente coltivato ad olivi. Il 25 febbraio del 1887, Sanremo fu colpita da un forte terremoto che distrusse la frazione di Bussana, uccise molte persone a Baiardo e provocò gravi danni anche in città. Il signor Ormond si prodigò nel soccorso alle popolazioni colpite, tanto da meritare la Croce di Cavaliere dell’Ordine Mauriziano conferitagli dal Re Umberto I, mentre il figlio Louis-Francis ebbe un’attestato di pubblica Benemerenza dal Ministro degli Interni.
Villa Rambaldi fu anch’essa danneggiata dal sisma e gli Ormond decisero di costruire una nuova dimora, trasferendosi nell’adiacente Villa Dufour. Della nuova abitazione si curarono personalmente i proprietari, mettendo in opera le proprie, vaste, conoscenze artistiche.
Con l’architetto ginevrino Emile Réverdin, fu ideata una villiche che, posta al limite alto e non al centro, facesse cornice e corona allo splendido, digradante, giardino all’inglese che sostituiva l’uliveto. Si attuò una costruzione estesa in lunghezza, con solo un piano rialzato su di un ampio piazzale raggiunto da sinuosi viali che abbracciavano il parco e da scalinate che si intrecciavano. Tutto il corpo dell’edificio era percorso da un’ampia terrazza aperta sul panorama, con ripari costituiti, ai lati, da due logge di sapore rinascimentale, e da un pronao in corrispondenza dell’ingresso. L’atmosfera da Cinquecento Fiorentino era confermata dai soffitti a cassettoni policromi, delle vaste sale interne e dallo stile dell’arredamento. In un ampio salone, fu splendidamente sistemato un camino proveniente dal castello dei Doria di Dolceacqua. Il cosmopolita Ormond per costruire la sua villa fece giungere le pietre da una cava dei dintorni di Tolone, i vetri istoriati dalla minifattura di Saint-Gobain. Le decorazioni delle pereti furono eseguite da pittori ginevrini e le tappezzerie tessute a Genova e Lione, copiando antichi modelli. Inaugurata nel giugno del 1890, la villa fu frequentata da politici e statisti svizzeri e francesi e da molti artisti, specie pittori elvetici. Louis Francio sposò Violet Srgent, ed i loro sei figli nacquero tutti nella villa, che restò in possesso degli Ormond sino alla scomparsa, nel 1925, di Marie Margherite, rimasta nel frattempo vedova. Posta in vendita la proprietà destò immediato interesse in un benestante svizzero, amico di famiglia, ammiratore delle bellezze della villa. L’avvocato Giovanni Revelli, incaricato di portare avanti la trattativa, già da più di mezzora attendeva davanti alla chiesa degli Angeli, all’angolo con via Marsaglia il cliente elvetico, che un contrattempo tratteneva altrove. Vincenzo Asseretto, della nota famiglia di floricoltori, fermatosi a salutare, saputa la causa del prolungato sostare e del malumore dell’amico, convenne con lui che era un vero peccato che un così bel parco restasse proprietà privata, in un momento in cui con ogni mezzo si cercava di abbellire Sanremo, per rilanciarla dopo la crisi post-bellica. Quando fu chiaro che lo svizzero non sarebbe venuto all’appuntamento, i due sanremese si recarono direttamente nella vicina sede del Comune, in Piazza Nota, ed esposero all’ingegner Capponi, originario di Alaggio, funzionario comunale, l’idea della possibile acquisizione della proprietà Ormond. Il banale, ma per la città, fortunato ritardo del possibile compratore, fece sì che fosse aperta una trattativa che, nel 1928, portò Pietro Agosti, da un anno divenuto podestà, a perfezionare l’acquisto per il Comune di Sanremo della Villa Ormond con il suo vasto parco, sopra e sottostrada, per la cifra di tremilioni di lire. Altri due milioni vennero spesi per costruire il padiglione delle esposizioni e rendere accessibile al pubblico il giardino, al fondo del quale fu sistemata la vasta fontana, disegnata dalle stesso Agosti.
Michel-Louis Ormond (1828–1901), proprietario di una manifattura di sigari, uomo politico ed imprenditore svizzero, amante delle arti, e la moglie Marie Margherite Renet (1847–1925), francese, poetessa, avevano acquistato nel 1875 Villa Rambaldi, costruita da Giovenale Gastaldi Senior, circondata da un bel terreno fittamente coltivato ad olivi. Il 25 febbraio del 1887, Sanremo fu colpita da un forte terremoto che distrusse la frazione di Bussana, uccise molte persone a Baiardo e provocò gravi danni anche in città. Il signor Ormond si prodigò nel soccorso alle popolazioni colpite, tanto da meritare la Croce di Cavaliere dell’Ordine Mauriziano conferitagli dal Re Umberto I, mentre il figlio Louis-Francis ebbe un’attestato di pubblica Benemerenza dal Ministro degli Interni.
Villa Rambaldi fu anch’essa danneggiata dal sisma e gli Ormond decisero di costruire una nuova dimora, trasferendosi nell’adiacente Villa Dufour. Della nuova abitazione si curarono personalmente i proprietari, mettendo in opera le proprie, vaste, conoscenze artistiche.
Con l’architetto ginevrino Emile Réverdin, fu ideata una villiche che, posta al limite alto e non al centro, facesse cornice e corona allo splendido, digradante, giardino all’inglese che sostituiva l’uliveto. Si attuò una costruzione estesa in lunghezza, con solo un piano rialzato su di un ampio piazzale raggiunto da sinuosi viali che abbracciavano il parco e da scalinate che si intrecciavano. Tutto il corpo dell’edificio era percorso da un’ampia terrazza aperta sul panorama, con ripari costituiti, ai lati, da due logge di sapore rinascimentale, e da un pronao in corrispondenza dell’ingresso. L’atmosfera da Cinquecento Fiorentino era confermata dai soffitti a cassettoni policromi, delle vaste sale interne e dallo stile dell’arredamento. In un ampio salone, fu splendidamente sistemato un camino proveniente dal castello dei Doria di Dolceacqua. Il cosmopolita Ormond per costruire la sua villa fece giungere le pietre da una cava dei dintorni di Tolone, i vetri istoriati dalla minifattura di Saint-Gobain. Le decorazioni delle pereti furono eseguite da pittori ginevrini e le tappezzerie tessute a Genova e Lione, copiando antichi modelli. Inaugurata nel giugno del 1890, la villa fu frequentata da politici e statisti svizzeri e francesi e da molti artisti, specie pittori elvetici. Louis Francio sposò Violet Srgent, ed i loro sei figli nacquero tutti nella villa, che restò in possesso degli Ormond sino alla scomparsa, nel 1925, di Marie Margherite, rimasta nel frattempo vedova. Posta in vendita la proprietà destò immediato interesse in un benestante svizzero, amico di famiglia, ammiratore delle bellezze della villa. L’avvocato Giovanni Revelli, incaricato di portare avanti la trattativa, già da più di mezzora attendeva davanti alla chiesa degli Angeli, all’angolo con via Marsaglia il cliente elvetico, che un contrattempo tratteneva altrove. Vincenzo Asseretto, della nota famiglia di floricoltori, fermatosi a salutare, saputa la causa del prolungato sostare e del malumore dell’amico, convenne con lui che era un vero peccato che un così bel parco restasse proprietà privata, in un momento in cui con ogni mezzo si cercava di abbellire Sanremo, per rilanciarla dopo la crisi post-bellica. Quando fu chiaro che lo svizzero non sarebbe venuto all’appuntamento, i due sanremese si recarono direttamente nella vicina sede del Comune, in Piazza Nota, ed esposero all’ingegner Capponi, originario di Alaggio, funzionario comunale, l’idea della possibile acquisizione della proprietà Ormond. Il banale, ma per la città, fortunato ritardo del possibile compratore, fece sì che fosse aperta una trattativa che, nel 1928, portò Pietro Agosti, da un anno divenuto podestà, a perfezionare l’acquisto per il Comune di Sanremo della Villa Ormond con il suo vasto parco, sopra e sottostrada, per la cifra di tremilioni di lire. Altri due milioni vennero spesi per costruire il padiglione delle esposizioni e rendere accessibile al pubblico il giardino, al fondo del quale fu sistemata la vasta fontana, disegnata dalle stesso Agosti.
Villa Ormond è oggi sede di congressi e mostre, ed ospita l’Istituto Internazionale Umanitario.
Nessun commento:
Posta un commento