Rolling Stone, attraverso i propri lettori, ha indetto un sondaggio sulle dieci migliori canzoni degli anni sessanta, una votazione che ha messo in luce chi, in quegli anni, ha realmente gettato le basi per quella che sarà per sempre considerata la musica che ha cambiato il mondo, il modo di farla e di ascoltarla.
Al decimo posto si sono classificati i Beach Boys, con la romantica "God Only Knows". Jimi Hendrix ha fatto sua la nona posizione, con la mitica cover di Bob Dylan, "All Along The Watchtower", ripresa anche più recentemente dagli U2. Ottavo posto per i grandissimi Led Zeppelin e la loro "Whole Lotta Love", originariamente concepita come un omaggio alla leggenda del blues di Willie Dixon e il suo "You Need Love", 1962. Settimo posto per "Hey Jude" dei Beatles, canzone scritta da Paul McCartney per il figlio di John Lennon, Julian, per come ha affrontato il dolore del divorzio dei suoi genitori. I Doors si sono presi una meritatissima sesta posizione con la mitica "Light My Fire", scritta nel 1967 dal chitarrista Robbie Krieger e che rimane, nella pur breve carriera del gruppo, la composizione più famosa della band. Prime cinque posizioni aperte da "My Generation", scritta nel 1966 da Pete Townshend, chitarrista, compositore e attore britannico, noto principalmente per essere uno dei componenti degli Who. Quarta posizione occupata dal gruppo che ha rivoluzionato il modo di fare rock, dando una grande svolta alla musica già con i primi dischi, ponendo in risalto le chitarre, con ritmi semplici ma incisivi, unendo blues e puro rock garage; tutto appariva incredibilmente giovane e fresco, tanto che già nel 1965 centinaia di gruppi seguivano le loro orme, le orme dei Rolling Stones. "Gimme Shelter" il brano, grezzo e violento, come successivamente affermato da Jagger: "The Vietnam War. Violence on the screens, pillage and burning. ['Gimme Shelter'] is a kind of end-of-the-world song, really. It's apocalypse; the whole record's like that."; ascoltatevi il "solo" di Merry Clayton, qualcosa che entra e rimane per sempre. E se "Gimme Shelter" non poteva non fare parte di questa classifica, figuriamoci, ancora targato Rolling Stone, se poteva rimanere fuori "Satisfaction", così definito da Mick Jagger: "It's a signature tune, really, rather than a great, classic painting, 'cause it's only like one thing – a kind of signature that everyone knows. It has a very catchy title. It has a very catchy guitar riff. It has a great guitar sound, which was original at that time. And it captures a spirit of the times, which is very important in those kind of songs.".
Ancora Beatles, questa volta in seconda posizione, con "A Day In The Life", raccontato così da Lennon nel 1970: "Paul and I were definitely working together, especially on 'A Day In The Life' ... The way we wrote a lot of the time: you'd write the good bit, the part that was easy, like 'I read the news today' or whatever it was, then when you got stuck or whenever it got hard, instead of carrying on, you just drop it; then we would meet each other, and I would sing half, and he would be inspired to write the next bit and vice versa. He was a bit shy about it because I think he thought it's already a good song.".
L'estate del 1965, però, rimarrà per sempre impressa nella mente di chi, per la prima volta, ascoltò la più grande canzone di tutti i tempi, e non solo degli anni sessanta: "Like A Rolling Stone", Al Kooper all'organo, Mike Bloomfield alla chitarra e Bob Dylan alla voce.
Il periodo d'oro della musica Rock, e non solo, si porta dietro, oltre alla classifica redatta dal pubblico del Rolling Stone, il successo del festival di Woodstock, nell'estate del 1969, che fu la consacrazione della nuova cultura giovanile: mezzo milione di persone si riunì per tre giorni, ritrovandosi a condividere, grazie a un grandioso concerto, passioni politiche, gioie e problemi nel segno del folk di Joan Baez e Bob Dylan (anche se non partecipò al festival), ma anche e soprattutto della nuova musica rock (The Who, Jimi Hendrix, Ten Years After, ecc.).
Nell'underground americano nacquero alcuni tra i più grandi esponenti del rock, come Captain Beefheart, Frank Zappa e Tim Buckley. Definibili come "i tre freak" dato il loro modo di fare, modificarono il rock fino a renderlo una musica universale: Captain Beefheart (un ottimo cantante rock), soprattutto nel suo capolavoro Trout Mask Replica, non teneva conto dell'armonia e delle regole convenzionali che caratterizzavano allora la musica, tanto che alcuni suoi brani erano privi di un ritmo definito, altri chiaramente stonati, e la sua voce veniva utilizzata in maniera grottesca; Frank Zappa miscelò tutti i generi musicali inventati nel XX secolo: jazz, rock, blues, elettronica, il tutto influenzato a volte dal suo amico, nonché rivale, Captain Beefheart. Tim Buckley, uno fra i più apprezzati cantanti rock mai esistiti, con la sua voce dal timbro caratteristico, diede del rock una sua versione cerebrale e malinconica. Captain Beefheart fu il primo musicista che compose alcune opere giudicate come capolavori (Trout Mask Replica, Safe As Milk, Mirror Man) senza essere un intellettuale, tanto che spesso oggi rimane incompreso, così come Tim Buckley. Oggi nessuno dei tre è più attivo musicalmente: Captain Beefheart si è ritirato dalle scene musicali nella metà degli anni ottanta dedicandosi alla pittura (divenendo uno dei più grandi pittori dell'arte contemporanea), Frank Zappa morì di cancro nel 1993 e Tim Buckley morì di overdose negli anni settanta, lasciando al mondo un figlio che non conobbe mai, Jeff Buckley.
Tra gli "intellettuali" del rock si possono annoverare i Velvet Underground. Lou Reed, autore dei testi, chitarrista e cantante, John Cale, violista e bassista, Sterling Morrison, chitarrista, e Maureen "Moe" Tucker, geniale donna batterista, formarono questa band che cambiò radicalmente la definizione di rock. Autori di soli 4 album, i Velvet Underground scrissero due pietre miliari del rock, The Velvet Underground & Nico e White Light/White Heat. The Velvet Underground & Nico venne ignorato dalla critica del tempo, essendo al di fuori di tutti i canoni del rock, e il suo merito fu riconosciuto decenni più tardi. Dopo questi due album Lou Reed cacciò dalla band John Cale accusandolo di accanito sperimentalismo (Heroin ne è un esempio, con assolo caotico, rumoroso, paranoico, dissonante di viola elettrica), e Cale venne sostituito con un organista meno "problematico". I Velvet Underground si sciolsero nella prima metà degli anni settanta; si riformarono negli anni novanta in occasione di alcuni concerti dal vivo, ma dopo la morte del chitarrista Sterling Morrison si sciolsero definitivamente.
Da non trascurare i Doors, storico gruppo rock californiano autore di indimenticabili melodie e testi interessanti anche da un punto di vista letterario e poetico, grazie al genio di Jim Morrison, voce del gruppo. Da ascoltare l'esordio omonimo, il successivo Strange Days, Waiting For The Sun, senza perdere l'album della rinascita, dopo un The soft parade" non tanto apprezzato dalla critica, Morrison Hotel, che contiene la stupenda Roadhouse blues . Indimenticabile l'ultimo lavoro in studio di registrazione della band, che prende il nome "L.A. Woman", l'ultimo omaggio poetico e triste di Jim Morrison alla città di Los Angeles.
Una menzione particolare, se non altro per l'estrema longevità, merita un gruppo dell'Illinois attivo dal 1967, i REO Speedwagon, la cui melodia - a giudizio di molti critici - si ritiene esser diretta antesignana del Pop Rock.
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