Sul New Yorker, l'intellettuale liberal Steve Coll (della New America Foundation) spiega perché i familiari delle vittime dell'11 settembre e l'America stessa dovrebbero portare a giudizio il governo di Islamabad; John Brennan, il consigliere antiterrorismo di Obama (era il numero 2 della Cia di Tenet/Bush), ha detto che è inconcepibile pensare che Bin Laden non avesse il sostegno del Pakistan; secondo il Los Angeles Times, il codardo islamico che si è fatto scudo col corpo di una delle donne presenti nel compound di Bin Laden era Bin Laden e la donna era sua moglie. La donna è morta. Ma per fortuna anche il codardo Osama; Salman Rushdie scrive che il Pakistan è uno stato terrorista; il Washington Post si chiede: "A big, as yet unanswered question: Did the information about the courier come from “enhanced interrogation techniques” during the Bush administration that Obama later condemned?"; Camillo da tre anni cerca di spiegare che Obama non è né un pappamolla né un traditore della sinistra sulle questioni di sicurezza nazionale, ma un continuatore delle politiche antiterrorismo e dell'architettura giuridica post 11 settembre create da Bush; il presidente pakistano Ali Zardari sul Washington Post di oggi dichiara che il Pakistan ha fatto la sua parte.
Qui, invece, il gabinetto di guerra di Obama aspetta notizie dall'operazione anti Bin Laden, e allora mi chiedo: ma perché l'hanno voluto morto?
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