L’avvocato Pino Vitiello ha vergato, col collega Russo e l’avvocato Michele Briamonte, una memoria di 120 pagine.
"La difesa juventina deve chiarire un fatto prima di tutto: il rapporto tra Moggi e il club. La Juve non crede che i suoi ex tesserati abbiamo commesso illeciti. Nel caso eventuale, e sottolineo eventuale che così sia giudicato, dobbiamo far presente che Moggi alla Juve era il direttore generale e non il legale rappresentante. Il dg deve coordinare il lavoro della squadra e delle strutture non certo esterne. Eppoi in cosa consisterebbe questa frode, nel condizionare il sorteggio arbitrale? E che cosa c’entra la Juve con questo? Eppoi, può mai essere questo un motivo di illecito? Noi diciamo di no, decisamente: qui nessuno contesta il condizionamento dei risultati, è quello e solo quello che sostanzia la frode pretesa. Quanto all’associazione per delinquere, dove sarebbe la minaccia all’ordine pubblico, requisito previsto dalla legge come elemento fondante del reato? Non abbiamo visto risse negli stadi per le eventuali, e ripeto eventuali, frodi sportive. Insomma: è inesistente il fatto illecito e inesistenti sono i danni pretesi dalle parti civili che hanno sbagliato più volte in punta di diritto: non ci hanno notificato più volte le loro tesi, impedendoci per mesi di poterci dividere. Negli atti di questo processo non troverete nessun collegamento tra Juve e i fatti contestati pretesi come illeciti. Non potevamo essere più attivi prima perché la nostra era ed è una difesa in punta di diritto e perché noi contestiamo il fatto stesso di essere in questo processo, viste le numerose irregolarità commesse per tenerci qui dentro. Io difendo i fatti e dico che non ci sono elementi per sostenere un illecito penale. E questo vale per tutti gli imputati di un’associazione che non esiste. E anche nel caso Moggi avesse commesso eventuali, ripetiamo eventuali illeciti, dove sono gli atti che questo venisse a vantaggio della più titolata squadra d’Italia?".
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