..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 5 luglio 2011

ONESTI / 1

Per cinque anni, cinque interminabili anni, abbiamo sentito ripetere fino alla noia di scudetto dell'onesta, di calcio pulito, dell'eliminazione, per il bene di tutti, di una banda di truffatori che aveva impedito, agli altri, di conseguire sul campo vittorie che sarebbero state più che legittime. Cinque anni passati a leggere una stampa di regime asservita a quel sentimento popolare entrato a far parte, a chiare lettere, nelle sentenze dei vari Francesco Saverio Borrelli e Cesare Ruperto. Cinque anni in cui c'è stato raccontato che l'unica squadra ad aver intrattenuto rapporti di abitualità con i rappresentanti dell'AIA era stata la Juventus. Cinque anni di falsità propinate a tutti coloro che del giuoco del calcio ne hanno sempre fatto motivo di svago e di passione.

Oggi sono emerse, in grave e delittuoso ritardo, le motivazioni secondo cui tutti intrattenevano rapporti con designatori e arbitri. Tutti, e non solo la Juventus. Ma il fatto più grave, a prescindere dalla prescrizione (della quale non mi interessa un bel niente), e che Palazzi, oggi, scrive chiaramente che l'Inter risulta essere l'unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo (pag.57), e che assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare disputate dall'Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra (pag.58).
Di conseguenza l'Ufficio Federale ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione, oltre che dei principi di cui all'art. 1, comma 1, CGS, anche dell'oggetto protetto dalla norma di cui all'art. 6, comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale F.C., mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale, in violazione del previgente art. 6, commi 1 e 2, CGS, in vigore all'epoca dei fatti ed oggi sostituito dall'art. 7, commi 1 e 2 del CGS (pag.61).
Eppure c'è chi, ancora oggi, ha la faccia di scrivere queste parole: "Se le intercettazioni emerse grazie ai legali di Moggi dalla farraginosa istruttoria di Napoli fossero state in suo possesso nel 2006, l’Inter sarebbe stata sicuramente deferita e probabilmente condannata alle stesse pene del Milan. Non a quelle della Juve, al centro "di un vero e proprio sistema organizzato"". Peccato che quelli di "tutto il rosa della vita" dimentichino alcuni particolari: a) La Juve è stata condannata per aver violato più volte l’articolo 1 sulla lealtà sportiva, giurisprudenzialmente trasformato dalla procura di Francesco Saverio Borrelli e dai giudici scelti da Guido Rossi in nome del "sentimento popolare" in un illecito sportivo "strutturale". Cioè, non c’è stata nessuna partita truccata. Nessun arbitro è stato comprato. Nessun sorteggio è stato manipolato; b) L’Inter è accusata da Palazzi di aver violato più volte l’articolo 1 sulla slealtà sportiva, esattamente come la Juve. Già questo potrebbe, di per sé, configurare lo stesso reato strutturale appioppato alla Juventus. Ma non è finita qui. Palazzi accusa l’Inter anche di aver commesso illeciti sportivi (diretti, non strutturali) ex articolo 6.

Seguiranno aggiornamenti...

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