Michel Platini lo predica da tempo: creare un calcio più sostenibile, in linea con i principi del Fair Play Finanziario. Un calcio che garantisca equità tra i club di tutta Europa, un calcio che si rifaccia a quei principi dove tutti possano partecipare alla stessa competizione partendo alla pari. Ma è davvero così?
A Manchester, sponda City, le cose sembrano non andare proprio così, e l'ultimo fatto racconta come si sia molto distanti da quanto sostenuto dal Presidente dell'Uefa. Manchester City ed Etihad Airlines hanno legato i propri marchi per i prossimi 10 anni, con circa 400 milioni di euro che verranno versati nelle casse del club di Roberto Mancini (150 dei quali sono legati alla modifica del nome dello stadio, d'ora in poi l'Etihad Stadium). Il problema? La compagnia aerea di bandiera degli Emirati Arabi Uniti è di proprietà del governo locale e il Manchester City è dello sceicco Mansour bin Zayed, un membro della famiglia reale degli Emirati. In pratica un auto-sponsorizzazione, che dati alla mano metterebbe in serio pericolo tutto il concetto di fair-play finanziario. Un portavoce dell'Uefa ha così commentato: "L'Uefa si affiderà a degli esperti finanziari per valutare se la misura di queste sponsorizzazioni sia effettivamente corretta.".
L'Indipendent ha così dato voce al commento di un responsabile della tifoseria organizzata dell'Arsenal, che ha definito questa situazione come "una partita di calcio in cui una squadra gioca rispettando la regola del fuorigioco, mentre l'altra sceglie di ignorarla".
Ora la domanda è abbastanza semplice: l'indagine dell'Uefa riuscirà a bloccare i grandi progetti del Manchester City targato Etihad? Io un'idea già ce l'ho, e ha le sembianze di un vaso col buco.
Nessun commento:
Posta un commento