S'è chiusa la finestra estiva di mercato, e finalmente tra dieci giorni si apriranno nuovamente gli stadi, per mettere in pratica quanto fatto sulla carta e nelle sedi preposte. Al termine di un lunghissimo periodo di trattative, che poi mi domando a cosa possano servire due mesi di calciomercato quando il grosso degli affari s'è concluso nelle ultime quarantotto ore, sono arrivati in casa Arsenal ben nove volti nuovi: Per Mertesacker, Park Chu-Young, Andre Santos, Alex Oxalade-Chamberlain, Carl Jenkinson, Gervinho, Ryo Miyaichi, Yossi Benayoun e Mikel Arteta, con la promozione in prima squadra di Emmanuel Frimpong e Ignasi Miquel. Una rivoluzione?
Assolutamente no, la semplice presa di posizione di un uomo che ha dovuto fare di necessità virtù, che ha dovuto, almeno in parte, innestare nella squadra elementi che in un modo o nell'altro dovranno non far rimpiangere le cessioni eccellenti di questa estate. E su questo punto ho voglia di soffermarmi, per capire meglio, per analizzare, verificare, per provare a dare alcune risposte ai quesiti che molti si stanno facendo. Quindi, perché Wenger ha aspettato le ultime ore per completare la squadra? Secondo molti Wenger ha fallito nel suo progetto, mettendo in soffitta il sogno di una squadra giovane, vero o falso? Partendo dal presupposto che quasi tutti hanno completato le operazioni di maggior rilievo nelle ultime ore, e che società benestanti hanno sofferto le pene dell'inferno per mettere a segno i colpi sperati, Arsène non ha fatto altro che adeguarsi ad un mercato concepito male, muovendosi di conseguenza e ottenendo quanto di meglio si potesse ottenere, spendendo in maniera oculata e mantenendo nelle casse societarie un bilancio più che positivo, in regola con quel Fair Play finanziario tanto decantato dai signori dell'Uefa. Detto questo, sarebbe interessante capire se gli acquisti fatti si sarebbero conclusi anche con la non partenza di Fabregas e Nasri. La mia personalissima risposta è si, e spiego il perché. Andando in ordine temporale, le due ultime mosse di Wenger si sono indirizzate proprio per coprire quei ruoli lasciati vacanti dalle partenze di Cesc e Samir: Arteta e Benayoun. Improponibile il paragone, ci mancherebbe, ma a livello di posizioni in campo il dato oggettivo è sotto gli occhi di tutti: un centrocampista centrale per un centrocampista centrale, un laterale offensivo per un laterale offensivo. In soldoni: l'idea di base era un'altra. Perché il volere di Wenger, a discapito di tutte le cazzate che sono state scritte, era quella di voler mantenere in squadra sia Fabregas che Nasri; dichiarazioni consultabili in ogni intervista rilasciata dal manager a campionati conclusi. Ma le cose, purtroppo, non sono andate come si sarebbe voluto, e i due, nonostante l'amore profuso dall'ambiente e le speranze riposte in ogni cuore Gooner, hanno preferito levare le tende, ognuno con le proprie motivazioni. Peccato che queste ultime, e con il senno di poi (anche se non ci voleva così tanta lungimiranza per giungere a conclusioni), sono cadute nell'ipocrisia e nell'avidità. Il francesino, quello che giunto a Manchester ha subito espresso la differenza di tifo tra Highbury (in cui mai ha messo piede), l'Emirates e l'Eithad, ha più volte dichiarato che la sua scelta non è stata dettata dai soldi (se Carlo Collodi fosse ancora in vita proporrebbe immediatamente la versione post-moderna di Pinocchio), ma funzionale ad arrivare ad una squadra che potesse garantirgli coppe e trofei (a scatola chiusa, s'intende), di farlo esprimere in base al suo valore, perché dopo la costruzione dell'Emirates Stadium, l'Arsenal, ha di gran lunga abbassato il livello di competitività, per far fronte alle spese. Lo dico senza tanti giri di parole: queste sono favole raccontate alla gente. Il signor Samir Nasri è volato a Manchester per una mera questione economica (percepirà il doppio di quanto gli veniva versato dall'Arsenal), e il suo dire "quest'anno non c'erano progetti", è il frutto di un sistema che ha omologato certi campioni a dire frasi fatte, alibi per nascondere l'avidità monetaria che sta coinvolgendo quasi tutti i protagonisti del mondo calcistico. Stessa cosa si può affermare di Fabregas, tornato a Barcellona non solo per riabbracciare vecchi compagni di merenda ma per rimpinguare il suo conto corrente, perché non venitemi a raccontare la favola dello stipendio decurtato o altre balle simili. E allora mi chiedo: siete così sicuri che Wenger non avrebbe comunque acquistato i vari Mertesacker, Santos e via discorrendo? Io una risposta definitiva non ce l'ho, e nemmeno detengo verità assolute, ma sono più che convinto che Arsène avrebbe, come poi fatto, aumentato nella squadra sia la qualità che l'esperienza, e non è un mistero che su queste pagine ho da sempre sostenuto che il suo progetto era finalmente arrivato a raccogliere i primi frutti, come quelli intravisti nella passata stagione. Allora mi viene semplice fare alcune considerazioni. L'Arsenal di Fabregas e Nasri, con gli innesti fatti (eccetto, naturalmente, Arteta e Benayoun), sarebbe stato ancor più competitivo della passata stagione, avrebbe lottato, come e più che nella passata stagione, per tutti gli obbiettivi stagionali, ponendo le basi per un futuro che sarebbe potuto essere radioso e vincente. Questo non significa che così non sarà, non sarà mai un singolo calciatore a determinare le vittorie di una squadra, ma è importante capire con quali personaggi avevamo a che fare, con quali ipocriti e avidi nuovi eroi di questo football moderno abbiamo dovuto trattare. Oggi, con molta serenità e lucidità, sono contento che questi personaggi non ci siano più, e nel leggere su Twitter il volere di Fabregas di sapere quali acquisti ha fatto l'Arsenal un sorriso mi esce spontaneo, seguito da una frase che inevitabilmente fa più o meno così: fatti gli affari tuoi e pensa ai tuoi amici catalani.
Finalmente, come più volte scritto, s'è concluso il mercato, e da oggi bisognerà pensare solo a lavorare, bisognerà risolvere i problemi, bisognerà cercare di limare gli errori commessi in questo inizio di stagione, recuperando giocatori importanti. Dal punto di vista mentale questi nuovi arrivi garantiranno una ventata di novità, oltre ad apportare quell'esperienza necessaria per far fronte a giornate dove servirà muoversi più con la sciabola che con il fioretto. Oggi, sotto molti punti di vista, è iniziata una nuova era, quella senza Fabregas e Nasri, ma dei Frimpong e dei Wilshere, dei Chamberlain e dei Ramsey, e orgogliosamente non vedo l'ora di ammirare i ragazzi in campo, contro lo Swansea tra dieci giorni, lasciandomi alle spalle un recente passato e abbracciando un presente fatto di giovani, filosofia di vita che Wenger mai abbandonerà, perché il futuro è lì che c'aspetta, e a noi non rimane altro che andarcelo a prendere. C'mon Gunners!!
4 commenti:
Gran bel post, l'ho messo in coda al mio:) http://visionifuorirotta.blogspot.com/2011/09/larsenal-2011-2012.html
Vado subito a leggerlo ;))
Che noia i tifosi dell'Arsenal, dicono sempre cose giuste..e mi tocca sempre quotare..:))
:D
Hahahahahahha siamo i migliori Max!! ;)
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