L'aver tenuto le ali basse, come ieri detto, non era un segno premonitore, ma la semplice ragione che i numeri, prima o dopo, sono destinati ad azzerare un record in corso. Giungevamo a questo appuntamento sulla scorta di ben sette vittorie consecutive tra le mura amiche, tra coppe varie e campionato, e in un modo o nell'altro tale striscia si sarebbe dovuta interrompere; le ragioni poco importano, il calcio, d'altronde, è sport strano. E se proprio doveva giungere un pareggio, e qui entrano in gioco quelle soluzioni che poco hanno a che vedere con la logica, ben venga che sia arrivato proprio ieri sera, in un turno di Champions League che alla fine della serata c'ha visto rimanere in testa al girone e guadagnare ancora punti sulla terza in classifica; ora abbiamo, con ancora due turni da giocare, 4 punti di vantaggio sui tedeschi del Dortmund. Lo dico senza voler esagerare: la gara con il Marsiglia è stata positiva, in tutte le sue sfumature. Perché abbiamo sofferto, e dopo la brillante vittoria contro il Chelsea era quello che ci voleva: una gara sofferta.
Soffrire un match, non trovare le giuste misure, abbassare notevolmente la percentuale di passaggi riusciti (ieri sera siamo stati abbondantemente sotto il rendimento abituale), fare fatica a trovare soluzioni realizzative serve, aiuta a capire, tende a non credere che i problemi siano scomparsi dietro un angolo. Tutte le squadre calcistiche del mondo hanno problemi, compresi noi, e la gara contro i francesi servirà a lavorare con ancora più abnegazione, ricercando minuziosamente le soluzioni da apportare per essere migliori. Il match, il nostro match c'ha visti positivi nella fase di interdizione, nella fase difensiva, bene anche quando abbiamo spinto sulle corsie laterali, sicuramente meglio con Jenkinson e Santos che con Walcott (obbiettivamente cercato poco) e Gervinho. Non siamo stati bravi, invece, quando si doveva tessere la trama per vie centrali, sicuramente per merito della densità proposta a centrocampo dai ragazzi di Deschamps, senza ombra di dubbio, come accennato, per mancanza di precisione e qualità nei passaggi, troppo spesso fuori misura e poco determinati. M'è dispiaciuto non aver potuto ammirare Park, perché il ragazzo ha sentito il match, ha patito il palcoscenico, non riuscendo a giocare con semplicità; il suo rimanere troppo sul posto ha anche condizionato, in molti casi, la manovra che il centrocampo doveva fare. Ma va bene così, niente drammi, di occasioni ne avrà ancora. In questi giorni che c'avvicinano alla gara di sabato, sarà fondamentale recuperare le energie mentali, quelle andate in extasy dopo la vittoria nel derby e quelle un po' scemate dopo la mancata vittoria, che avrebbe significato qualificazione matematica, di ieri sera. Sabato, sicuramente più di ieri, sarà importante tornare a vincere, per riaprire la striscia e dare continuità ad un campionato che finalmente ci vede tornare da protagonisti.
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