..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 5 marzo 2013

DI COSA HA PAURA L'ITALIA?

Stamane voglio partire facendo una domanda: l'Italia ha più paura di avere un Governo Movimento 5 Stelle, o ha più paura di perdere quelli che hanno governato negli ultimi vent'anni? Perché, obbiettivamente, non si capisce bene, o forse si.

Faccio due conti in maniera molto approssimativa. Il bel Paese conta un "discreto" numero di dipendenti comunali, provinciali e regionali. Inoltre, sia Roma che l'Europa ha "sufficiente" materiale umano sempre stipendiato dallo Stato italiano. A questi si uniscono una cospicua parte derivata dall'impiego pubblico, che questi siano dipendenti sanitari o ufficiali dell'esercito. Ci mancherebbe, niente contro di loro, rimango fortemente convinto che ce n'è sia parte che svolge le proprie funzioni con impegno e professionalità, e quindi non mi permetto di toccare il "lavoro", ma mi viene anche naturale pensare che lo "tsunami" Grillo li abbia indotti a passare da una situazione di ordinaria tranquillità ad una di moderata preoccupazione. Approssimativamente non riesco a mettere insieme il numero degli elencati, ma nel nostro Paese non sono sicuramente pochi.
Alcuni di questi hanno anche la facoltà e i meriti di mettere insieme migliaia di teste, portando avanti l'ideologia del proprio credo. Non voglio mettermi a fare quello che scopre l'acqua calda, e nemmeno colui che scrive accompagnato dal tintinnare delle manette come colonna sonora, ma è intrinseco nella nostra cultura il fare il favore per poi averne di conseguenza, e questo, inevitabilmente, trasforma in una "mafia" il comune vivere di molti.
E allora mi chiedo: conviene a molti un Governo che vuole dimezzare il numero dei parlamentari, che vuole tagliare gli stipendi ai deputati, che vuole abbattere gli sprechi della spesa pubblica?
Tutt'intorno c'è anche quella giungla chiamata più semplicisticamente finanza, legata ad interessi comuni, facente parte di un reticolato che negli anni ha stretto il Paese fino a renderlo unito nelle difficoltà, quelle che hanno portato il 25% dell'elettorato a sposare una speranza.
Ascolto e leggo gli esperti, con l'umiltà di credere che ne sappiamo giustamente più di me, e ne traggo un disegno curioso. Gli ex-proprietari del marco non hanno dubbi al riguardo: la scelta migliore per l'Italia è un Governo stabile, salvo aggiungere che questa stabilità dev'essere data dalla politica esistente e non da quella nata dalla rete. Gli economisti li seguono a ruota, con tutti quei discorsi rivolti allo spread, all'euro, all'impossibilità di non poter non guardare cosa richiedono i mercati. In poche parole: una piovra che avvolge e tocca molti, moltissimi.
Altri paesi, altre realtà di questa meravigliosa europa hanno cominciato a guardare il fenomeno del M5S come quella voce che ha smesso di fare le prove e ora è pronta a calcare il palcoscenico. Altri stati, in difficoltà evidenti, stanno realizzando che una protesta e una condivisione di idee sono giunte fino in Parlamento, per il volere del popolo.
Stamane ho aperto con una domanda, ora chiudo con una certezza: la mia paura più grande è quella di lasciare le cose così come sono.