Adesso vogliono tutti bene all'Italia, tutti si prodigano a propagandare parole per il bene del Paese, tutti si riempono la bocca col termine di responsabilità, all'improvviso tutti si sono accorti che questo è il momento di dare risposte agli italiani, di avvicinarsi al popolo, di non lasciare soli i cittadini dello stivale.
Mi sorge spontanea una domanda: ma ieri dov'eravate?
Si sono fatti passare anni senza fare nulla, si sono attraversate legislature senza mantenere quanto promesso in campagna elettorale, s'è creato un buco di sistema che ha allontanato il popolo dalle istituzioni, ci si è spinti al punto da far mancare la fiducia da parte dei cittadini verso lo Stato.
Ora, però, in tutte le trasmissioni televisive politiche post-voto elettorale che ho visto, sembrano tutti buoni pastori, genuflessi di fronte allo sfascio che loro stessi hanno creato, e non so se mi fanno più pena o più rabbia, ma il loro patetico modo di proporsi mi fa comprendere una volta di più che solo ora che sono lontani anni luce dai problemi del popolo cercano una cucitura, quella che verosimilmente mai avverrà.
Il loro metaforico chiedere perdono non serve. Incredibilmente, da destra a sinistra, sembra diventato essenziale offrire un segnale al popolo tramite la rinuncia ai rimborsi elettorali, tramite il dimezzamento delle risorse umane da presentare alle Camere, tagliando gli sprechi dei costi della politica. A volte diamo la sensazione di essere un popolo ignorante, pecorone, che tende a bersi molte delle promesse che ci vengono fatte, ma da questo all'essere scemi ce ne passa. Non meno di quattordici mesi fa, cessazione del Governo Berlusconi ed entrata in campo del Governo Monti, ci furono dette le stesse ed identiche parole che ascoltiamo in questi giorni: taglieremo i costi della politica, basta auto blu, daremo agli italiani, che dovranno fare sacrifici, un segnale forte. Di tutto questo, a meno che la mia memoria non abbia fatto tilt, hanno mantenuto solo una cosa: far fare sacrifici agli italiani, tutto il resto dimenticato, sorpassato, parole che tali sono rimaste.
In questi ultimi anni, con Governi comprendenti forze di destra e di sinistra, è stato detto a più riprese che uno dei punti su quali si sarebbe dovuto intervenire per garantire maggiore stabilità era una nuova e valida legge elettorale: trasparente per il popolo, garantista per offrire una maggioranza ed un'opposizione al Paese. E' ancora da fare.
Sono giorni che viene strombazzato il tema del conflitto d'interessi, facente parte, tra l'altro, degli otto punti fissati dal Pd (ma questo naturalmente esula dallo schieramento che lo propone). Sette anni fa (Legislatura 2006-2008) fu fatta la legge sul conflitto d'interessi che stabiliva che se sei parlamentare il conflitto d'interessi non esiste, a meno che non si passi ad essere un membro del Governo. Durante la direzione del Pd (e torno a ribadire che il discorso esula dallo schieramento, giusto per essere chiari) di qualche giorno fa è stato detto che sul tema si ripartirà proprio da quella legge di sette anni fa. Poi qualcuno si domanda come mai il Movimento di Grillo dichiara che ci sono più punti in comune tra Pd e Pdl che con quelli del programma stellato.
Mettiamo sul piatto anche la legge anti-corruzione? Quella fatta appena dodici mesi fa? Quella in cui si sono salvate diverse teste nel processo Penati?
Allora torno a chiedermi: cosa è stato fatto per il Paese, per gli italiani, per i loro problemi, per il lavoro, per le imprese, per la sanità, per l'istruzione, in tutte le legislature passate?
Perché tutte quelle promesse fatte sui costi della Pubblica Amministrazione e sui costi della Politica tornano puntualmente nel momento in cui si chiede il voto agli italiani salvo poi farle passare in secondo, terzo e quarto piano nel momento in cui le poltrone tornano a trovare un padrone?
Esistono i problemi legati all'economia, all'euro, allo spread, continuano ad esistere i problemi legati alla Pubblica Amministrazione, alla Politica, alle leggi che dovrebbero regolarla, ma il problema più grande, di dimensioni probabilmente ancora non visibili, è quello che il popolo italiano ha nei confronti della classe politica, delle istituzioni, dello Stato. S'è strappato il cordone che per anni c'ha tenuto legati, s'è definitivamente, ed irrimediabilmente, allontanata quella fiducia che prima s'aveva (quasi forzatamente) e che oggi non si ha più. Qui nasce la voglia di cambiamento, qui nascono i voti dati al Movimento di Grillo, qui si spegne per sempre la voglia di fare sacrifici verso un Paese che troppo c'ha chiesto e nulla c'ha dato.
A volte diamo la sensazione di essere un popolo ignorante, pecorone, che tende a bersi molte delle promesse che ci vengono fatte, ma da questo all'essere scemi ce ne passa.