Partiamo da una valutazione oggettiva sulle agenzie di rating e sul loro modello di businnes. Moody's, ad esempio, è una importante agenzia di rating mondiale con attività in ogni paese del mondo, la cui quota di mercato sfiora il 40%, così come S&P (che detiene il 39%) e Fitch (con il 16%). Tutte e tre vengono pagate per i servizi resi dalle società che emettono azioni ed obbligazioni, e che saranno oggetto di quotazione sui mercati, un po' come le società di revisione, che incassano le parcelle dalle società oggetto della revisione stessa.
Egan-Jones ha un modello differente: i clienti che pagano per i servizi della società sono gli investitori finali. In un libero mercato questo dovrebbe essere il solo ed unico modello valido, perché l'unico che evita i conflitti di interesse sui rating e sulla revisione di bilancio.
Questo ha portato l'americana Egan-Jones ad abbassare il rating della Germania da A+ ad A, mentre la cugina Moody's confermava il rating massimo alla stessa Germania, pari a AAA con prospettive negative a causa del deterioramento dei dati economici del paese. Quale logica si nasconde dietro a questa diversa visione di classificazione da parte delle agenzie?
Il motivo del declassamento da parte di Egan-Jones, come su queste pagine abbiamo già sottolineato, parte dal delicato momento di Deutsche Bank, la principale banca privata tedesca, la cui debole posizione patrimoniale è rappresentata dalla bassa capitalizzazione dell'istituto rispetto agli impieghi. Questo declassamento, più di ogni altra parola, evidenzia come il buco attuale della più grande privata tedesca non sia solo una chiacchiera.