Il disegno lo vedo abbastanza chiaro. Non si vuole un settennato (come precedentemente un governo) proposto da Grillo. Non si vuole assolutamente un Presidente che per sette anni sarà ricordato come quello proposto da Grillo, oltretutto giurista e comunista. Sia mai che un comico (come il frocio) possa avere la soddisfazione di avere la prima carica dello Stato. Sia mai. Perché come ci ripetono da cinquanta giorni ci vuole responsabilità. Alla faccia. La logica di una formica brasiliana avrebbe partorito l'idea di sposare il nome di Rodotà, perché appartenete a quell'area da tempo immemore, perché acclamato a gran voce dagli elettori (quelli a cui la Finocchiaro esclama: ma cosa vogliono questi?), perché persona che avrebbe indiscutibilmente offerto quel cambiamento che tanto si dice di cercare e di volere. Invece Bersani (quello che diceva/dirà che con Berlusconi mai!) che ti fa? Fa scegliere a Berlusconi un nome su di una rosa di papabili, e chi ti viene fuori? Marini, l'uomo perfetto, per Berlusconi.
Bersani s'era genuflesso ai pentastellati per ricevere l'irricevibile: la fiducia per un suo governo. Grillo, tramite i voti espressi dalla rete, serve a Bersani il nome che avrebbe dovuto proporre proprio il centro-sinistra: Stefano Rodotà. Non si fa, perché?
Perché le cose che dice Grillo sono di sinistra (anche se gli danno del fascista) e in Italia quel pensiero non è mai piaciuto, basti guardare di cosa e soprattutto di chi s'è composta la corrente post-Pci. Perché in Italia ci sono passati e ci passano ancora quelli che ...il comunismo non lo sopportiamo proprio.
C'è una storia che lo racconta.
Nessuno, Grillo per primo, pensava ad un 24/25 febbraio come quello che è stato. Il 26 pomeriggio si sono fatti strada cattivi odori, e pantaloni più pesanti. La pagliacciata di oggi è li che lo testimonia a cielo aperto, dopo che nel buio delle tenebre s'era fatta la genialata, rimasta tale solo per Berlusconi, che in un colpo solo ha definitivamente annientato il Pd, quel partito sinistro. E il colmo qual'è? Che ci raccontano che Grillo è un problema di democrazia. Di una cosa va dato atto a Bersani, aver dichiarato sottilmente ed esplicitamente ai figli delle stelle che questo non è Ballarò, perché queste sono cose serie.
"A questo punto dopo vent'anni di inciuci e autoaffondamenti sorge spontanea la domanda: ma questi si sbagliano ininterrottamente da vent'anni o sono vent'anni che sono d'accordo con Berlusconi?" (cit.)