..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 26 aprile 2013

L'EFFICACIA INTEMPESTIVA

Saggiamente, in un periodo in cui la nostra politica attraversava lo stallo e in cui il nostro Capo dello Stato stava terminando il proprio mandato, colui che oggi è divenuto nuovamente Presidente della Repubblica diede mandato a dieci saggi di redarre un catalogo di proposte che potessero portare fuori l'Italia dalle difficoltà. A distanza di poche settimane, e passati i dieci giorni in cui i saggi diedero il meglio di se, riprendo il capitolo che ha interessato le relazioni di Violante (Ds), Onida (Sel), Quagliariello (Pdl) e Mauro (Scelta civica), sul tema della giustizia, relazioni che, come proposto dall'ex e nuovo inquilino del Quirinale (cioè lo stesso) faranno parte dell'agenda del neonato (terremoti metaforici a parte) governo Letta.
Partendo dalle intercettazioni si è potuto evincere che la "particolare attenzione per gli strumenti investigativi più invasivi, come le intercettazioni delle conversazioni, per le quali dev'essere resa cogente la loro qualità di mezzo per la ricerca della prova, e non di strumento di ricerca del reato, occorre porre limiti alla loro divulgazione". Fermo restando che la divulgazione a mezzo stampa, a processo ancora da iniziare e/o in corso, è sempre stata una battaglia che ho combattuto (Calciopoli ne ha segnato gli scempi), la forte limitazione ad uno strumento divenuto indispensabile per le indagini lascia quanto meno perplessi. In pratica si permetterà la sola ricerca della prova, mentre eventuali altri reati, compiuti dall'intercettato o da persone terze, non saranno perseguibili e quella che oggi sarebbe potuta essere una prova domani non varrà più. Altro capitolo inconcepibile riguarda l'azione penale, dove si dovrà "contenere il fenomeno di iniziative che tendono a intervenire in sostanziale assenza di vere, oggettive e già acquisite notizie di reato", il che comporterà, vista l'obbligatorietà da parte del pubblico ministero di attendere dagli organi competenti la notizia di reato, l'improbabile j'accuse nei confronti della politica, che in pillole vuol più o meno dire così: andranno a processo gli sfigati. Per quel che riguarda le tempistiche s'è aperta l'ennesima falda, nonostante gli ammonimenti che giungono periodicamente dalla Ue. Infatti ci sarà una "introduzione di forme di ricorso individuale alla Corte costituzionale per violazione dei diritti fondamentali". Evidentemente l'impostazione su sei fasi di giudizio non bastava, ed ecco che è stato introdotto il ricorso alla Consulta contro le condanne definitive. Rimanendo in tema di tempistiche, però, ecco che in un caso specifico la Ue è stata immediatamente ascoltata (dove vogliono non li frega nemmeno una volpe), infatti sarà dato "rispetto effettivo dei tempi di ragionevole durata dei processi, oggi carente". Ma attenzione, secondo la saggezza dei saggi la carenza non corrisponde ad eventuali prescrizioni di reato o gli infiniti gradi di giudizio di cui sopra, ma bensì la lunghezza delle indagini preliminari, che va contenuta. Così facendo si andranno a limitare quei tempi necessari ad istruire i fascicoli inerenti la corruzione e la frode fiscale.
In ultimo, ma non ultimo, è stato toccato anche il tema riguardante i processi disciplinari nei confronti dei pubblici ministeri. Se fino a ieri l'eventuale giudicato doveva passare attraverso il giudizio del Csm, da domani "giudicherà una Corte composta per un terzo da magistrati, per un terzo da eletti dal Parlamento e per un terzo da persone scelte dal Presidente della Repubblica", che tradotto significherà essere giudicati da due terzi di figure appartenenti alla politica.
E meno male che l'auspicio delle proposte in tema di giustizia era stato rivolto ad "una maggiore efficacia preventiva e repressiva nella vita politica, amministrativa ed economica".