..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 5 aprile 2013

TUTTO STALLA

Quando si posero le basi per la moneta unica europea, l'euro, le politiche e la filosofia che l'accompagnarono furono legate ad un un disegno di libertà e progresso, tradotte in un incremento dell'interdipendenza economica e una facilitazione del commercio tra stati membri, che avrebbe dovuto portare benefici a tutti i cittadini dell'eurozona, in quanto l'incremento dei commerci è storicamente una delle forze guida della crescita economica. Inoltre, con la moneta unica, si prospettava un piano a lungo termine di un mercato unico all'interno dell'Unione. 
Ma gli effetti avrebbero dovuto produrre una riduzione nelle differenze dei prezzi, ovvero l'uniformità dei prezzi in tutta l'eurozona, che avrebbe consentito il risultato di una maggiore competizione tra aziende e che, a sua volta, avrebbe contenuto l'inflazione a vantaggio dei consumatori. Di tutto questo non s'è avverato niente, anzi, l'esatto opposto.
Crescita e occupazione, stabilità dei prezzi (con conseguente abbassamento dei tassi) erano le prerogative a cui la Banca Centrale avrebbe dovuto dare seguito per mantenere competitivo il mercato degli stati membri, offrendo al cittadino il contenimento dell'inflazione per riversarsi sulla produzione. La mossa di ieri, invece, oltre a non aver convinto fino in fondo i mercati, ci dice una cosa fin troppo chiara, quasi lampante: la Bce ha "paura" a rilanciare l'attività economica. Perché?
Perché si vuol far credere che nella seconda metà dell'anno ci sarà una ripresa graduale tenendo l'inflazione sotto controllo, quando i segnali provenienti dall'attività economica sono tutt'altro che positivi? Perché invece di stimolare il mercato, abbassando i tassi d'interesse, riproponendo quel disegno di libertà e progresso, si usano terminologie come "politica monetaria accomodante"? Se questo fosse reale: inflazione sotto controllo, graduale ripresa nella seconda metà dell'anno, politica monetaria accomodante, la logica sarebbe stata quella di abbassare i tassi (e non di mantenerli invariati), stimolando i mercati, offrendo fiducia, aprendo finalmente i rubinetti del commercio. Invece tutto stalla, in barba all'obbiettivo sostenuto (a parole) dall'articolo 2 del trattato di Maastricht.