Distrattamente a pranzo mi è passata nelle orecchie questa notizia frase, non ricordo quale tg fosse, parlavano delle magnifiche idee partorite da Governo e varie Commissioni parlamentari per risolvere i mali dell’Italia, ma suonava così “Sarà possibile pignorare la casa ma non potrà essere venduta per poter recuperare il debito” (Il virgolettato è in realtà sbagliato perché la frase non era esattamente questa, ma non ricordandomi dove l’ho sentita non mi sembra nemmeno di diffamare nessuno.
Inizio a rimuginare nella mente quelle parole e mi vien fuori un “Ma cosa cazzo significa?” (ho detto cazzo? Sì, l’ho detto e l’ho anche scritto – due volte – ma il nocciolo della questione non cambia). Facciamo un discorso: io ho un debito con un ente e non lo pago per 1000 ragioni, ma con molta probabilità le tasse e la mancanza di lavoro sono la causa principale; l’ente chiede aiuto a quel soggetto che dovrebbe cambiare nome e passare da EQUItalia a LIQUItalia; Equitalia, spesso senza preavvisi, manda direttamente la cartella con minaccia; mi pignorano la casa dal valore di 150mila € anche se ho un debito leggermente superiore ai 20.000€ (il limite fissato per il pignoramento dalla legge); mi sbattono fuori, vendono la mia casa e si prendono i soldi. Tutti contenti (LORO).
Mi ricordo che il M5S ha nel suo programma l’IMPIGNORABILITA’ SEMPRE della PRIMA CASA.
Ma cosa succederà DOPO questa magistrale operazione di economia creativa della Commissione Finanze alla Camera? Pignorano ma non vendono all’asta significa che IO posso vivere nella MIA casa? Oppure oltre a sfrattarmi non posso nemmeno recuperare quei soldi?
Ho fatto un giro sui giornali ed ho trovato Il Corriere che scrive
“La linea sulla quale si muove il governo è quella tracciata dalla Commissione Finanze della Camera in una risoluzione di pochi giorni fa, non a caso accolta ben volentieri dall’esecutivo. Il primo obiettivo è porre un limite all’esproprio e al pignoramento che scatta sulla casa di abitazione del contribuente moroso o, nel caso di un’impresa, sui beni funzionali all’attività. L’idea è quella di consentire il pignoramento dei beni a fronte di un credito fiscale di un certo importo (oggi deve essere superiore a 20 mila euro), ma non la loro alienazione. La casa, insomma, potrà essere «congelata», ma non venduta all’asta dall’agente della riscossione per tutelare il credito dell’ente pubblico che gliel’ha affidato.”
Che diavolo significa CONGELATA? E cosa significa “consentire il pignoramento a fronte di un credito fiscale” se comunque poi non puoi vendere quei beni e non puoi saldare il debito? Ma chi stanno prendendo per il culo? (Ho scritto culo? Sì, l’ho scritto – due volte – ma la sostanza non cambia)
Chiedo ai nostri cittadini in VI Commissione Finanze (Barbanti Sebastiano, Pisano Girolamo, Cancelleri Azzurra, Villarosa Alessio, Chimienti Silvia, Ruocco Carla, Pesco Daniele) di vigilare attentamente sulla questione di farci sapere NEL MERITO di cosa si parla in questa riforma del fisco relativamente ai debiti nei confronti degli enti, in generale, e ai pignoramenti in particolare.
by [Ci8]