Una piazza, un amore. Respiri che colmano il vuoto, silenzi che amplificano il calar della sera, quando tutto tace, quando niente sarà più come prima. Avvolta di dignità e commozione La Superba s'è illuminata, mostrandosi nuda, ferita nel profondo. Una luce fioca e autobiografica che ha raccontato il dolore, il pianto, la speranza, il domani. Un domani fatto di lampare, di maccaja, degli odori e della storia che hanno attraversato il regno dei signori del mare. Un futuro che sarà guardato da e con occhi diversi, che sarà vissuto raccogliendo la memoria, quella che in un pomeriggio di settembre ci ha ricordato che per sempre ci sarà una piazza, un amore.