E' sempre bello poter mettere nero su bianco le note che hanno toccato le nostre emozioni, quali pezzi hanno in qualche modo raccontato una piccola parte della nostra vita, chi, nei dodici mesi appena trascorsi, ha voluto regalarci quella forma d'arte che senza di essa il nostro quotidiano sarebbe infinitamente spoglio, nudo.
Personalmente non amo le classifiche, e ancor meno catalogare come meglio questo rispetto a quell'altro.
Non mi piace nemmeno cercare per forza un numero di album, che questi siano dieci, venti o semplicemente cinque. Quindi non sarà la cosiddetta "top" la raccolta degli album che andrò a descrivere come i "miei" migliori di questo 2013, ma un semplice percorso che metta in evidenza quali mi hanno regalato emozioni, sensazioni, nostalgie e momenti di totale liberà interiore.
In questo resoconto non ci sarà nessun progetto realizzato in lingua italiana, un po' perché attratto da sempre da ciò che viene realizzato all'estero, dai suoni, dalle tradizioni, dalla cultura, un po' perché ultimamente il panorama nazionale l'ho seguito poco, trovandolo poco accattivante, senza grandi cose da dire. Ma questo, obbiettivamente, può essere un mio limite.
Sono otto i lavori che prenderò in esame, ognuno con la sua storia, ognuno diverso, ma tutti legati dalla cultura Rock che da sempre m'accompagna.
Per non ledere la filosofia di non-classifiche, opterò per una disamina territoriale, dove Gran Bretagna, America, Canada e Australia si iscriveranno a questo racconto in musica.
Chiudo con una postilla per me fondamentale. Non esiste il mio preferito, quello che più di altri m'ha conquistato. La loro diversità, il loro essere così particolari incanala tutta la mia visione di rock, e questo per me basta per poterli ascoltare senza cercare per forza delle differenze in termini di preferenza.