..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"
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venerdì 20 dicembre 2019

Il silenzio assordante della stampa


Non ha meritato neanche una riga in prima pagina, mentre al contrario avrebbe meritato titoli a nove colonne e approfondimenti. 
Non ha meritato neanche un'apertura di una qualunque edizione di un telegiornale dei maggiori canali nazionali, mentre al contrario avrebbe meritato speciali e edizioni straordinarie per mettere al corrente l'opinione pubblica della più grande operazione dopo quella che portò allo storico Maxi processo alla mafia. 
334 arresti in 11 regioni d'Italia: dalla Lombardia alla Sicilia, oltre che in Germania, Bulgaria e Svizzera. 
Tre anni e mezzo di lavoro condotto dalla magistratura. 
Circa 3.000 militari impegnati, dal Gis al Tuscania ai Cacciatori, tutte le sezioni Ros d'Italia e tutti i carabinieri della Calabria. 
15 milioni sequestrati. 
"E' la più grande operazione dopo il maxi-processo di Palermo" ha sintetizzato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, aggiungendo che i 3000 carabinieri impegnati nel blitz hanno dovuto anticipare l’operazione di 24 ore per evitare il rischio di fughe di notizie. 
Superfluo riportare cosa hanno preferito mettere in risalto testate giornalistiche e redazioni nella giornata di oggi. In Inghilterra, giusto per paragonare, è stata una delle notizie principali del notiziario di Sky. 
Purtroppo con un'informazione che rivendica orgogliosamente titoli come "Patata Bollente", o altra che preferisce apostrofare "Ominicchio" un rappresentante dell'attuale maggioranza, non ci si poteva aspettare altro. Purtroppo. 
Tolto Il Fatto Quotidiano (on-line e cartaceo) e La Notizia di Gaetano Pedullà, in Italia il deserto. 
Un pezzo di Enzo Jannacci, metà monologo e metà musica, puntava il dito contro le ipocrisie di "quelli che…". Specifico il passaggio in cui diceva: "quelli che, peggio che da noi solo in Uganda".

martedì 3 dicembre 2019

Informazione italiana: "quelli che, peggio che da noi solo in Uganda"


Oggi mi voglio rivolgere ai lettori con una considerazione sulla libertà di stampa della nostra informazione, che questa sia cartacea, web o che provenga dallo schermo televisivo. E voglio associare a questo male italiano un pezzo di Enzo Jannacci, metà monologo e metà musica, che puntava il dito contro le ipocrisie di "quelli che…". Specifico il passaggio in cui diceva: "quelli che, peggio che da noi solo in Uganda"
La realtà, però, ha superato l’ironia: la stampa ugandese è probabilmente più oggettiva della nostra. Ci sono cose che si possono leggere solo pensando ad autori comici. Ad esempio i titoli dei quotidiani nazionali apparsi nella mattinata post informativa rivolta a Camera e Senato da parte del Presidente del Consiglio. 
Consapevole di non voler rubare la scena alla rubrica-editoriale del lunedì mattina proposta da Marco Travaglio, "Mi faccia il piacere", commento in ordine sparso: 
Il Giornale: "Maggioranza spaccata, il Premier sbugiarda i suoi ministri e scarica Di Maio"
La Verità: "Giuseppi viene sbugiardato in diretta da Eurogruppo e Lega"
Libero: "La Ue: già approvato. La Lega: raccolta firme per bloccarlo"
la Repubblica: "Rottura Conte-Di Maio, Dall'Europa no al rinvio dell'intesa"
Ricapitoliamo: in un pomeriggio dove il Presidente del Consiglio ha spiegato minuziosamente tutti i passaggi parlamentari che ha affrontato il Trattato sulle misure contenute nel pacchetto che prevede, oltre al Mes, la riforma dell'Unione bancaria (Union banking) e l'assicurazione sui depositi, la nostra informazione cartacea nazionale è riuscita nell'impresa di scrivere tutto ciò che non è avvenuto. 
Ma non solo. Oltre a palesi menzogne come quella del no dell'Europa al rinvio riportata da Repubblica o l'ipotetico sbugiardamento da parte dell'Eurogruppo nei confronti di Conte scritto dalla Verità (fonti europee hanno dichiarato che la firma del Trattato può essere posta anche la prossima primavera, lasciando ai parlamentari dei vari Stati membri la possibilità di approfondire e discutere la legislazione secondaria), l'interpretazione data a gesti e situazioni ha ampiamente superato il confine con la realtà. 
Dove ci sia una maggioranza spaccata è ancora tutto da capire, visto che, a risposta all'intervento del Premier tutte le forze, e non solo quelle di maggioranza (vedi l'intervento del Professor Brunetta alla Camera e di Emma Bonino al Senato), hanno ringraziato per il lavoro svolto e per aver puntualizzato l'intero iter parlamentare, raccomandandosi, come era già ampiamente avvenuto nelle precedenti interlocuzioni, di migliorare l'intera riforma. 
Dove la Ue abbia già approvato l'intero trattato come riportato in prima dal quotidiano di Vittorio Feltri rimane un mistero, visto che non è stata apportata alcuna firma, né dall'Italia né da altri. 
Dove Conte abbia sbugiardato i suoi ministri e scaricato/attaccato Di Maio nemmeno la Var sarebbe in grado di valutarlo. 
A dar manforte al cartaceo c'hanno pensato anche i vari talk show televisivi, promuovendo la stessa sceneggiatura e avvalendosi di quei protagonisti che hanno imbrattato di falsità il bianco candore dei fogli di giornale. 
A Conte è stato confezionato, prima di qualsiasi valutazione seria dei fatti, il vestito del traditore, dello sconfitto, del bugiardo. Purtroppo va così. Di tanto in tanto serve il capro espiatorio, per ricominciare peggio di prima: si sdraia la bestia sul tavolaccio, ma poi, quando non si può tagliargli la gola a causa dell'insussistenza assoluta dei fatti, si decide, per salvare la faccia ad una narrazione che ha gettato fango, di ferirla, anche più volte, ma senza ucciderla. Tanto chi vuoi che protesti? Trattasi di Conte, dei 5 Stelle, di un governo nato, secondo i più, forzatamente e senza la minima idea di dove andare. Sono incapaci per definizione. 
L’Italia ha un drammatico problema di cultura. Nella quotidianità come in politica.
In quanto all'informazione... dell’Uganda abbiamo già detto.

giovedì 11 luglio 2019

(dis)Informazione

E' incredibile (eufemismo) come nella settimana che si sta per concludere gli organi d'informazione televisivi (quelli cartacei manco li considero più) si siano occupati (ancora) di Carola, del Pipita di Di Stefano, della Raggi (ospite praticamente fissa) e delle sollecitate dimissioni di Spadafora mentre dei dati sull'occupazione (e disoccupazione), dei lavori partiti nel 96% dei cantieri nei piccoli Comuni e della vergognosa vicenda della Pedemontana Veneta (di quelli bravi e capaci appartenenti al Partito del "si") non si sia fatta menzione.