..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 5 gennaio 2008

LA "COLLINA" DI PALAZZI

Deferiti dalla Procura federale Paparesta e Racalbuto
Roma 04/01/2008
Il Procuratore Federale ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale:
per violazione dell’ art. 1, comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva per essere venuti meno ai principi di lealtà, correttezza e probità:
• RACALBUTO SALVATORE, all’epoca dei fatti Arbitro Internazionale oggi Arbitro Fuori Quadro,per avere, nel corso della telefonata dell’ 8.05.2005 avvenuta col sig. Massimo De Santis proferito frasi idonee a gettare discredito nei confronti del settore arbitrale
• PAPARESTA GIANLUCA, all’epoca dei fatti Arbitro Internazionale oggi Arbitro Effettivo, per avere prima attivato la dirigenza del Milan per propri interessi connessi alle vicende della Soc. ITAL BI OIL e per aver successivamente omesso di rappresentare ai competenti organi F.I.G.C. il particolare interesse che aveva nella vicenda, derivante dal rapporto di affinità con i soci e gli amministratori della predetta società.

mercoledì 2 gennaio 2008

ALIBI

La colpa è della televisione. Con questa affermazione, Pierluigi Collina, in un articolo apparso sul web di Repubblica, difende a spada tratta l’operato, suo, e dei suoi collaboratori che scendono in campo ogni domenica.

"Ci sono stati degli errori ma sta cambiando anche il modo in cui viene analizzata una partita grazie anche all'uso della tecnologia. Oggi un arbitro viene messo in discussione per non aver visto un episodio che solo grazie a una telecamera si può intuire".

E la novità dov’è? A memoria, mi pare, che siano oramai parecchi anni, che grazie all’uso della tecnologia, vengano riscontrati in ogni giornata di campionato errori sia “micro” che “macro”.

"Ci sono più trattenute in assoluto e quindi aumenta il numero degli episodi da segnalare - continua Collina - L'arbitro deve preoccuparsi di essere nella posizione giusta, di conoscere gli atteggiamenti dei giocatori e occorre poi essere uniformi nelle valutazioni. Ma è difficile competere con sette telecamere personalizzate, che seguono ognuna una coppia di giocatori. Che senso ha paragonare quello che può far vedere una telecamera? L'arbitro non può scomporre il suo occhio per vedere sette realtà diverse".

Quindi, ci pare di capire, che nel calcio “pulito” di oggi (dove gli errori arbitrali sono in netto aumento rispetto alle stagioni precedenti, anzi diremmo con tutta tranquillità che mai si erano visti tanti errori) la colpa è da attribuire alla televisione.
Abbiamo avuto la (s)fortuna, di leggere e ascoltare di tutto, in questi ultimi due anni (Calciopoli), ma questa ci mancava davvero.
Nelle stagioni, in cui gli errori arbitrali erano tutto sommato nella media, si sono spesi quintali di inchiostro per scrivere sulle pagine dei giornali che le colpe erano da attribuire a Luciano Moggi e la sua “Cupola”, si sono aperte inchieste, fatti processi, perché secondo l’opinione pubblica il male del calcio era da attribuire alla Juventus, una squadra che ha detta di tutti (oseremmo dire anche del rettangolo di gioco) vinceva troppo, una squadra, una società, che doveva rispondere, ad ogni millimetrico fuorigioco fischiatole a favore, per settimane, in trasmissioni “supermoviolistiche” televisive, e sopra i fogli “rosa” di quotidiani più o meno “sportivi”.
Oggi invece, che il calcio è “pulito”, questi errori sono diventati, statisticamente, un numero mai registrato prima. E’ la colpa? La attribuiscono alle televisioni, o meglio, alle decine di telecamere sparse in tutto lo stadio.
Anche quando “giocava la Juventus”, c’erano telecamere ovunque, anzi, quando giocava la Juventus di telecamere se era possibile se ne istallava una in più (magari si riusciva a vedere anche quello che non si era visto, così si imbastivano titoloni e trasmissioni), ma paradossalmente, rispetto ad oggi, la sensazione era quella di cavalcare un “sentimento popolare”, e di gridare allo scandalo, o meglio, gridare “ladri”.

Oggi invece qualcuno (Paolo Casarin), si lascia andare, e nell’articolo di Repubblica dice: "Bisognerà lavorare tantissimo con veri talenti del fischietto". Il giornalista Fulvio Bianchi scrive: "Dove sono questi talenti? C'è un buon gruppo di arbitri che deve trovare uniformità e fiducia in se stesso. E pazienza se anche club importanti come Juve e Milan sinora si sono lamentati: il progetto va avanti".
E già, pazienza, che ci vuoi fare, cose che capitano, proprio come ieri (o quasi).
Vorremmo tanto capire, a quali conclusioni si voglia arrivare con queste affermazioni, noi, che squadristi mai siamo stati, abbiamo sempre pensato che l’errare è umano, ma che il perseverare potrebbe divenire un alibi.
di Cirdan

martedì 1 gennaio 2008

LA LINGUA DEL "23"

38-35!!! Con questo risultato i New England Patriots hanno battuto i New York Giants ed hanno chiuso una stagione perfetta con 16 partite senza sconfitte nella NFL americana di Football.
La squadra di New England e' diventata cosi' la seconda squadra a chiudere imbattuta una stagione e concludere la 'Perfect Season', come i Miami Dolphins nel 1972, anche se ora si disputano due partite in piu' rispetto a quegli anni. I Patriots hanno inoltre raggiunto, in questa stagione trionfale, anche il punteggio totale piu' alto nella storia (589) che mette dietro il punteggio ottenuto dai Minnesota Vikings 556 nel 1998. Individualmente, il "quarterback" Tom Brady, tra i migliori dei Patriots, e' arrivato a 50 passaggi per touchdown superando i 49 stabiliti da Peyton Manning nel 2004. E' eccellente la stagione regolare dei New England Patriots che trasforma la squadra nella migliore della NFL.
Una squadra che sul campo ha trasformato il finale della scorsa stagione (tre vittorie consecutive, 19 in totale), nella prospettiva attribuita dai maggiori bookmaker americani sulla vittoria finale del Superbowl 2008.
L'America, il Paese dove tutto è possibile, dove i miti diventano tali solamente per quello che riescono a realizzare nel loro settore, in questo caso un campo di 100 yard, dove lo sport è sinonimo di passione, divertimento, colore e appunto di miti da idolatrare.
Una sottile ma sostanziale differenza da quello che avviene nel nostro di Paese, dove se una squadra, di stagioni perfette, ne realizza addirittura due consecutive (76 partite consecutive in testa al campionato di serie A), viene etichettata, dall'opinione pubblica (coloro che, da non addetti ai lavori, seguono questo sport da tifosi, appassionati, presenti negli stadi e nei discorsi da pausa caffè e nei bar) con il termine "LADRI".
Diversa cultura ci verrebbe da dire, una cultura basata sull'invidia, sul non riuscire a realizzare, da tifosi di colori opposti, quello che riescono a realizzare colleghi di lavoro, amici, parenti.
Una cultura, la nostra, dove appena qualcuno riesce nella vita ad ottenere risultati, dove altri stentano, ci debba essere sempre e comunque dietro qualcosa di losco, arcane "reti" che servono per arrivare ai propri scopi, ipotetiche "telefonate" da dove si possa realizzare un record, una vittoria, una supremazia schiacciante per poter realizzare una, anzi due, stagioni perfette.
Nel Paese dove si può acquistare un'arma in piena tranquillità, lo sport ha un valore che non trova eguali, lo sport unisce, aggrega, fa appassionare milioni di persone, anche quelle che vestono magliette di diversi colori.
L'americano nello sport è fatto così, Michael Jordan è stato l'esempio.
L'americano di Boston (Celtic), di Los Angeles (Lakers), di Philadelphia (76ers) anche il "mormone" dello Huta (Jazz), quando vedeva sul "parquet" il numero "23" (poi tornato con il 45), lo idolatrava, lo spronava, voleva vedere quel pallone arancione infilarsi in quel canestro, una, dieci, venti volte, perchè quella lingua fuori dalla bocca, del giocatore di Basket più forte di ogni tempo, faceva impazzire l'America tutta, perchè in quelle mani non c'era solamente la passione di una fredda Chicago.
Se la Juventus fosse stata una squadra di Baseball, di Football Americano, di Basket o di Hockey, l'America tutta l'avrebbe idolatrata, ne avrebbe fatto un mito, e non avrebbe compiuto, come è successo nel nostro Paese, quella sorta di invidia e ingratitudine verso costoro che avevano realizzato due "Perfect Season", e il numero "10", ogni volta che si sarebbe presentato a tirare una punizione dal limite, probabilmente avrebbe fatto tirare fuori la lingua, per l'ennesima volta, anche al numero "23".