..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 31 maggio 2013

MA DI COSA STIAMO PARLANDO

Con la XVII Legislatura, iniziata con il 62° Governo della Repubblica Italiana, si sarebbe dovuto lavorare per offrire al Paese le vie d'uscita da uno dei periodi più difficili e complicati della storia. I temi non li sto nemmeno a sottolineare, sono oggettivamente sotto gli occhi di tutti.
Deputati e Senatori del MoVimento 5 Stelle hanno sopperito a tutte le lacune legate al proprio leader e ad una comunicazione decisamente frammentaria con proposte di legge e mozioni indirizzate a dare una svolta sulle tematiche fin qui proposte a gran voce da tutti gli schieramenti, quelli a cui viene bene il lavoro di comunicazione e meno bene quello pratico.
L'elenco è lungo e se avessimo una stampa decente e soprattutto libera queste sarebbero state notizie che tutti avrebbero recepito dai mezzi d'informazione. E invece no, meglio parlare di altro, e quando si entra nel merito, come accaduto oggi con lo "stop" (?) ai finanziamenti ai partiti, il non mettere in evidenza il nulla cosmico è prerogativa di chi vuole che le cose rimangano come sono.

giovedì 30 maggio 2013

I VERI PORCI SIETE VOI

La Cassazione il 17 maggio scorso dichiarò incostituzionale la Legge Calderoli. La Suprema Corte chiamò in causa la Consulta sulla legittimità costituzionale del "Porcellum" istituito nel 2005 accogliendo il ricorso di 27 ricorrenti che avevano sollevato dubbi sulla sua costituzionalità.
Le critiche riguardarono in particolar modo il premio di maggioranza al Senato, che posero la questione di illegittimità costituzionale per la mancanza di una soglia minima di seggi e per un meccanismo irrazionale che di fatto contraddice lo scopo che vuole perseguire, ovvero assicurare la governabilità.
Piazza Cavour definì "rilevanti e non manifestamente infondate le questioni di costituzionalità sollevate in giudizio, tutte incidenti sulle modalità di esercizio della sovranità popolare", queste garantite dalla Costituzione attraverso l'articolo 1, 2 e 67.

martedì 28 maggio 2013

LA SCELTA DI NON ANDARE IN EUROPA A RIBALTARE LE SCRIVANIE

Oggi è il giorno del diploma, quello che l'Unione Europea ci consegnerà per aver mantenuto il rapporto Debito/PIL sotto la soglia del 3%. Ma la chiusura della procedura d’infrazione non può e non deve essere vista positivamente, ma state pure tranquilli che c'è chi festeggerà; immagino già i titoli dei quotidiani e le espressioni tronfie dei protagonisti.
Il problema di rimanere agganciati a questa Europa non è uno, ma molteplici, tutti accomunati dalle politiche che si sono adottate nelle sedi della Ue.
Ci ritroviamo in un Unione Europea che di fatto non è mai esistita, perché quando vengono adottate ventisette politiche fiscali diverse di tutto si può parlare tranne che di unione. Ci accomuna la sola moneta, nata anzitempo e pure male. Non s'è compresa (per incompetenza o per malafede) la logica delle logiche: prima si creano politiche fiscali, poi burocratiche e quando tutti gli stati membri si trovano nelle stesse condizioni si adotta la moneta unica. In Italia, 150 anni fa, si fece prima il Paese e poi la Lira.
Se si volesse seriamente dare un senso all'Europa le procedure sarebbero diverse, i punti su cui muoversi altri. La Bce dovrebbe immettere direttamente moneta, senza l'uso criminale del trattato di Lisbona; il deficit (Maastricht) dovrebbe essere alzato ad una percentuale (7/8%) che permetta di pianificare il futuro con investimenti mirati, e senza cappi al collo.