"Hanno scelto per noi i colori del cielo e della notte".E ancora: "100 anni di sfide, di vittorie e di orgoglio". Pausa. "Di tantissimo orgoglio".L'avevo visto pochi giorni fa ospite di Controcampo, e dalla sua reazione tipicamente interista verso chi azzardava un parallelo tra le nove giornate di squalifica prese da Boninsegna nel '67/'68 e la probabile stangata in arrivo per Antonio Cassano, avevo capito subito che aria tirasse nella sua testolina Onesta. Non scherziamo, peggio Cassano. E ti pareva.Durante il breve monologo recitato alla festa Onesta del centenario, il Brindellino (in quanto figlio del "Brindellone quello alto") ha rimarcato nuovamente quanto orgoglio possano e debbano ostentare tutti gli interisti del mondo rispetto ai loro colleghi, tifosi anch'essi ma di colori diversi. Non è una libera interpretazione, la mia, perché il suo sguardo misto di fierezza, sfida e disprezzo era chiaro come il sole. Non per niente Gianfelice Facchetti, di mestiere, fa l'attore.La solita sciacquapallosissima menata dell'Onestà era già stata ribadita dal petroliere ecologista l'altro giorno con l'uscita più comica dell'anno ("La squadra di prestigio di Milano nel mondo è l'Inter, per ciò che ha vinto e per non avere mai avuto problemi con la giustizia").Passi per la giustizia, almeno fino a quando non cesserà di essere emanazione incontrastata e incontrastabile dei suoi desideri o dei suoi capricci, ma per le vittorie ci voleva un bel coraggio a dire una simile vaccata. Davanti al risentimento di Galliani per l'affronto, il petroliere aveva subito fatto una mezza retromarcia (bontà sua, mica per niente è un signore), ma solo ventiquattro ore dopo ha puntualmente rincarato la dose ("Non volevo offendere il Milan, ma non è colpa nostra se l’Inter è diversa dagli altri"). E ti ri-pareva.I colori del cielo e della notte. Non me ne voglia, il Brindellino, ma a me il nero e l'azzurro dell'Inter ricordano più i colori del Viagra e del petrolio. Il Viagra perché anche l'Inter - così come certi pinoli non più disposti a stare in piedi senza l'aiutino farmacologico - è oggi l'emblema di chi fa ciò che gli pare solo grazie al lassismo più totale di chi dovrebbe vigilare sugli sviluppi del nuovo mondo pulito ed Onesto (giustizia sportiva, arbitri, federazione, avversari col sorriso, ecc.): i famosi aiutini, appunto (o aiutoni, come dice il genio della lampada abbronzante Francesco Totti). Anche se non farmacologici.
Per il petrolio, invece, beh... non credo di dovervelo spiegare.
P.S. Prima che squadriglie di "diversi" inorriditi arrivino a censurare le definizioni di Brindellino e Brindellone - come sempre avviene quando si osa parlare male di qualcuno che non c'è più - una precisazione: quando Luciano Moggi definì Brindellone il presidente dell'Inter, costui era vivo e vegeto. Inoltre, per i meno attenti, faccio notare che il termine Brindellone (così come Pennellone, Perticone o cos'altro vi venga in mente) è solo il soprannome che in genere viene riferito alle persone molto alte (di statura).Prima di stracciarci le vesti in fastidiose filippiche sullo sfregio morale postumo di quella definizione (basta anche con questa, di menata), sarebbe interessante poter prendere visione - magari su un bel tabulato TIM - di come viene (e veniva) definito il dg della Juventus nelle conversazioni tra Onesti, per esempio, sia prima quando erano vittime del mondo intero, sia oggi che quel truffatore non può più nuocere.Dei due di picche di Ilaria D'Amico ad Alessandro Moggi, abbiamo ampiamente letto. Dei complimenti di Giraudo alle qualità manageriali non proprio eccelse del figlio di Bettega, abbiamo ampiamente letto. Dei commenti di Giraudo sulla professionalità eccezionale di Capello - mentre con Lippi si finiva sempre col parlare di barche o di figa - abbiamo ampiamente letto.Degli incontri di Facchetti alla sede dell'Inter con l'arbitro Nucini, abbiamo letto pochino. Di Facchetti a far la nanna a casa di Bergamo, abbiamo letto pochino. Di Facchetti che chiamava i designatori al telefono come tutti gli altri, abbiamo letto pochino.Certo ne abbiamo scritto parecchio, ma non è proprio la stessa cosa. Credo che anche questo particolare, come quello del petrolio alla fine del post, non sia così difficile da capire.
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