E’ notizia di ieri, nuova o non nuova, di 19 deferimenti impartiti dalla Federcalcio, dopo un attento esame degli atti della Procura di Napoli.
Attentissimo esame direi, un esame da 30 con lode.
Tra i deferiti per avere intrattenuto rapporti con Luciano Moggi, ci sono Aldo Spinelli e Rino Foschi. Il presidente del Livorno parlò al telefono con Moggi per tesserare come preparatore Giampietro Ventrone, già alla Juve, e deferito anch'egli per lo stesso motivo. Responsabilità oggettiva e deferimento scattati anche per il Livorno. Rino Foschi, ds del Palermo, dovrà rispondere alla Disciplinare dei contatti di mercato con Moggi quando era inibito, e per considerazioni lesive verso dirigenti Coni e Figc. Lo stesso provvedimento è scattato anche per il Palermo. Altri deferiti che dovranno rispondere dei contatti con l'ex dg Juve sono Romano Malavolta, presidente del Teramo e Claudio Mangiavacchi, all'epoca dei fatti socio di minoranza del Siena. Ultimo deferito del capitolo Moggi è Vincenzo Berargino Angeloni, all'epoca consigliere Siena e ora socio della Pescina San Giovenco.
Ne abbiamo parlato e riparlato, discusso e ragionato, sulla legittimità della Costituzione della Repubblica italiana, secondo la quale all’articolo 3 si fa riferimento all’eguaglianza formale di ogni cittadino di questo Paese, e all’articolo 21 in cui si fa riferimento alla libertà di manifestazione del pensiero in ogni sua forma, che sia la parola, lo scritto o qualsiasi altro mezzo di diffusione, compreso il telefono!
Allora ditemi voi a cosa siamo nuovamente di fronte; ad un insulto alla Costituzione? Ad un insulto ai diritti inviolabili di qualunque cittadino?
Io li chiamo strumenti provvidenziali, strumenti che da oramai due anni vengono usati per gettare fango da quel famoso ventilatore contro una sola persona, Luciano Moggi.
Lo scopo di tutto questo è sempre lo stesso, così come i mezzi e di conseguenza l’ipotetico fine; stringere sempre di più il cappio al collo dell’uomo che, secondo alcuni deviati, ha portato il male nel calcio italiano.
Da queste parti, in quasi due anni, abbiamo imparato tante cose, abbiamo avuto la fortuna di rimanere lucidi nei momenti di follia, e di diventare lucidamente folli nei momenti di calma piatta, ma sempre pronti a batterci per la libertà, per una Costituzione nata e indetta per difendere prima di tutto l’uomo, ancor prima della sua professione a prescindere dalla classe sociale dal conto in banca o dalle amicizie e ancora oggi, e chissà per quanto, ci troviamo a scrivere del sopruso del diritto di qualunque cittadino ad esprimere il proprio pensiero, la propria conoscenza.
In queste ore ci stanno implorando un voto, ci stanno chiedendo di fidarsi, ci stanno infarcendo la coscienza con promesse di ogni tipo.
In queste ore vorrei solo vedere schiacciare il tasto “off” del ventilatore, perché questo Paese, ora come non mai ha bisogno di trasparenza, ha bisogno di tirare la cinghia, ha bisogno di appellarsi ai diritti che ogni cittadino, con i doveri che ha, vuole vedersi riconoscere, ha bisogno di sapere verso quale futuro sta andando, ma soprattutto ha la necessità di cancellare, per sempre, ogni forma di potere che devia i propri interessi a seconda delle circostanze che si presentano.
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