Sette mesi, 7 Gran Premi, con l'ultima prodezza firmata Estoril, Gran Premio del Portogallo, settembre 2007. Tanto è toccato aspettare per rivedere Valentino Rossi sul gradino più alto del podio. Ma ne è valsa la pena, per il Dottore e i suoi fans. A Shanghai il pesarese trionfa come ai bei tempi, con autorevolezza e coraggio, e incassa la vittoria numero 89 in carriera, la 63esima in MotoGp, la prima griffata Bridgestone dopo il divorzio dalle Michelin e la scelta della nuova (e personalissima) gommatura. Valentino ha preceduto Pedrosa, La Ducati del campione del mondo Stoner e l'eroico compagno-avversario in casa Yamaha Jorge Lorenzo, quarto malgrado la caviglia fratturata nelle prove di venerdi. Sono stati finora loro quattro a dividersi i quattro gran Premi disputati. Un equilibrio fotografato dalla classifica iridata, guidata ora da Pedrosa (81 punti) seguito da Lorenzo (74) e Rossi (72), mentre il ritardo di Stoner è già significativo (56 i punti dell'australiano). Il 18 maggio si torna in pista in Francia, a le Mans, e chissà se una delle piste più prestigiose del motorismo mondiale servirà a far capire chi sta bluffando e chi invece può puntare davvero al titolo.
La gara - Prova di forza e di nervi, quella che Rossi offre nel duello a distanza (ravvicinata, molto ravvicinata) con la Honda di Pedrosa. L'iberico scatta in testa al via inghiottendo Edwards partito dalla pole, ma Valentino, sotto il cielo nuvoloso di Shanghai, capisce subito che potrebbe essere la giornata giusta per la sua Yamaha, e allora prima si accoda, poi passa Pedrosa durante il quinto giro. Stavolta la scelta (e la qualità) delle gomme è quella giusta (con la posteriore un po' più morbida, visto il calo di 15 gradi di temperatura tra sabato e domenica), e allora Vale si è potuto permettere di alzare il ritmo, guadagnando quei quattro secondi che sono stati la sua dote fin sotto la bandiera a scacchi, proprio davanti a Pedrosa. Terzo Stoner, alla prese con una Ducati potente, ma dalla ciclistica che è un rebus ancora tutto da risolvere. Quarto l'eroico Lorenzo (forse la vera impresa di giornata è la sua…) che passa indifferentemente dalla carrozzina alla moto, e che imbottito di antidolorifici riesce a guidare, cambiare le marce, frenare e dare prova di immenso coraggio, il tutto con una caviglia fratturata. Quinto Melandri, che spazzati gli incubi di questo inizio anno e sembra vedere la luce in fondo al tunnel del suo complesso rapporto con la Ducati. Chiude nono Loris Capirossi, con una Suzuki ancora lontana da un rendimento accettabile. 11esimo Dovizioso, che si defila dopo aver dato battaglia nelle prime tornate, 16esimo Alex De Angelis.
Rossi c'è - Più sobrio nei festeggiamenti (stavolta accosta al muretto dei box e si limita a guardare gli avversari passare il traguardo dopo di lui), ugualmente felice per il successo come ai tempi in cui dominava, Valentino Rossi rilancia la sfida per il titolo: «Sono felice per me e per la squadra, anche perché questo è il primo successo della Yamaha targata Bridgestone. Sono riuscito a guidare come volevo, e sono convinto che potremo fare sempre bene, anche se ora arrivano pista difficili per noi».
Dani non molla - «È stata una gara incredibile - spiega Pedrosa - le gomme andavano sempre peggio ed io sempre più forte! Poi alla fine ho dovuto rinunciare a stare con Valentino per un problema al motore. A questo punto è difficile dire chi possa vincere il titolo, siamo tutti in lotta e nessuno vuole mollare, figurarsi io!».
Casey nei guai - Terzo posto con rimpianti per il campione del mondo australiano della Ducati: «Non sono soddisfatto, non andavo veloce, mi mancavano tre decimi a giro. Sinceramente, speravo di far meglio. Sarà un campionato difficile, abbiamo molto da lavorare per tornare competitivi».
Macio sorride - In casa Ducati però, almeno per una volta, è Melandri a sorridere. «La squadra ha fatto un ottimo lavoro, il team mi sta seguendo molto bene e ora è più facile sentire il motore», spiega il ravennate. «I segnali positivi erano arrivati fin dalle qualifiche. Adesso dobbiamo continuare dritti su questa strada».
Le altre classi - Da applausi la vittoria del 18enne abbruzzese (di Vasto) Andrea Iannone tra le 125, dell'Irpinia Calcestruzzi Team, che sotto la pioggia lotta come un veterano e alla fine precede il francese Di Meglio e il campione dl mondo Talmacsi. Tanti i ritirati, tra cui anche Simone Corsi (a causa di un contatto con Webb) che resta leader della classifica con 9 punti su Olive e Terol. In 250, con pista ancora umida, domina il finlandese Kallio, su km, davanti al compagno di scuderia Aoyama e al riminese Pasini. Quarto Simoncelli. In classifica guida Kallio, con 21 punti di vantaggio su Pasini.
di Cirdan
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