9 MAGGIO 1978
9 MAGGIO 2008
"Li' per li' non gli diedi troppo peso, di segnalazioni come quella in quei giorni ne arrivavano a decine. Ma quando il collega del Tempo mi spiego' che via Caetani, il posto in cui ci sarebbe dovuta essere un'auto imbottita di esplosivo, si trovava tra la sede del Pci e quella della Dc, nella mia testa scatto' un campanello d'allarme. E in un attimo mi trovai in macchina, sulla Nomentana, lanciato a tutta velocita' verso il centro". A trent'anni di distanza dal ritrovamento del cadavere di Aldo Moro nel cofano di una Renault rossa, Franco Alfano, allora responsabile delle news di Gbr, una delle prime tv locali romane, racconta come in uno dei giorni piu' tragici della storia della repubblica maturo' anche un clamoroso scoop mondiale. "La mattina del 9 maggio 1978 - ricorda Alfano - c'era grande attesa in piazza del Gesu' (sede della Democrazia cristiana, ndr) per l'intervento del presidente Fanfani: la speranza era che in qualche potesse ammorbidire la linea della fermezza, sostenuta soprattutto da Dc, Pci e Pri, e creare le premesse per l'avvio di una trattativa con i terroristi. "'Le cose andranno per le lunghe', ci sentimmo spiegare noi cronisti e cosi' io decisi di lasciare sul posto la troupe e di tornare a casa a mettere qualcosa sotto i denti prima di tornare nel pomeriggio. La chiamata di Giorgio Lascarachi (il collega del Tempo, ndr) mi arrivo' che avevo appena messo piede nel mio appartamento. Mi disse di quella chiamata anonima arrivata in questura, e avrei lasciato perdere se, ripeto, non mi fosse venuto in mente di chiedergli 'ma dov'e' questa via?'". Poco piu' tardi, ma molti semafori rossi dopo, Alfano era in via Caetani, un attimo prima che un cordone di finanzieri la chiudesse da tutti e due i lati: "riuscii ad entrare, non mi inseguirono per paura forse che altri riuscissero a dribblare i controlli. Dall'altro lato, feci giusto in tempo a vedere la troupe che avevo chiesto alla mia emittente: l'operatore e il suo assistente furono meno rapidi di me, e rimasero fuori, ma a posteriori si rivelo' una fortuna: riuscirono ad entrare in un portone di una via adiacente e scoprirono con sorpresa pari alla soddisfazione che quel portone portava all'androne dello stabile che invece affacciava sulla via". "Il portiere cerco' di mandarli via, in ogni modo, con loro c'era anche un fotografo free lance, ma alla fine, spiegando che erano di Gbr e che stavano solo facendo il loro lavoro riuscirono ad entrare e a posizionarsi sul terrazzo". L'atmosfera che si respirava intorno alla macchina era "allucinata", "carica di tensione", prosegue Alfano, perche' "prima ancora che gli artificieri dessero il via libera all'apertura del cofano gia' sapevamo che dentro la Renault c'era il cadavere dello statista: alcuni funzionari di polizia avevano 'sbirciato' dal finestrino anteriore e avevano intravisto il corpo sotto la coperta. Io ebbi netta la sensazione che Cossiga, che mi conoscevo bene, si fosse accorto di me, ma che avesse fatto finta di non vedermi: qualche tempo dopo, da presidente della Repubblica, lo confermo' pubblicamente, in una riunione del Consiglio nazionale dell'ordine. 'Avrei dovuto farla arrestare..', disse". "Le immagini del ritrovamento? A Roma in quei giorni c'erano inviati di tante tv - ammette il cronista -, a tutto pensai in quei momenti fuorche' al fatto che quella di Gbr potesse essere una clamorosa esclusiva. Ne ebbi percezione solo piu' tardi, quando, portato via il cadavere di Moro, mi spostai a piazza del Gesu' e mi misi a parlare con Nuccio Fava, del Tg1, che di Moro tra l'altro era amico. 'Sai - gli dissi - mi ha fatto una grandissima impressione, la barba lunga, la testa reclinata su una spalla, ripiegato nel cofano'. 'Perche', l'hai visto?', mi disse incredulo. 'Certo, se e' per questo abbiamo anche le riprese'. Pochi minuti dopo ero al telefono con il direttore del Tg1, Emilio Rossi, che mi domando' se avremmo ceduto le immagini alla Rai e per quale cifra. Io gli risposi che quelle immagini erano a completa disposizione dell'emittente pubblica. Purche', naturalmente, venisse citata la fonte".
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