..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 13 settembre 2008

PREGARE PER ALITALIA

Benedetto XVI ha detto che Alitalia è nelle sue preghiere, e si può capirlo, visto che per andare in Francia usa un aereo di questa compagnia. E’ anche nelle nostre, benché più che al divino ci rivolgiamo al terreno bisogno di non far ulteriormente pagare agli italiani il prezzo della cogestione politica e sindacale, responsabile, da molto tempo, del fallimento. Se i motori bruciassero chiacchiere e protezionismo, quegli aerei volerebbero che è una bellezza, ma dovendoci mettere benzina e dovendo pagare una marea di personale, non ci sono più soldi.
Le trattative con i sindacati non possono che prevedere delle rotture. Quando Air France dichiarò che era indispensabile il loro consenso manifestò sfiducia sia nel nostro sistema-Paese che nel nostro governo, affermando che solo il benestare dei dipendenti poteva consentire il risanamento. La cordata italiana s’è mossa rispettatando il medesimo dogma, anche se il governo ha dovuto dire, per pudore, che si sarebbe andati avanti in ogni caso. La rottura è insita nelle premesse perché delle due l’una: o i sindacati chiedono troppo, e rendono impossibile il salvataggio strutturale, al netto dei debiti; oppure chiedono il ragionevole, ma in questo caso si ritrovano sconfessati da quanti soffiano sul fuoco dei lavoratori arrabbiati, evidentemente incapaci, come molti altri, di comprendere che la realtà è diversa dall’ambiente protetto nel quale sono vissuti. La cogestione è possibile solo mettendone il costo sulle spalle di altri, ed oggi non si può fare, a causa dei vincoli europei e dell’impossibilità d’allargare il deficit.
I lavoratori di Alitalia, del resto, non sono figli di un dio diverso, e non si vede perché per loro gli italiani debbano mettere mano al portafogli, mentre per molti altri neanche s’arriva a pubblicare la notizia. Le condizioni dell’accordo, quindi, non ci sono, e se, per farle resuscitare, si dovesse mettere in conto il passaggio dei lavoratori allo Stato od al parastato (altre aziende a proprietà pubblica), non si farebbe che replicare lo schema di sempre, visibilmente costoso e fallimentare. A questa s’aggiunga la posizione d’istituti bancari che “salvano” Alitalia, ed il principale concorrente, per tutelare i propri crediti, aumentando i conflitti d’interesse. Questo non è mercato, è suk politico.

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