Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legge contenente provvedimenti per la stabilità delle banche e del risparmio. Nel decreto è previsto un fondo da 20 miliardi di euro per sostenere eventuali crisi di istituti di credito. Inoltre, in caso di ricapitalizzazione delle banche, il Tesoro potrà intervenire comprando azioni privilegiate delle banche stesse senza diritto di voto. Infatti il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha sottolineato come il Governo «non ha interesse a entrare nel capitale delle banche, ma se la Banca d'Italia o le banche stesse registreranno una capitalizzazione insufficiente, quel capitale lo metterà lo Stato».
L'ingresso dello Stato - ha detto ancora Tremonti - sarà «sterile ai fini del potere», senza diritto di voto. L'apporto di capitale sarà «tempestivo e neutrale».
Bankitalia, da parte sua, per affrontare la crisi finanziaria ha annunciato, per parola del Governatore Mario Draghi, «una misura che renderà più facile, per le imprese e per le banche, fare dei collaterali, ossia dare delle garanzie a fronte di finanziamenti che la stessa Banca d'Italia farà alle banche».
Nel corso della riunione si è espressa la convinzione che allo stato attuale però non c'è pericolo di crisi per le banche italiane e che l'obiettivo è comunque quello di proteggere e rassicurare i cittadini: il nostro sistema bancario è «sufficientemente patrimonializzato» e «sufficientemente liquido», ha sottolineato Tremonti, specificando anche che il sistema delle banche italiane «garantisce i risparmiatori nel modo più efficiente in Europa». Lo scopo del decreto è di aggiungere «alle garanzie giá presenti la garanzia pubblica, nella convinzione che non serva», ha assicurato il ministro dell'Economia.
«Impediremo che qualsiasi banca fallisca e se c'è dietro lo Stato -dice Tremonti- nessuna banca fallisce». E il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sottolinea come in Italia «nessun risparmiatore rischia». Il premier ha invitato gli italiani a «stare sereni perché da noi ci sono le più forti garanzie» e a quelle «mutualistiche tra le banche» si aggiunge «quella del governo».
Una rassicurazione che è arrivata anche dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi: «Il sistema bancario italiano -ha dichiarato Draghi- è solido. Ma i riflessi della crisi Usa stanno arrivando anche da noi, e in questa situazione dobbiamo preparare le armi, che si spera di non dover usare. Il decreto si fa per prudenza».
«Il decreto -ha aggiunto Draghi- fa parte di una serie di risposte che i governi nazionali hanno dato, stanno dando e continueranno a dare, ma questa risposta si affianca a quella molto forte data da tutte le banche centrali del mondo, con una riduzione coordinata dei tassi d'interesse e poi, oggi nel pomeriggio, dall'annuncio dato dalla Bce di estendere questa linea di credito alle banche in maniera illimitata, continuativa e a scadenze ben più lunghe del passato». «Tutto questo ha molta importanza per le nostre banche - ha sottolineato il governatore - perché una delle difficoltà che stanno incontrando è proprio riuscire a finanziarsi, e finanziare quindi le loro imprese a scadenze medie-lunghe, in maniera più efficace di quanto avvenuto negli ultimi mesi». (f.s.)
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