La giornata era iniziata con i peggiori auspici. Ed è terminata con un sostanziale nulla di fatto. E quindi si prospetta un ulteriore stop delle corse, senza alcuna possibile previsione sulla durata. L’incontro effettuato ieri a Palazzo Chigi con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta non ha certo portato i risultati sperati, anche se va registrato uno spiraglio utile per il futuro. Per ora una speranza, un auspicio, certo non una certezza. Letta ha confermato sostanzialmente che non ci sono soldi, ha dimostrato di aver compreso che c’è un problema serio, che il “maxiemendamento” proposto dal Governo mercoledì e approvato alla Commissione Finanze della Camera ieri sarà probabilmente bloccato per essere riscritto e che verranno creati due “tavoli tecnici”, uno dedicato alle scommesse, l’altro alla ristrutturazione interna al settore. Con la speranza che la proposta di un “tavolo” sia legata alla volontà di predisporre un progetto reale per il futuro e non un escamotage politico per dilatare i tempi. In questa situazione, resa ancor più problematica dall’affermazione dell’Unire relativa a un’ulteriore diminuzione del montepremi di quest’anno dovuta a introiti dalle scommesse inferiori (siamo a circa il 12%) alle previsioni, la prima scelta degli ippici, riuniti fino a tarda sera all’Unire, è stata quella di mantenere il blocco dell’attività e di mettere in atto ulteriori azioni di protesta almeno fino a quando i “tavoli” non siano davvero avviati e quindi vi saranno delle prospettive per il futuro. In pratica la decisione significa: c’è da ristrutturare tutto e tanto vale farlo una volta per tutte, a bocce ferme, altrimenti l’alternativa è un crollo complessivo del settore, testimoniato dalla possibilità di un ulteriore calo, e anche significativo, del montepremi per il 2009. Blocco sostanzialmente confermato, quindi, e situazione tutta da verificare e probabilmente appesa a un filo. Il pugno nello stomaco è stato duro, anzi durissimo e forse per la prima volta dopo tanti anni è emersa la drammaticità della situazione. Anni di decisioni sbagliate, di leggi sbagliate (e ieri poteva essercene un’altra), contraddistinti da atteggiamenti di plauso a questo o a quel Ministro, a turno definiti “nostro”, di rivendicazioni di centralità di componenti del settore, contraddistinti da una profonda crisi di rappresentatività che ha spezzettato fino all’eccesso l’universo delle Categorie, tanto da arrivare ieri a diciotto persone necessarie per un incontro. Anni nei quali l’interesse personale ha prevalso su quello comune, lasciando il settore sostanzialmente allo sbaraglio, schiacciato dai grandi interessi che gli girano intorno. Le ripercussioni di un’eventuale astensione a lungo termine (bisogna innanzitutto vedere quando saranno istituiti i “tavoli” e come saranno composti) saranno certamente pesanti. Allo stop delle corse seguiranno come prima conseguenza probabilmente provvedimenti da parte degli ippodromi (messa in mobilità del personale?), e delle grosse scuderie che potrebbero fermare del tutto l’attività e quindi lasciare a casa il personale con riflessi quindi importanti per l’occupazione. Intanto il Comitato di Crisi, impegnato ieri sera a discutere le strategie per i prossimi giorni, oltre a confermare il blocco ha anche deciso di ritrovarsi martedì per fare il punto della situazione. Da oggi, forse, il quadro e magari anche obiettivi e responsabilità, sono più chiari a tutti e, come ha detto Letta a chiare lettere anche agli uomini delle Finanze e di Aams (e anche a Zaia, che ha sostenuto di voler dare una mano all’ippica, ma anche che il settore deve cambiare), c’è da lavorare per mettere a posto l’ippica.
Marco Trentini
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