..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 5 novembre 2008

THE DAY AFTER

Cadono le barriere razziali e gli elettori abbracciano la chiamata ad un epocale cambiamento, facendo entrare nella storia Barak Obama, primo preseidente degli Stati Uniti di colore: Racial Barrier Falls as Voters Embrace Call for Change.
Con questo titolo il New York Times apre la sua home page nel web, rifacendosi al titolo principale del quotidiano: "Racial Barrier falls in decisive victory".
E' stato uno dei temi principali nella campagna elettorale di Obama, in una nazione che vive ancora troppo da vicino la discriminazione razziale, e su questi temi si sono rifatti tutti i principali mezzi di informazione d'oltre oceano.
La nuova alba di una nazione impegnata da sempre nella lotta per colmare il divario razziale, una nuova direzione da seguire in un momento storico di grandi difficoltà. "A new direction in challenging times, a new dawn in the nation's long struggle to bridge its racial divide".
Con queste parole il Washington Post celebra il nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Nell'editoriale il quotidiano parla di vittoria in ogni Stato del Paese, a dimostrazione che la volontà degli elettori è di offrire al nuovo presidente la possibilità di presentare un nuovo e più responsabile programma economico, piano che nella gestione Bush e nel programma dello sfidante Jhon McCain non ha riscontrato consensi positivi. "But his victories in every region of the country also demonstrate voters' willingness to give the new president a chance to put forward a more responsible economic program than that practiced by Mr. Bush or preached by John McCain".
L'America ha scelto il cambiamento, l'aria nuova, dopo aver subito una crisi economica che difficilmente si potrà dimenticare.
Jhon McCain dopo la sconfitta ha concluso questa lunga notte con parole significative, offrendo collaborazione: "to do all in my power to help him lead us through the many challenges we face" farò quanto in mio potere per offrire ad Obama l'aiuto necessario per affrontare insieme le innumerevoli sfide che ci attendono.
I media americani citano all'unisono il tema razziale. Il Washington Post mette in evidenza di come la scelta sia ricaduta sul migliore dei candidati, e che la decisione degli americani non ha avuto alcuna influenza sul colore della pelle: "When we endorsed Mr. Obama for president, we did not mention race, for the simple reason that race played no role in our decision; Mr. Obama was just the better of two good nominees".
Ma evidenziando di come, in questo momento, il tema razziale sia estremamente rilevante: "But race is hugely relevant to this moment".
La discriminazione razziale e la macchia della schiavitù non può e non deve essere dimenticata, ma questo giorno può segnare una svolta epocale : "The stain of slavery and discrimination can never be obliterated, and no single day can mark a nation's progress into some mythical "post-racial" era".
Bush chiama Obama: mi congratulo - Isolato da ieri dal resto dell'America, il presidente George W. Bush ha telefonato a Barack Obama congratulandosi per la sua ''notte fantastica'' e invitando lui e la sua famiglia a ''fare presto una visita'' alla Casa Bianca. ''Presidente eletto, mi congratulo con lei'', ha detto Bush citato dalla portavoce Dana Perino. Bush ha telefonato anche a John McCain esprimendogli parole di sostegno: ''John, hai fatto del tuo meglio. Sono fiero di te e mi dispiace che tu non ce l'abbia fatta'', ha dichiarato Bush definendo ''favoloso e con molta classe'' il discorso dell'ammissione di sconfitta del senatore dell'Arizona
Nel vecchio continente la parola d'ordine è "Storia".
El Mundo apre la sua home page con il titolo più significativo: "Obama cambia el color de la Historia" Obama cambia il colore della storia, affiancandosi ad una dichiarazione del neo presidente: "El sueño de esta nación está vivo", il sogno di questa nazione è vivo.
Una nazione che ha scelto il cambiamento credendo che il miracolo americano sia ancora perseguibile.
Il quotidiano spagnolo approfondisce le emozioni vissute a Chicago, la città di Obama, definendo Windy City una città in fiamme che ha gridato per tutta la notte "Sì, noi possiamo": "Arde Chicago: 'Yes, we can", dopo l'annuncio della vittoria nello Stato dell'Ohio, ancora una volta decisivo come nel 2004 quando diede la vittoria a Bush.

Anche Le Figaro parla di vittoria storica sia per l'America che per Barack Obama diventando il primo uomo di colore a insediarsi alla Casa Bianca: "Le démocrate Barack Obama a remporté mardi une victoire historique, devenant le premier Noir élu président des Etats-Unis".
Il quotidiano transalpino evidenzia di come l'elezione di ieri sia stata la più seguita e la più votata del secolo. Il 66% degli elettori americani sono andati alle urne Martedì, un record dal 1908 quando fu eletto William Howard Taft : "Environ 66% des électeurs américains se sont rendus aux urnes mardi, un record depuis 1908 et l'élection de William Howard Taft".
Sarkozy si felicita per "vittoria brillante" - Il presidente francese e presidente di turno Ue Nicolas Sarkozy si è congratulato con il senatore democratico Barack Obama per la sua vittoria elettorale. Sarkozy ha fatto a Obama i suoi "più cordiali rallegramenti e quelli del popolo francese" stando a un comunicato diramato dalla presidenza. "La sua brillante vittoria è la ricompensa per la sua opera instancabile per il popolo americano".

In Italia si è vissuta una lunga notte prima della conferma, anche se già dalle prime ore i risultati che arrivavano dagli Stati "nemici" dei Democratici erano a favore di Obama.
Le prime dichiarazioni dell'esecutivo sono giunte dalla voce del premier Silvio Berlusconi: "Consigli gliene posso dare perché sono più anziano, lo farò quando lo abbraccerò di persona - aggiungendo - Sono assolutamente certo che l'amicizia e la collaborazione tra i nostri due Paesi continuerà a crescere e a rafforzarsi"
Dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano è giunto un messaggio con le più calorose felicitazioni per questo storico risultato: "Per noi italiani che ci sentiamo intimamente legati sul piano storico e politico, culturale e umano, al popolo americano e agli Stati Uniti d'America, questo è un grande giorno: traiamo dalla sua vittoria e dallo spirito di unità che l'accompagna nuovi motivi di speranza e di fiducia per la causa della libertà, della pace, di un più sicuro e giusto ordine mondiale"
L'opposizione si prepara ad una festa in onore del neo presidente. L'appuntamento è per questo pomeriggio, dalle 18, a Roma, in piazza del Pantheon. "Il mondo che cambia. Festa per Barack Obama" è il titolo dell'iniziativa alla quale parteciperanno Walter Veltroni e i dirigenti democratici.
Tutti i partiti italiani dalla parte di Obama - Piero Fassino, ministro degli Esteri del governo ombra del Pd, non nasconde l'entusiasmo: ''La vittoria di Obama è in sintonia con le forze progressiste europee''. Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, portavoce del premier Silvio Berlusconi, ci tiene a esprimere ''l'entusiasmo del centrodestra per la vittoria di Obama''. Franco Frattini, ministro degli Esteri, conferma la linea del governo che preferisce esaltare il modello politico degli Stati Uniti piuttosto che esprimersi sul vincente Barack Obama e lo sconfitto John McCain: ''Quel paese è una fucina di democrazia e diritti, il massiccio afflusso alle urne è confortante". E' diverso l'atteggiamento del Pd che accentua le differenze tra il presente di Obama e il passato delle due presidenze di Gorge W. Bush. Per il segretario Walter Veltroni, si è trattato di una ''notte storica che consegna la vittoria della speranza che si contrappone alla paura''. L'ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema polemizza direttamente con Berlusconi: ''La vittoria di Obama è la sconfitta della cultura del nostro premier che appartiene a un'altra epoca e finirà con la presidenza Bush". Francesco Rutelli dichiara ''che nella democrazia americana anche un uomo con la biografia di Obama può diventare l'uomo più potente del mondo''. Dario Franceschini, vice segretario del Pd, parla di ''nuovo inizio politico contro la continuità dei repubblicani''. ''Viva Obama e viva gli Stati Uniti'', dichiara Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. Un plauso per il nuovo inquilino della Casa Bianca arriva pure da Franco Giordano, ex segretario di Rifondazione: ''La netta vittoria di Obama è una splendida notizia che sigla la fine di un lungo e cupo ciclo politico negli Usa, nel mondo e anche qui in Italia. Ora sono finiti davvero sia il liberismo economico sia il reaganismo''.
Il Kenia in festa - Il governo keniota ha proclamato una giornata di festa nazionale in onore della vittoria di Barack Obama. Il Presidente Kibaki ha dichiarato che tutti i suoi connazionali non lavoreranno domani per segnare la storica elezione di Obama alla carica con maggiori poteri al mondo. A Kogelo, città natale del padre di Obama, la gente ha affollato le strade per festeggiare, così come è avvenuto a Nairobi e in altre località del Paese.
Anche i media arabi celebrano Obama - "Eletto Barak Obama presidente degli Stati Uniti, primo presidente di origine africana": sono queste le parole che da diverse ore campeggiano sui monitor delle emittenti satellitari arabe. In particolare, sia la più seguita delle tv all news, Al Jazeera, che la concorrente al Arabiya, hanno posto sullo schermo un banner rosso per ricordare che Obama sarà il primo presidente afro-americano della storia del paese. Un banner con le stesse parole campeggia anche sul sito dell'agenzia di stato siriaia Sana, che non ha ancora trasmesso commenti ufficiali da parte del governo di Damasco. Leggendo invece i giornali arabi, si nota come venga maggiormente sottolineata l'aria di cambiamento che si respira negli Stati Uniti dopo la vittoria del candidato democratico. Titola infatti il giornale al Hayat: "Una nuova americana ricorda i tempi di Kennedy". Diverso invece è il taglio dato dal giornale diretto da Abdel Bari Atwan, al Quds al Arabi, notoriamente vicino alla guerriglia irachena, che titola: "Elezioni americane: la resistenza ha imposto il cambiamento". Più conforme invece alle tv arabe è il giornale al Sharq al Awsat, che ha titolato stamane: "Il sogno si realizza, un presidente nero alla Casa Bianca".
Hamas, deve imparare dagli errori di Bush - Hamas non si unisce al coro di congratulazioni per la vittoria di Obama, che "deve imparare dagli errori di Bush e dal modo in cui il suo predecessore ha agito nei confronti dei musulmani e del mondo arabo". "Incluso, - ha aggiunto il portavoce del movimento islamista, Fawzi Barhum - ciò che Bush ha distrutto in Afghanistan, Iraq, Libano e Palestina". Per Hamas Obama "dovrà riallacciare i legami con il resto del mondo". "Vogliamo - ha concluso Barhum - che Obama sostenga la causa palestinese o almeno che non appoggi l'occupazione israeliana".
Vaticano: grandi attese, dio l'assista - "Dio illumini" Barack Obama nella sua "grandissima responsabilità ": è quanto auspica oggi la Santa Sede nell'esprimere al 44esimo presidente degli Stati Uniti gli "auguri di poter rispondere alle attese e alle speranze che si rivolgono verso di lui", anche per quanto riguarda "il rispetto dei valori umani e spirituali essenziali". "I credenti - ha detto in una dichiarazione il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi -pregano che dio lo illumini e lo assista nella sua grandissima responsabilità".
Barroso: "Con Obama un nuovo patto per mondo nuovo" - Sono "molte le sfide" che attendono Stati Uniti e Unione europea e il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, è pronto a impegnarsi al fianco di Barack Obama. Barroso si è congratulato con il presidente eletto: "questo" ha detto, "è il momento di rinnovare l'impegno tra Usa ed Europa". "Voglio rassicurare il senatore Obama sul sostegno della Commissione europea e mio personale per affrontare insieme le tante sfide che ci attendono. Dobbiamo trasformare la crisi attuale in una nuova opportunità".
Germania, Merkel offre piena cooperazione - Angela Merkel si congratula con Barack Obama e si impegna a una piena cooperazione. "All'inizio del suo mandato, il mondo si trova confrontato a sfide significative. Sono convinta che affronteremo i nuovi pericoli ed i rischi all'insegna di una stretta cooperazione basata sulla fiducia tra Stati Uniti ed Europa e che coglieremo le numerose opportunità che si offrono in questo mondo globale", ha scritto il cancelliere tedesco a Obama.
Festa alle Hawaii e nella Obama giapponese - Grandi festeggiamenti a Obama, la città portuale giapponese che porta il nome del neopresidente degli Stati Uniti. La vittoria di Barack è stata celebrata a ritmo di rock'n'roll e coreografici danzatori di hula hop hanno reso omaggio alle Hawaii, che hanno dato i natali al senatore afroamericano. A Obama, che in giapponese vuol dire 'spiaggetta', l'omonimia con il candidato democratico è stata trasformata in un business turistico da una parte dei 32mila abitanti, con negozi che vendono ogni sorta di souvenir.
Mosca spera in un vento fresco - Il ministero degli Esteri russo spera che "l'elezione di Barack Obama porti un vento di freschezza negli approcci della Casa Bianca alla politica internazionale, anche nei rapporti con Mosca". "Speriamo che questa ventata di freschezza porti a decisioni più costruttive nei confronti delle nuove sfide e in una nuova cooperazione economica, tanto più che molti paesi subiscono adesso una crisi finanziaria per la quale occorre cooperazione", ha detto il viceministro degli esteri Grigori Karasin citato dall'agenzia Itar-Tass.
Iran, è prova del fallimento di Bush - La vittoria del democratico Barak Obama nelle elezioni presidenziali americane "è una prova del fallimento del presidente George W. Bush". Lo ha detto Gholamali Haddad-Adel, ex presidente del Parlamento iraniano e ora importante consigliere della Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei. "Il popolo americano - ha aggiunto Haddad-Adel, citato dall'agenzia ufficiale Irna - deve cambiare politica per poter liberarsi dalla palude in cui l'ha portato il presidente Bush".
Corea del sud si congratula con Obama - Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha inviato un messaggio di congratulazioni a Barack Obama. Nella missiva, riferisce il portavoce presidenziale Lee Dong Kwan, Lee esprime a Obama l'augurio per ulteriori sviluppi delle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Corea del Sud, affermando inoltre di condividere in pieno la forte spinta verso il cambiamento sostenuta dal candidato democratico in campagna elettorale.
Libano, Hezbollah: lo attendiamo all'opera - L'elezione di Barack Obama è accolta con cautela dal movimento sciita libanese Hezbollah che preferisce attendere le dichiarazioni e le azioni del 44esimo presidente Usa. "Obama dovrebbe dimostrarsi più assennato di Bush, ma aspettiamo che dichiari le sue intenzioni e che si metta all'opera", ha detto lo shaykh Ali Dagmush, membro dell'ufficio politico di Hezbollah e responsabile delle relazioni estere del Partito di Dio. "Noi siamo predisposti all'ottimismo, ma sono gli americani che ora ci devono consentire di essere ottimisti", ha affermato Dahmush che ha aggiunto: "fino ad oggi gli Stati Uniti ci hanno abituato a una politica sempre in favore di Israele ora stiamo a vedere".
The day after - Finite le feste e le celebrazioni comincerà per Obama il lavoro vero, quello che tutti gli americani si attendono da lui, quello che in quasi due anni di campagna elettorale ha presentato nel suo programma.
Il 20 gennaio 2009 si insedierà alla Casa Bianca per cambiare la storia, come tanti citano e sperano, una storia sicuramente non facile e piena di grandi difficoltà sia economiche che sociali, sia politiche che ambientali, l'augurio è di rito ma non sarà semplice.
di Cirdan

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