..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 13 dicembre 2008

UNA SQUADRA DI "PESI MASSIMI"

Dalle pagine del Washington Post, Henry A. Kissinger - Segretario di Stato degli Stati Uniti durante le presidenze di Richard Nixon e di Gerald Ford - ha scritto un articolo sulla squadra che accompagnerà il Presidente-eletto Barack Obama nell'amministrazione della 44à presidenza degli Stati Uniti d'America.
L'aggettivo iniziale di Kissinger sul team di Obama - straordinario - indirizzato alla politica di sicurezza, conferma quello che disse l'ex Segretario di Stato ancor prima delle nomine, poi confermate dal prossimo Presidente degli Stati Uniti.
L'apprezzamento non nascosto - nelle pre-nomine - per la probabile scelta di Hillary Clinton, fa il paio con le parole espresse sulle pagine del Washington Post, indirizzate a coloro che, prendendo alla lettera l’espressione “team of rivals”, non colgono l’essenza della relazione tra il Presidente e il Segretario di Stato.
Secondo Kissinger una politica estera efficace e un ruolo significativo dello State Department esige che il Presidente e il Segretario di Stato abbiano una visione comune dell’ordine internazionale, della strategia generale e delle misure tattiche.
Inoltre - afferma Kissinger - eventuali ed inevitabili disaccordi dovrebbero essere risolti privatamente. Anzi, la capacità del Segretario di Stato di mettere sull’avviso il Presidente e di far domande e sollevare dubbi è direttamente proporzionale alla discrezione nel porre quelle domande.
Dopo avere spiegato le sfumature che negli anni hanno attraversato il Dipartimento di Stato: dalle attività quotidiane alle migliaia di rapporti, dalle difficoltà in cui i Segretari di Stato sono sempre stati ostacolati da un sistema di formalità interne complesso alla lentezza dei rapporti passati per le mani di svariati vicesegretari prima di giungere sulla scrivania dello stesso Segretario, l'ex Segretario di Stato ha affermato di come nessuno possa mettere in discussione il potenziale di leadership di Hillary Clinton nel superare i pattern più farraginosi in un negoziato grazie alla sua straordinaria presenza.
La Clinton - ha proseguito Kissinger - dovrà saper fare da guida strategica e riorganizzare il dipartimento in modo che la sua capacità di azione si amalgami con sue le straordinarie attitudini.
Gli elogi sono proseguiti anche per la nomina di James L. Jones, ex capo dei Marine Corps ed ex comandante in campo delle forze armate della Nato, un Consigliere per la Sicurezza nazionale con un ruolo politico fondato su di un'esperienza molto vasta e praticamente unica.
Kissinger è voluto entrare nelle stanze della Casa Bianca spiegando i rapporti che legano il Presidente al Segretario di Stato e al Consigliere per la Sicurezza, spiegando di come il Security Adviser ha fatalmente il vantaggio della vicinanza, avendo il suo ufficio distante poco più di quindici metri da quello del presidente, mentre il Segretario di Stato deve impiegare dieci minuti per arrivarci. E dunque, per norma di principio, il Consigliere per la Sicurezza nazionale lavora quasi esclusivamente su problemi che dovrà occuparsi il Presidente, mentre il Segretario di Stato ha un gran numero d’interlocutori che richiedono la sua attenzione in tutto il mondo. Il Segretario, inoltre, viaggia molto spesso, mentre il Security Adviser è praticamente in ogni momento a disposizione del Presidente.
Sulla conferma di Robert Gates a segretario alla Difesa, Kissinger ribadisce di quanto sia stato importante per due ragioni: a. la garanzia nella continuità; b. la guida verso un’innovazione necessaria.
Kissinger - da realista - non poteva non chiudere citando di come l'America, vista la squadra di Gabinetto nominata, stia superando le proprie divisioni per andare finalmente incontro alle opportunità.
di Cirdan

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