La crisi rischia di spaccare il sistema bancario. E' quello che emerge dopo l'operazione Tremonti bond. "È una misura discriminatoria", è stata l'espressione usata da uno dei banchieri escluso dalla norma che prevede la sottoscrizione, da parte del Tesoro, di speciali titoli perpetui emessi dagli istituti di credito.
La mossa, da parte del Governo, che prevede di riservare l'aiuto pubblico alle sole imprese creditizie quotate, ha scatenato immediatamente l'ira degli istituti minori, propensi a presentare, a Bruxelles, un esposto formale. "La misura è evidentemente selettiva - spiega un esperto del settore vicino al dossier - e come tale è facilmente impugnabile in sede europea".
Nei giorni scorsi Neelie Kroes, commissario Ue alla concorrenza, ha lasciato intendere che boccera tutte le forme illegittime di aiuto statale, facendo rientrare a pieno diritto le misure che escludono alcuni comparti a vantaggio di altri.
Lo scenario attuale è questo: da un lato le big, quasi tutte pronte a dare il via alle emissioni obbligazionarie previste dal decreto anticrisi e a incassare l'iniezione di liquidità del Tesoro, dall'altra, tutto il fronte compatto degli istituti non quotati sui listini di Borsa che vedono nella norma dell'esecutivo una seria minaccia per la concorrenza.
Il "Comitato piccole banche" di palazzo Altieri tiene alta la guardia, pur consapevole che non ha titolo per poter presentare un ricorso per conto di tutti gli istituti di credito non quotati, questi ultimi, perciò, dovranno singolarmente impugnare il decreto legge. Sul tema, ieri, durante una conferenza stampa a via Venti Settembre, ha preferito non pronunciarsi il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, che si è limitato a riferire che "per ora il quadro è quello del decreto legge".
Una partita tutta da giocare senza, al momento, nessuna modifica in vista, e con un'eventuale discriminazione tutta da dimostrare. I banchieri non mollano, e c'è chi sostiene che "l'elemento della quotazione non è una motivazione valida per escludere alcuni istituti di credito", aggiungendo che "se ci sono realtà diverse, in serio pericolo, la strada da percorrere esiste già ed è una sola: il commissariamento da parte della Banca d'Italia".
di Cirdan
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