..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 4 gennaio 2009

VELTRONI NON CRITICA HAMAS...

...E DICE COSE SENSA SENSO, MA MALEVOLE
Walter Veltroni ha scoperto ieri, con il suo abituale ritardo, che il centro dell’attenzione del Pd non deve essere la Commissione di Vigilanza o l’Iva per Sky Tv, temi su cui si è incredibilmente infervorato nelle settimane scorse.
Avesse solo letto i giornali, Veltroni si sarebbe infatti accorto sin dal 20 novembre scorso (in pieno “caso Villari”) che a Gaza stava per scoppiare l’inferno, perché Hamas aveva rotto unilateralmente le trattative di pacificazione con Abu Mazen.
Avrebbe cioè avuto la conferma che Hamas intende continuare la guerra civile palestinese, proprio perché vuole sconfiggere Abu Mazen che intende trattare con Israele. Scoppiata la crisi di Gaza, dopo ben otto giorni e 500 morti, Veltroni deve dunque avere letto finalmente un giornale, ed essersi così accorto che il caso Villari non è esattamente al centro dei problemi del mondo.
Purtroppo, li ha letti male e –come spesso gli accade- ha detto cose prive di senso, ma comunque malevole. Veltroni infatti non si è neanche accorto così che la sua critica durissima alle scelte di Israele, definite “fallimentare strategia di chi riteneva che le crisi non vadano affrontate con le armi della politica bensì con la politica della forza” sono riferite ad una strategia gestita oggi in Israele da Ehud Barak, laburista, riferimento specifico suo e del suo partito in Israele. Non si è neanche accorto che il socialista Ehud Barak applica esattamente la strategia indicata da Barack Obama durante la sua visita a Sderot: “Se in una di queste case dormisse una delle mie figlie, farei di tutto per impedire ad Hamas di bombardarla”, tanto che ieri i due leader democratici del Senato Harry Reid e Dick Durbin, hanno avallato la scelta di guerra di Israele: “Quello che Israele sta facendo è molto importante. Quest’organizzazione terrorista, Hamas, deve essere spinta a farsi da parte”. Altro che tregua!
Sempre se avesse letto i giornali invece di occuparsi di Villari, Veltroni si sarebbe anche accorto che Israele, ha affrontato per 38 giorni la pioggia di 500 razzi sul suo territorio, senza sparare un colpo, scegliendo di dispiegare le armi della politica, cercando di ricostruire, con la mediazione egiziana, la tregua con Hamas, ma che alla fine ha dovuto difendere il suo territorio con la forza. Ma tutto questo non interessa a Veltroni, che peraltro ritiene –allineandosi in pieno con i bruciatori di bandiere israeliane- di non sprecare neanche una parola per criticare la politica omicida di Hamas.
Quello che gli interessa è rimestare nel torbido, captare un po’ di consenso a sinistra e fare demagogia, accusando il governo italiano di non essere riuscito a imporre la tregua a Gaza. Ma che senso ha accusare Frattini di non essere riuscito a imporre la tregua a Gaza? E chi ci può riuscire?
E poi: è ora che la sinistra la smetta di proporre ogni volta che inizia una guerra, che si faccia una tregua. Questa è una posizione etica, non politica, sintomo di mancanza di idee, esattamente quella mancanza di idee che caratterizza una vecchia Europa che in questi giorni sta facendo –con Sarkozy- una figuraccia dietro l’altra, dopo avere lasciato che dello strapotere guerrafondaio di Hamas a Gaza si occupasse solo Israele, senza avere mosso un dito, neanche quando Hamas ha massacrato centinaia di uomini di Abu Mazen nella Striscia, proprio per arrivare allo scenario di oggi. Infine, stia attento Veltroni: questa guerra non finirà il 20 gennaio.
Il 21 gennaio Barack Obama, finalmente, parlerà e deciderà. Allora si vedrà se –su Israele- è più vicino alle posizioni sue o di Berlusconi e Frattini. Scomettiamo che Veltroni anche qui avrà una delusione. L’ennesima.
di Carlo Panella

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