..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 25 febbraio 2009

L'OTTIMISTA OBAMA

Il presidente americano Barack Obama, alle tre del mattino ora italiana, ha parlato in diretta televisiva al Congresso di Washington riunito in seduta comune per la prima volta da quando è stato eletto alla Casa Bianca. Il discorso di Obama, stando alle anticipazioni raccolte dal Foglio, è stata l’occasione per spiegare al paese la sua visione per il futuro, senza ipocrisie sulle difficoltà economiche ancora da affrontare, ma pieno di speranza che il reaganiano “giorno migliore” sia davvero a portata di mano. Obama, insomma, è tornato a pigiare sul tasto del messaggio ottimista, il suo marchio di fabbrica che in queste ultime settimane però aveva messo da parte per sottolineare la gravità della situazione e la necessità di agire in fretta. Ottenuto il sostegno congressuale al piano di stimolo dell’economia da 787 miliardi di dollari (575 di spesa, 212 di tagli fiscali), Obama s’è trovato nell’insolita posizione, per lui, di essere accusato di voler governare diffondendo paura, invece che speranza.
Con il discorso di ieri notte, e con il bilancio fiscale del 2010 che presenterà oggi, Obama ha deciso di ripartire con toni e retorica a lui più consuete, anche perché finora le sue prime mosse non sono state in grado di dare fiducia ai mercati, alle Borse, al paese. Le critiche al suo operato sono bipartisan, arrivano da destra come da sinistra. Politici ed economisti conservatori sostengono che le sue ricette siano di stampo pseudo-socialista e, quel che più conta, dimostrano di essere inefficaci. E’ la tesi, per esempio, del trentasettenne governatore della Louisiana Bobby Jindal, che ieri sera ha parlato in televisione, subito dopo il presidente, proponendo il blocco della spesa pubblica al livello dello scorso anno, nessun aumento fiscale e nessun taglio alle spese militari. I liberal, a cominciare dal premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, spiegano che, al contrario, Obama è troppo timido nell’intervenire e che ha fatto troppe concessioni ai repubblicani nel tentativo di voler essere a tutti costi bipartisan, peraltro riuscendo a convincerne soltanto tre. Obama continua ad avere un grande consenso popolare, tra il 62 e il 68 per cento, ancora molto alto, ma in sostanziale calo rispetto a poco tempo fa. ...continua

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