Non scrivo di quello che è oggi la dirigenza della Juventus. Hanno pensato loro a superare il segno. Mi occupo di quel che dal caso, purtroppo, è derivato circa mercato, risultati e programmazione. Si sono sfidati due fondamentalismi: quello della fede ad ogni costo e quello dello scetticismo senza ragione. C’è chi vuol farsi valere perché fedele ad una maglia e chi pretende dei risultati ignorandone le possibilità. I ragionevoli guardano perplessi, perché situazioni identiche le hanno sempre vissute altre tifoserie.
Domando: quanti bianconeri vorrebbero rivedere una Juventus che fa tremare gli avversari? Risposta esatta, tutti. Abbiamo vissuto la “prepotenza sportiva” di una squadra e di una società che avevano come unico scopo la vittoria, del volere dominare ogni competizione, al portare rispetto all’avversario come forma di etica e di coraggio. Un clima nel quale si respirava la consapevolezza che in ogni caso si era fatto di tutto per superare, sul campo, l’avversario di turno.Oggi tutto questo manca, è indiscutibile. La luce oscura ha superato l’ombra.
Il fondamentalismo andrà avanti. C’è chi proseguirà ad avere fede, sposando le “false” parole della stampa, mentre dall’altra parte c’è chi proseguirà a criticare, ignorando l’evidenza.
Con la mediocrità marciante su se stessa si sono montate parole che sono rimaste tali. La dirigenza ha fallito, perché quando mancano i risultati è di per se un segnale. La proprietà è stantia, perché la questione è nota da anni e se urgenza c’era consisteva nel rendere competitiva una squadra che è sempre stata abituata ad esserla, non nel porvi rimedio con acquisti di secondo piano. Ora l’urgenza è tolta. Fuori dall’Europa, lontani in campionato, e una piccola speranza nella coppa nazionale. Niente palcoscenico, niente spettacolo, si sfollano gli spalti.
In quanto al futuro che ci aspetta, non so in quanti siamo rimasti ad essere speranzosi, realisti tanto quanto delusi, ma quando ce lo mostrarono la storia della “vecchia” Juventus era stata seppellita e la “famiglia” scomparsa per sempre. Vogliamo cancellare ogni traccia della loro influenza in oltre cento anni di storia? Bene, ci sarebbero anche da cancellare decine di titoli, quelli vinti sul campo, che portarono gloria, stima e ammirazione da ogni angolo d’Europa, in ogni parte di mondo.
Ci sarebbe da spiegare a chi oggi dichiara che si faranno sforzi economici per rendere migliore la prossima stagione, che c’era chi, senza iniezione di denari, acquistava in silenzio uomini che sarebbero diventati campioni.
I ragionevoli rimarranno nella loro perplessità, e osservando il presente esclameranno: “Ah, quant’è severa e sadica la storia, con chi la maneggia incautamente”.
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