Chi ha il coraggio di domandare a Dr. Doom Nouriel Roubini se la crisi ha toccato il fondo, se il peggio è passato, deve anche avere il coraggio di ascoltare la risposta che, sintetizzata in due lettere, è prevedibilmente "no". Per il professore di economia della New York University che gode oramai di una indiscussa fama mondiale per aver previsto con ampio anticipo e accurate analisi la crisi che ha messo in ginocchio il mondo, i mercati devono ancora scontare qualche altra cattiva notizia: è dell'opinione - in verità non è il solo - che i rialzi delle Borse di questi ultimi giorni siano un "bear market rally", con nuovi ribassi in arrivo. Tuttavia, in una intensa presentazione tenuta venerdì a Milano in un incontro a porte chiuse organizzato da Calyon Crédit Agricole, Dr. Doom ha concesso un barlume di speranza: "la luce in fondo al tunnel c'è", ha detto, anche se a denti stretti. E ha subito posto una serie di condizioni: purchè i Governi e le Banche centrali dei Paesi maggiormente colpiti dalla peggiore recessione dalla Grande Depressione del ‘29 – Stati Uniti, Unione Europea, Cina e Giappone in primis – "adottino misure anti-crisi molto aggressive di breve periodo". Quel che è stato fatto finora, tra stimoli fiscali e politiche monetarie anche non convenzionali, non basta. La gravità della crisi è tale ("l'economia mondiale rischia di cadere nel baratro della depressione", per dirla come la dice Roubini) da richiedere sforzi maggiori, azioni più tempestive e scelte più coraggiose da parte dei Governi. Ecco in sintesi il Doom-pensiero sulle principali questioni aperte che stanno più a cuore ai mercati, aggiornato al 20 marzo 2009.
Le banche
La "buona notizia" per Dr. Doom è che dopo il fallimento di Lehman Brothers ...continua
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