Sulla gestione sportiva della Juventus si può girare attorno come e quanto pare, ma la sostanza è di immediata evidenza: la società non è in grado di offrire un futuro.
La Juventus dopo essere stata tenuta artificialmente in vita da una proprietà che non l’ha difesa, dopo che sentenze e giudizi ne hanno cancellato la storia, nell’illusione che si potesse tornare competitivi a breve termine, è rimasta orfana della gestione calcistica che dominò in Europa e in Italia per un decennio.
E’ vero che altre gestioni non sono state in grado di offrire sempre un grado di competitività, ma quel che deve preoccuparci (come tifosi, passionari e ragionevoli) non è l’attuale momento, bensì la mancanza in futuro di una proprietà competente, capace di “costruire” una dirigenza vincente. Gli attuali proprietari non hanno difeso né l’azienda né i suoi lavoratori, ma una cogestione rovinosa che ha anteposto gli interessi alla passione di un intero movimento. La giustizia non ha difeso il patrimonio calcistico italiano per eccellenza, tanto per quel che riguarda il club quanto per la nazionale.
La Juventus, insomma, è morta di un male tutto italiano. Giovanni Cobolli Gigli ha dichiarato che “Ranieri costruirà tutto quello che deve costruire attorno a Del Piero” , parlando dell’immediato futuro, evidenziando l’aspetto più drammatico: si può costruire un futuro con un giocatore (il Capitano!) che ha dato oltre 15 anni a questa maglia? Oppure sarebbe più logico costruire un futuro affidandosi a giocatori come Chiellini, Marchisio o Giovinco?
Quindi, se il presidente bianconero afferma che benedice il momento in cui la Juventus acquistò uno come Buffon – allora ventitreenne – dovrebbe anche rendersi conto che fu grazie alla cessione di un campione come Zidane – dopo cinque stagioni in bianconero – che si permise la costruzione di una nuova Juventus; diversa ma ugualmente vincente.
Dovrebbe rendersi conto che quella gestione sportiva risultò vincente perché grazie a competenza e quel pizzico di coraggio, puntò sempre al futuro: Baggio-DelPiero, Vialli/Ravanelli-Inzaghi/Trezeguet.
Grazie a scelte che potevano sembrare un azzardo nacquero le più grandi vittorie del club bianconero, in un’epoca che rimarrà per sempre negli almanacchi del calcio. Se si punterà, oltre ai campioni affermati, anche sul logico ringiovanimento della squadra, ottenendo valide plusvalenze per continuare a sviluppare il settore giovanile, e cercando il giusto inserimento in rosa senza spese folli, allora, e solo allora, si potrà parlare di futuro.
Quelle che leggo oggi sono chiacchiere, di gente che s’affanna a tentare di nascondere, anche a sé, la realtà.
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