Da oramai tre anni c'è una nuova Juventus che s’è specializzata nel sostenere cose indicibili, che suppone siano nella mente di molti tifosi. Se c’è una cosa di cui nessuno, tranne gli "elkaniani", sente il bisogno è di vedere ai posti di comando coloro che non hanno difeso la storia bianconera nell'estate del 2006. Semmai, da allora, s’avverte l’urgenza di vederli vendere e renderli responsabili nei confronti di milioni di appassionati.
Capita che, volendo salvare l'insalvabile, si liberi la fantasia e se ne facciano di ogni tipo, vendendo miele appiccicoso agli appassionati, con scelte strategiche modello "risiko". Prendo in esame un solo punto, quello più recente: l'esonero di Ranieri.
Secondo i pensatoi, le carriere degli allenatori, all'interno della propria società, non andrebbero programmate, com’è in realtà dovrebbe essere, ma sostituite a seconda del momento, ruotando a giorni alterni il nome di chi cambierà le cose, nel momento che qualcuno è ancora alle redini. Una via di mezzo fra la cretinata allo stato puro e l’imitazione dell'allenatore nel pallone.
Abbiamo bisogno di una struttura societaria altamente professionalizzata, e non si può pensare di affidare per tre anni la Juventus ad un signore che poi si accompagna alla porta, per mettere al suo posto un collega che magari uno come Diego non lo vuole. Chi dice di queste cose si divide in due categorie: a. gli incompetenti, ovvero quelli che nonostante abbiano potuto spendere a dismisura, si sono convinti che gli altri vincevano rubando; b. i coerenti, che fecero fuori la storia della Juventus, ed ora vorrebbero che nessuno si cominci a domandare il perché.
Gli stessi sostenevano: i bilanci si faranno alla fine della stagione, ora che ognuno faccia il proprio dovere. Ma se i bilanci si dovevano fare a fine stagione, che senso ha esonerare a distanza di quarant'anni (Luis Carniglia )il secondo allenatore della storia bianconera?
Significa che in questo nuovo calcio, anche in Corso Galileo Ferraris, taluni giungeranno dove altrimenti non sarebbero mai potuti arrivare, con perdita di tempo e denaro. Salvo poi ruotare.
Proposta: ruotino loro, provino l’ebbrezza di passare qualche anno, anche pochi, a distanza, magari lasciando quella società (la nostra passione) in mano a chi, con molta probabilità, oltre ad essere competente, la ama.
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