Un raggio di sole sulla finale, dopo un pomeriggio di pioggia, freddo e ventoso. Un raggio che ha cinto come un’aureola Island Effe, emersa di spunto al termine di una corsa che si è accesa all’approssimarsi dell’ultima curva.
La femmina di Pietro Gubellini ha lanciato lo sprint dalla scia di Oiseau de Feux, si è fatta parte dell’ultima piegata in quarta ruota, senza deflettere, senza perdere di concentrazione nonostante un brivido ai 100 finali, quando la ruota sinistra del suo sulky per un attimo è entrata in contatto con quella del francese. Island non si è scomposta, è passata facile a 50 metri dal traguardo, dando la possibilità a Pietro di gettare la frusta al cielo, tra gli applausi scroscianti.
Una gran bella finale e una gran bella vittoria per questa femmina che già a 3 anni aveva dimostrato possibilità superiori, ma che per una ragione o l’altra non era sinora mai riuscita nell’impresa in grado di attestare le sue straordinarie possibilità atletiche.
Gubellini e Rantanen, a metà settimana, si erano detti molto fiduciosi, la cavalla era apparsa in piena condizione in lavoro e Pietro anche dopo la batteria bella ma non bellissima aveva conservato il sorriso: «Fai che trovo la schiena giusta...».
E la schiena giusta il guidatore milanese l’ha trovata in Oiseau de Feux che è scattato bene dietro le ali dell’autostart, ma non quanto Algiers Hall e Opal Viking, con l’americano capace di difendere la corda sulla svedese che al termine della prima curva non è riuscito a scendere in corda per l’inserimento di Ismos Fp. Anche Oiseau è rimasto di fuori, al largo di Idalgo Jet, così Island si è ritrovata in terza pariglia, in posizione di sparo, come si dice. E lo sparo è puntualmente esploso, forte, ma soprattutto di estrema precisione e ha portato la femmina dell’Allevamento dei Sette (Giuliano Pisati, Bruno Grizzetti e Alessandra Vigliani in team per questa meravigliosa femmina da Lemon Dra) ad emergere al termine di una retta d’arrivo combattuta allo spasimo, lungo la quale si è proiettata l’immagine di almeno quattro vincitori. Sino a metà retta, infatti, Algiers Hall ha dato l’impressione di poter resistere in testa, poi è però passato il coriaceo Opal, a sua volta superato da Oiseaux de Feux, questi passato in tromba da Island Effe, al cui esterno è finito come una bomba Ghibellino. Una retta d’arrivo da infarto, una retta d’arrivo che ha messo in secondo piano il pomeriggio freddo, che ha tenuto lontano il pubblico cui il Lotteria ci ha abituati (7 mila le presenze).
Un pubblico che non ha fatto comunque mancare il tifo, il calore, la passione. Island Effe si è imposta a media di 1.12.6, media che ha risentito dell’andamento tattico sul quale si era incanalata la corsa dopo la fiammata iniziale (27.3 i primi 400) tra Algiers e Opal. La testa del gruppo è poi arrivata a metà percorso in 59.7 e al chilometro in 1.13.8. Poi la bellissima, incerta volata, con gli ultimi 600 metrui misurati sulla testa in 42.6.
Pietro Gubellini non aveva ancora mai vinto il Lotteria e una femmina non lo vinceva dal 1995 (Ina Scot) e infine nessuna femmina indigena l’aveva mai firmato.
L’edizione di quest’anno colma dunque alcune lacune e conferma l’ottimo momento del nostro allevamento, che ha preso anche il secondo con Ghibellino e la consolazione con Gironda As (altra femmina, tra l’altro). Ghibellino ha dato la sua migliore linea, quella di Modena, per intenderci. Ha sprintato dalla schiena di Island e dietro a Island ha concluso. A posizioni invertite il risultato sarebbe stato probabilmente diverso e a favore del maschio.
Ciò comunque non deve rammaricare il team di Ghibellino, un secondo nel Lotteria è risultato di prestigio. Oiseau de Feux è rimasto volutamente fuori dallo strappo iniziale, limitandosi a reperire la migliore posizione possibile senza spendere un’esagerazione. La corsa al francese è venuta bene, l’affondo gli è anche riuscito, ma la sua - a differenza dei rush messi in campo da Island e Ghibellino - non è stata una rasoiata.
A Souloy e a Bazire il tris (dopo Exploit Caf e Gambling Bi) non è riuscito, però non si può dire che Oiseau abbia deluso. Ottimo quarto Opal Viking. Può sembrare strana come affermazione, ma cosa si può imputate ad un cavallo che si sorbisce tutta la corsa allo scoperto, passa a traguardo vicino e poi si ritrova superato da tre avversari?
Idalgo Jet ha corso in modo molto superiore alle attese, quinto, in linea con Opal e davanti ad Algiers Hall, che ha provato a vincere (se avesse voluto piazzarsi Vecchione avrebbe mandato subito via Opal), ma poi è rimasto senza nulla in mano. Jodas Julia e Classic Grand Cru non hanno inciso.
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