..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 1 maggio 2009

THE SHOW MUST GO ON

Si è conclusa con vinti e vincitori, con quelli che non sono rimasti soddisfatti, e con coloro che hanno denunciato che si è passati da una votazione democratica a un atto di forza da parte di alcuni.
La Lega cambia, sia nei volti che nei modi: esce di scena Antonio Matarrese, dopo quasi 30 anni; mentre la serie A costituirà una Lega a se, confinando la serie B in una Lega che farà da supporto della Lega maggiore.
Entra in scena il dott. Maurizio Beretta, che ha ricevuto mandato da diciannove società di serie A, che hanno deliberato di costituire la "Lega calcio serie A".
Tra coloro che hanno scelto questa strada c'è Maurizio Zamparini (presidente del Paermo), che ha dichiarato: "Abbiamo fatto una nuova Lega di A. Se sono soddisfatto? - ha proseguito Zamparini - No, ma era necessario".
Di toni completamente opposti è Stefano Fantinel, presidente della Triestina, : "Non è una bella giornata per la serie B. Si è passati da una votazione democratica a un atto di forza da parte di alcuni della serie A, per arrivare a questa soluzione".


Nell'atto di accusa, il numero uno della Triestina ha aggiunto: "Speriamo che la notte porti consiglio e che ci sia la lungimiranza che invece non c'è stata oggi. La B si deve opporre perchè è stata sempre compatta e speriamo di riuscire a ritrovare quell'unione. Faremo un appello anche a Berlusconi, perchè da uomo di sport cerchi una soluzione a questo problema".
Ma il vero sconfitto di questa giornata è Antonio Matarrese, che ha ribadito quello espresso da Fantinel: "Mi auguro che qualcuno molto sopra di noi impegnato nella gestione dei problemi del Paese dia uno sguardo al nostro calcio", riferendosi al Presidente del Consiglio.
Lo sfogo di Matarrese, in una vicenda che vede la fine di un epoca, prosegue: "Nessuno mi ha esautorato, per ora, e continuerò a lavorare perchè la Lega è una macchina che non si può fermare".
Antonio Matarrese, pugliese di Andria, una parlata che è quasi il marchio, la colonna sonora del calcio anni '80-'90 e 2000. Orgoglioso, affezionatissimo e incollatissimo alle poltrone di qualunque tipo (Presidente del Bari, Deputato dell'ex Democrazia Cristiana e poi Lega Calcio, Federcalcio, persino l'Unire e il condominio bellissimo dalle parti di Piazza Navona dove abitava), si è sempre battuto come un leone per non perderne nemmeno una.
Ma a 69 anni gli hanno detto no, che è ora di cambiare. Che il modello del suo calcio è finito, che tenere serie A e B insieme non è più possibile. Si cambia e addio poltrona della presidenza della Lega più importante, quella che comanda, che stabilisce le regole e soprattutto spartisce i soldi. C'è da giurare però che stia già studiando un piano per non uscire di scena: anche solo un ruolo per esserci, per apparire. Tonino verso l'infinito e oltre. Ed è proprio lui che, parlando in terza persona, lo fa intendere: "Matarrese dal calcio non uscirà mai, finchè non lo chiamerà il Padreterno".
Esce di scena l'uomo dei mondiali di calcio "Italia'90", e dei suoi stadi fatiscenti; l'uomo che sarà ricordato per aver attraversato la fantomima di "calciopoli", colui che, prima di vedersi estromesso, si è indignato per i cori che hanno squalificato il campo della Juventus (successivamente riaperto; ma di questo avremo modo di parlarne), usando la parola "vergogna", lo stesso personaggio che dichiarò: "Lo spettacolo deve continuare, i morti fanno parte del sistema" dopo la morte dell'ispettore Raciti a Catania nel 2007. E già allora tutti chiesero le sue dimissioni, ma lui, più galleggiante di un sughero, resistette alla tempesta.
Vorremmo ricordarlo così, con una frase che quest'oggi ha rilasciato ai microfoni della stampa: "Qualcuno ha interessi che cozzano con quelli di tutta la Lega. Che tristezza, troppi soldi ubriacano"; e se lo dice Tonino.
Ma la metafora della vita vede, nella figura del dirigente sportivo, il padre-padrone che voleva "prendere a calci nel sedere" la nazionale di Bearzot, e che, oggi, a distanza di quasi 30anni, è stato preso a calci dal sedere dallo stesso mondo del pallone. E allora che lo spettacolo continui.

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