Stasera sono stato nuovamente con Vasco, ed è stato "stupendo!" Al tempo stesso insolito, strano: senza il biglietto in tasca, le centinaia di chilometri fatti per raggiungerlo, lo zaino in spalla e le scarpe consumate (il cappello in testa quello sì, come non potrei), ma accanto a mia moglie e ai miei due figli, seduto davanti alla televisone dopo 26 anni di onorati concerti. Vasco, in televisione non è andato quasi mai, e non per saccènza, ma per due semplici motivi:
a. in televisione non avrebbe nulla dire, a lui basta che metti un suo "cd" all'interno di un lettore e ascolti, attraverso musica e parole, quello che ha da dirti; libero di schiacciare lo stop quando vuoi.
b. Vasco lo devi vivere all'interno del catino, respirare gli odori, azzannare l'aria che si respira, fino a bruciarti nelle emozioni, e tutto questo nessun monitor al mondo potrà mai dartelo.
Nel primo caso (del secondo ne parleremo alla fine), anche a Piazza San Giovanni, Vasco a cantato il suo pensiero, condivisibile o meno. Anche questa sera non ha dato lezioni, nè fatto morali, lui riservato com'è. Ha cantato il malcontento di un qualunque italiano, che nel corso degli anni è diventato "vecchio" con Vasco. E non provate a schierarlo di qua o di la, Vasco è qualcosa che non si accosta, ma si ama.
Da Rockstar, diventata ormai padre, ha esortato il vivere quotidiano, le piccole cose di tutti i giorni, lo stare di più fra la gente che ci circonda; boicottando i telegiornali. Inteso, per chi conosce Vasco, alla televisione in generale, strumento che rischia, inevitabilmente, di far perdere di vista quello che succede fuori dalla porta di casa. Non a caso ha cantato "Non appari mai".
Ha seguito un filone, dando un suo senso (quello con cui ha chiuso il concerto) all'occasione che si presentava. Con le note di "C’è chi dice no", ha fatto pensare a quanto, per colpa anche di questa crisi, siano in pericolo alcune delle conquiste sociali che la gente ha raggiunto in questi ultimi decenni: e poi ancora Sally, dove alla fine, forse, era giusto così.
E' stato lui anche in televisione, offrendo uno spettacolo musicale di altissimo livello; e questo il secondo aspetto con cui concludo. Non sono un professionista della musica e nemmeno un addetto ai lavori, ma ho fatto girare vinili e musicassette in quantita industriale, compresi i cd, ed una band che riesce a far suonare le 7 note in quel modo, è qualcosa da godersi, cercando di imprimerselo per sempre nella mente: un grandissimo Stef Burns che sull'assolo di "Stupendo" ha ancora una volta dato il meglio di se.
Spente le luci, inevitabilmente, si ritornerà alla vita di tutti i giorni, chi con un lavoro, chi senza. Ognuno impegnato nel suo quotidiano; dalla popolazione abruzzese colpita dal terremoto, alla casalinga che deve portare i figli a scuola. Con Vasco ho attraversato tutta la mia vita musicale, senza perderne una puntata, perchè ha raccontato il mio quotidiano, il mio primo amore, la mia prima delusione, accompagnandomi anche nel giorno della dipartita di mio padre, non offrendomi un senso a niente, ma spronandomi ad un domani che, comunque, arriverà lo stesso.
a. in televisione non avrebbe nulla dire, a lui basta che metti un suo "cd" all'interno di un lettore e ascolti, attraverso musica e parole, quello che ha da dirti; libero di schiacciare lo stop quando vuoi.
b. Vasco lo devi vivere all'interno del catino, respirare gli odori, azzannare l'aria che si respira, fino a bruciarti nelle emozioni, e tutto questo nessun monitor al mondo potrà mai dartelo.
Nel primo caso (del secondo ne parleremo alla fine), anche a Piazza San Giovanni, Vasco a cantato il suo pensiero, condivisibile o meno. Anche questa sera non ha dato lezioni, nè fatto morali, lui riservato com'è. Ha cantato il malcontento di un qualunque italiano, che nel corso degli anni è diventato "vecchio" con Vasco. E non provate a schierarlo di qua o di la, Vasco è qualcosa che non si accosta, ma si ama.
Da Rockstar, diventata ormai padre, ha esortato il vivere quotidiano, le piccole cose di tutti i giorni, lo stare di più fra la gente che ci circonda; boicottando i telegiornali. Inteso, per chi conosce Vasco, alla televisione in generale, strumento che rischia, inevitabilmente, di far perdere di vista quello che succede fuori dalla porta di casa. Non a caso ha cantato "Non appari mai".
Ha seguito un filone, dando un suo senso (quello con cui ha chiuso il concerto) all'occasione che si presentava. Con le note di "C’è chi dice no", ha fatto pensare a quanto, per colpa anche di questa crisi, siano in pericolo alcune delle conquiste sociali che la gente ha raggiunto in questi ultimi decenni: e poi ancora Sally, dove alla fine, forse, era giusto così.
E' stato lui anche in televisione, offrendo uno spettacolo musicale di altissimo livello; e questo il secondo aspetto con cui concludo. Non sono un professionista della musica e nemmeno un addetto ai lavori, ma ho fatto girare vinili e musicassette in quantita industriale, compresi i cd, ed una band che riesce a far suonare le 7 note in quel modo, è qualcosa da godersi, cercando di imprimerselo per sempre nella mente: un grandissimo Stef Burns che sull'assolo di "Stupendo" ha ancora una volta dato il meglio di se.
Spente le luci, inevitabilmente, si ritornerà alla vita di tutti i giorni, chi con un lavoro, chi senza. Ognuno impegnato nel suo quotidiano; dalla popolazione abruzzese colpita dal terremoto, alla casalinga che deve portare i figli a scuola. Con Vasco ho attraversato tutta la mia vita musicale, senza perderne una puntata, perchè ha raccontato il mio quotidiano, il mio primo amore, la mia prima delusione, accompagnandomi anche nel giorno della dipartita di mio padre, non offrendomi un senso a niente, ma spronandomi ad un domani che, comunque, arriverà lo stesso.
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