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lunedì 15 giugno 2009

COME MARADONA

La vittoria di Barcellona ha dimostrato chi è realmente Valentino Rossi. Successo splendido per un sorpasso all’ultima curva dell’ultimo giro su Jorge Lorenzo che resterà negli annali di questo sport. Di certo per il momento vale la 99° vittoria personale in carriera, per stessa ammissione del Campione del Mondo in carica tra le più importanti.
Come si dice da noi, Mamma mia!“, esclama Valentino. “Penso di poter dire in tutta onestà che questa è stata una delle più belle ma sofferte vittorie della mia carriera. Forse Laguna Seca dello scorso anno è stata più importante, ma questa è stata una grande, grandissima vittoria perchè è arrivata solo all’ultima curva, cosa che da tempo non succedeva“.
Questo successo è maturato per via dello straordinario talento di Valentino, ma anche per il lavoro perfezionistico del team Fiat Yamaha, con il box a lui dedicato che gli ha messo a disposizione una YZR M1 decisamente competitiva a Barcellona, un pò come per Jorge Lorenzo.
Abbiamo fatto un ottimo lavoro per tutto il weekend, la mia M1 e le Bridgestone hanno lavorato molto bene anche se sapevo che Lorenzo era nella mia stessa situazione e che oggi sarebbe stato fortissimo. Ho dovuto dare il 100 % per batterlo oggi, per questa importante vittoria e per i 25 punti che mi portano al comando del campionato“.
Prima di pensare ad Assen, prossimo appuntamento in calendario dove non vince dal 2007, Valentino Rossi ha una dedica speciale per questa 99° vittoria.
Adesso devo riposare perchè questa gara mi ha… provato molto. Voglio comunque ringraziare Jeremy (Burgess, ndr), perchè se non ci fosse stato lui in questi anni non sarei mai arrivato a 99 vittorie“.
Un colpo di genio, di determinazione, di classe, di bravura, di incoscienza, di coraggio e la Lorenzo's Land, la terra di Lorenzo, si è trasformata nella terra di Rossi. «Sorpassare in quel punto (la curva che immette sul rettilineo di arrivo, ndr), all'ultimo giro, è un po' come il gol che fece Maradona ai mondiali dell'86 (quarti di finale, Argentina-Inghilterra, ndr), quando scartò tutti partendo da centrocampo», dice con fierezza il Dottore. Perché sembrava fatta per Lorenzo, capace di ribattere colpo su colpo ai sorpassi di Rossi, fino ad arrivare a poche centinaia di metri dal traguardo in testa, senza più alcuna possibilità, perlomeno teorica, per Valentino di provarci.
E invece «mi ha sorpreso, non pensavo che potesse passare lì», ammette lo sconfitto, che prova a essere felice per un secondo posto comunque straordinario. «Per passare lì - racconta Vale - non basta essere coraggiosi, perché ho infilato la moto a 160 km/h in 35 centimetri di asfalto: ci vuole una buona attitudine alla battaglia corpo a corpo e anche una certa manualità nella guida... Era da un sacco di anni che sognavo un sorpasso in quel punto, dove nel 2007 avevo passato anche Stoner: ma allora non era l'ultimo giro e non vinsi la gara».
Incollati uno all'altro per 25 giri, con un distacco massimo di 0"474 millesimi (Rossi su Lorenzo al 12° passaggio), i due piloti della Yamaha si sono alternati al comando, dando vita a una sfida fantastica, non solo sportiva, ma anche psicologica, perché entrambi sapevano che una vittoria di Lorenzo avrebbe avuto un peso enorme, ben superiore ai 25 punti in palio. È lo stesso Vale a sottolinearlo: «Lorenzo è difficile da battere, perché è intelligente, aggressivo, guida bene e può essere il nuovo Rossi. Ma vincere era troppo importante, altrimenti su sei gare lui ne avrebbe conquistate tre, mentre adesso siamo tutti alla pari (Rossi, Lorenzo e Stoner 106 punti, ndr) ed è come ricominciare da capo. Quando c'è una lotta con un pilota che va tanto forte, può capitare di perdere, ma se succede non ti devi buttare giù. Certo è il massimo conquistare una gara così, con il sorpasso decisivo a 150 metri dal traguardo».Valentino aveva provato a vincere prima, passando all'esterno Jorge alla prima frenata, in un altro sorpasso da sogno.
Chiunque si sarebbe così demoralizzato che avrebbe perso per distacco, ma Lorenzo si è invece caricato di rabbia positiva e all'inizio dell'ultimo giro ha replicato a Rossi nella medesima staccata, resistendo poi al tentativo di Valentino due curve più avanti. Sembrava fatta, sembrava non ci fosse più possibilità di replica, ma lo spagnolo non aveva fatto i conti con Diego Armando Valentino. «Chi sottolineava come dal Portogallo 2006 non si vedesse in MotoGP un sorpasso all'ultimo giro, adesso sarà soddisfatto. Ho dimostrato, per meglio dire, ho confermato che nel corpo a corpo sono una bella bega: i piloti che mi stanno davanti devono sapere che li posso passare da tutte le parti», sottolinea con orgoglio Rossi, sempre più consapevole di aver compiuto qualcosa di straordinario. Come l'anno scorso a Laguna Seca, quando in un altro corpo a corpo incredibile riuscì ad aver ragione di Casey Stoner.
«Quel duello, però, si chiuse con otto giri di anticipo, perché Casey cadde, mentre questo è stato più emozionante perché si è protratto fino alla fine. La vittoria di Laguna Seca, però, fu più importante per il campionato».
Lo è però anche questa, perché se Lorenzo fosse riuscito a trionfare dopo una battaglia simile, si sarebbe ulteriormente caricato, avrebbe acquistato maggiore sicurezza nelle proprie capacità, peraltro straordinarie. «Ho ancora molto da imparare», ha invece dovuto ammettere a denti stretti lo spagnolo, costretto, suo malgrado, a complimentarsi con il compagno di squadra. Perché, al di là della grande rivalità, anche dell'odio, fra i due c'è rispetto: Lorenzo sa di trovarsi di fronte il più grande pilota di tutti i tempi, Rossi di avere a che fare con un avversario tosto, uno che lo metterà sempre più in difficoltà. Siamo solo all'inizio di un confronto straordinario.

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