L’evoluzione rock del signor Rossi un viaggio tra album e mega-show
Gli anni «incendiari» e l’età dei consigli di vita più meditati
Vasco Rossi si appresta, dopo vent’anni, ad affrontare di nuovo il pubblico in spazi chiusi: il suo Europe Indoor Tour comincerà il 6 ottobre a Pesaro e proseguirà in Italia e all’estero nel 2010. La capacità di Vasco di richiamare spettatori sembra tutt’ora illimitata, come illimitata sembra essere la sua voglia di palco. Da oggi il Corriere della Sera propone un nuovo viaggio nella musica, nella poetica, nel pensiero e nei concerti di Vasco. Oltre metà del materiale proposto è visivo (7 dvd, alcuni dei quali doppi), mentre i cd (7) racchiudono sia lo spirito del Vasco provocatorio e incendiario, il «cattivo maestro», sia il Vasco più saggio e «pompiere», più mediatore, che non detta precetti, ma cerca di condividere col pubblico le sue esperienze di vita.
Si comincia con «Canzoni per me» del ’98, di cui passano alla storia soprattutto tre canzoni: «Io no», «Laura» e «Rewind». La prima e l’ultima sono esempi di rabbia rock espressa su fronti diversi: la prima è l’amore che si tramuta in odio, l’ultima è un manifesto erotico costruito già pensando al palco, allo spettacolo, a una scena da melodramma rock diretta e viscerale.
«Buoni o cattivi» è il disco di Vasco Rossi che ha spiazzato i fan storici. Perché è un disco di complessa semplicità, o di semplice complicazione in perfetto stile Vasco Rossi, blindato in un contesto musicale sovraccarico, frastornante, in una fusione totale fra suoni e versi, chitarre e ritmica. Spiccano «Come stai» e soprattutto «Un senso», che Vasco scrisse a caldo, dopo aver letto «Non ti muovere». «Un senso» coglie non solo il dramma del romanzo di Margaret Mazzantini, ma è anche il Vasco che si confronta con i grandi interrogativi dell’esistenza. Leggero nella forma, ma profondo nella sostanza, Vasco cambia le regole: non più noi diversi, noi buoni che combattiamo insieme contro i cattivi conservatori, oppressori, benpensanti, ipocriti. Vasco piuttosto coglie e denuncia la progressiva omologazione comportamentale fra buoni e cattivi. Non più noi ad avere il monopolio delle buone ragioni, ma ciascuno di noi con la sua parte buona e la sua parte cattiva.
«Stupido Hotel» ha nel brano omonimo il suo nucleo disperato-sentimentale. Strettamente collegato con la canzone «Siamo soli» che entra immediatamente nell’immaginario eroico-depresso dei fan di Vasco. «Il mondo che vorrei » è il disco più recente di Vasco. Al primo impatto sembrava sorretto da un pensiero debole, geniale nella forma ma povero nella sostanza. In realtà si è rivelato una miniera di idee fra disincanto e ironia, partendo appunto da «Il mondo che vorrei», fino a «Basta poco », passando per motivi corali come «Vieni qui», «E adesso che tocca a me» fino al sarcasmo di «Colpa del whisky»: lui disposto a qualsiasi menzogna pur di raggiungere lo scopo, lei brava a fingere.
Se «Liberi liberi» è un disco di transizione, di un Vasco che temeva di aver perso l’ironia, la rabbia e la grinta (ma «Vivere senza te» fa ancora tremare gli stadi), «Gli spari sopra» è un fuoco di provocazioni, una sventagliata di mitragliatrice. Non si fanno prigionieri. Da «Vivere» a «Gabri» fino a «Stupendo» (con quel passaggio «Mi viene il vomito è più forte di me») uno sberleffo a 360 gradi senza risparmiare le lolite lanciate da Gianni Boncompagni («Delusa » ) .
«Nessun pericolo per te» contiene la canzone forse più autoreferenziale di Vasco Rossi, nata in pochi minuti, che è «Sally». Sally-Vasco che rivendica il suo diritto all’errore, ricorda la sua espiazione e quella voglia di afferrare al volo ogni palpito dell’esistenza.
Ma Vasco Rossi, oltre che nei dischi, si esprime al massimo nei concerti dal vivo in cui si diverte ogni volta a inventare percorsi, riesumare canzoni minori dimenticate, cercare nella reinvenzione live nuovi sapori e nuove sensazioni per sé e per la platea. Tutti i concerti presentati in dvd sono stati scelti personalmente da Vasco Rossi dopo aver visionato e confrontato decine e decine di registrazioni.
Quando Vasco è sicuro che la ciambella sia riuscita col buco il dvd viene offerto al pubblico. A parte la mutevolezza del Vasco performer, le registrazioni dei concerti live offrono chicche del Vasco delle origini: basti pensare a «Fegato spappolato» nel concerto del 2003 a San Siro, o «Deviazioni» in «Fronte del palco». Insomma un viaggio nel Vasco che, molti anni dopo aver dichiarato: «Io volevo dannarmi l’anima a tutti i costi per qualcosa in cui credevo con tutto me stesso», oggi afferma: «La vera trasgressione è essere normali, farsi una famiglia, crescere i bambini » .
Mario Luzzatto Fegiz
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