..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 19 agosto 2009

L'EVOLUZIONE DEL ROCK




L’evoluzione rock del signor Rossi un viaggio tra album e mega-show
Gli anni «incendiari» e l’età dei consigli di vita più meditati


Vasco Rossi si appresta, dopo vent’anni, ad affrontare di nuovo il pubblico in spazi chiusi: il suo Euro­pe Indoor Tour comincerà il 6 ottobre a Pesaro e proseguirà in Italia e all’este­ro nel 2010. La capacità di Vasco di ri­chiamare spettatori sembra tutt’ora illi­mitata, come illimitata sembra essere la sua voglia di palco. Da oggi il Corrie­re della Sera propone un nuovo viaggio nella musica, nella poetica, nel pensie­ro e nei concerti di Vasco. Oltre metà del materiale proposto è visivo (7 dvd, alcuni dei quali doppi), mentre i cd (7) racchiudono sia lo spirito del Vasco provocatorio e incendiario, il «cattivo maestro», sia il Vasco più saggio e «pompiere», più mediatore, che non detta precetti, ma cerca di condividere col pubblico le sue esperienze di vita.

Si comincia con «Canzoni per me» del ’98, di cui passano alla storia soprat­tutto tre canzoni: «Io no», «Laura» e «Rewind». La prima e l’ultima sono esempi di rabbia rock espressa su fron­ti diversi: la prima è l’amore che si tra­muta in odio, l’ultima è un manifesto erotico costruito già pensando al palco, al­lo spettacolo, a una scena da melodram­ma rock diretta e visce­rale.

«Buoni o cattivi» è il disco di Vasco Rossi che ha spiazzato i fan storici. Perché è un di­sco di complessa sem­plicità, o di semplice complicazione in per­fetto stile Vasco Rossi, blindato in un contesto musicale sovraccarico, frastor­nante, in una fusione totale fra suoni e versi, chitarre e ritmica. Spiccano «Co­me stai» e soprattutto «Un senso», che Vasco scrisse a caldo, dopo aver letto «Non ti muovere». «Un senso» coglie non solo il dramma del romanzo di Margaret Mazzantini, ma è anche il Va­sco che si confronta con i grandi inter­rogativi dell’esistenza. Leggero nella forma, ma profondo nella sostanza, Va­sco cambia le regole: non più noi diver­si, noi buoni che combattiamo insieme contro i cattivi conservatori, oppresso­ri, benpensanti, ipocriti. Vasco piutto­sto coglie e denuncia la progressiva omologazione comportamentale fra buoni e cattivi. Non più noi ad avere il monopolio delle buone ragioni, ma cia­scuno di noi con la sua parte buona e la sua parte cattiva.

«Stupido Hotel» ha nel brano omoni­mo il suo nucleo disperato-sentimenta­le. Strettamente collegato con la canzo­ne «Siamo soli» che entra immediata­mente nell’immaginario eroico-depres­so dei fan di Vasco. «Il mondo che vor­rei » è il disco più recente di Vasco. Al primo impatto sembrava sorretto da un pensiero debole, geniale nella for­ma ma povero nella sostanza. In realtà si è rivelato una miniera di idee fra di­sincanto e ironia, partendo appunto da «Il mondo che vorrei», fino a «Basta po­co », passando per motivi corali come «Vieni qui», «E adesso che tocca a me» fino al sarcasmo di «Colpa del whisky»: lui disposto a qualsiasi men­zogna pur di raggiungere lo scopo, lei brava a fingere.

Se «Liberi liberi» è un disco di transi­zione, di un Vasco che temeva di aver perso l’ironia, la rabbia e la grinta (ma «Vivere senza te» fa ancora tremare gli stadi), «Gli spari sopra» è un fuoco di provocazioni, una sventagliata di mitra­gliatrice. Non si fanno prigionieri. Da «Vivere» a «Gabri» fino a «Stupendo» (con quel passaggio «Mi viene il vomi­to è più forte di me») uno sberleffo a 360 gradi senza risparmiare le lolite lan­ciate da Gianni Boncompagni («Delu­sa » ) .

«Nessun pericolo per te» contiene la canzone forse più autoreferenziale di Vasco Rossi, nata in pochi minuti, che è «Sally». Sally-Vasco che rivendica il suo diritto all’errore, ricorda la sua espiazione e quella voglia di afferrare al volo ogni palpito dell’esistenza.

Ma Vasco Rossi, oltre che nei dischi, si esprime al massimo nei concerti dal vivo in cui si diverte ogni volta a inven­tare percorsi, riesumare canzoni mino­ri dimenticate, cercare nella reinvenzio­ne live nuovi sapori e nuove sensazioni per sé e per la platea. Tutti i concerti presentati in dvd sono stati scelti perso­nalmente da Vasco Rossi dopo aver vi­sionato e confrontato decine e decine di registrazioni.

Quando Vasco è sicuro che la ciam­bella sia riuscita col buco il dvd viene offerto al pubblico. A parte la mutevo­lezza del Vasco performer, le registra­zioni dei concerti live offrono chicche del Vasco delle origini: basti pensare a «Fegato spappolato» nel concerto del 2003 a San Siro, o «Deviazioni» in «Fronte del palco». Insomma un viag­gio nel Vasco che, molti anni dopo aver dichiarato: «Io volevo dannarmi l’ani­ma a tutti i costi per qualcosa in cui cre­devo con tutto me stesso», oggi affer­ma: «La vera trasgressione è essere nor­mali, farsi una famiglia, crescere i bam­bini » .


Mario Luzzatto Fegiz

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