Il reintegro sembrava la strada che poteva portare il "fischietto" Gianluca Paparesta nuovamente in campo, l'ordinanza, emessa dalla III sezione del Tar del Lazio, parlava chiaro: i Giudici Amministrativi hanno giudicato doppiamente illegittimo (nonché illogico) il provvedimento emesso nei confronti di Gianluca Paparesta.
Il ricorso presentato dall'Aia al Consiglio di Stato, invece, è risultato fondato.
"La riammissione dell'arbitro Gianluca Paparesta non è materia del giudice amministrativo". Lo stabilisce una ordinanza del Consiglio di Stato in cui si afferma che "almeno nella sede cautelare, non vi sia giurisdizione del giudice amministrativo che consenta un ordine di riammissione". A renderlo noto è il legale di Paparesta, Gianluigi Pellegrino. "Il Consiglio di stato quindi - spiega l'avvocato - non è entrato nel merito delle ragioni poste a base della dismissione (essere stato Paparesta fermo per un anno) che il Tar ha motivatamente ritenuto illogiche e arbitrarie".
Un colpo durissimo per l'ex arbitro barese, in odore di rientro dopo i test fisici superati brillantemente e prossimo alla convocazione a Coverciano.
"Il giudizio quindi ora prosegue per i danni - prosegue il legale di Paparesta - e spetterà al Tar il pronunciamento su ogni profilo processuale e di merito".
Spetta invece all'Aia (l'Associazione italiana arbitri, ndr) decidere se proseguire nell'effettuazione dei test su Paparesta e procedere d'intesa con l'arbitro, ovvero proseguire nel contenzioso.
Con il mancato reintegro, e dopo aver presentato in precedenza la richiesta formale all’Aia per smarcarsi dalla clausola compromissoria e citare per danni morali e materiali e per abuso d’ufficio chi occupa ed occupava le poltrone più alte all’interno, Gianluca Paparesta si ritrova senza fischietto e con ancora un procedimento in corso che sembra non trovare una sua fine.
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