..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 7 aprile 2010

NON CAMBIA... NULLA!

“Solo i fanatici e le mummie non ondeggiano mai”, diceva il grande Indro Montanelli, intendendo con queste parole che non sottoporre mai le proprie idee a possibili revisioni, sempre ed a prescindere per partito preso, non è un atteggiamento probo.
Immagino che oggi il compianto giornalista e storico toscano ripeterebbe le stesse parole a Marco Travaglio, quel Travaglio che tanti anni fa scrisse anche per lui allora direttore de “il Giornale”, un quotidiano che ai tempi era un tantinello diverso da quello che oggi si trova nelle edicole.
Già, perché la penna oggi principalmente attiva per il Fatto Quotidiano ha in realtà sovente modificato le proprie ispirazioni al servizio del datore di lavoro (prima di schierarsi a sinistra scrisse appunto per Montanelli e prima ancora per tirature di ispirazione cattolica), ma quando si mette un’idea in testa, mica si sogna di modificarla: e questo qualsiasi cosa accada, come ben recita il titolo del suo pezzo su FQ del 4 aprile “Moratti al telefono non cambia nulla”, dove non cambia nulla è naturalmente riferito al tema farsopoli.
L’affermazione è palesemente falsa, e la ragione è semplice: la Juventus ed i suoi dirigenti non sono stati condannati per alterazione di singoli risultati, ma semplicemente perché si è vista nella reiterata serie di contatti telefonici con i designatori arbitrali una sorta di associazione a delinquere, una longa manus sul campionato. Ma l’ipotesi traeva rafforzamento dal fatto che tali contatti fossero esclusività di Moggi e non avvenissero anche tra i designatori stessi e i rappresentanti di altre squadre. Ma se oggi finalmente scopriamo (si fa per dire, noi lo diciamo da tempo!) che tutti mantenevano questi contatti, come diavolo resta in piedi l’accusa a suo tempo formulata?
Travaglio non si cura di questo particolare e insiste su argomenti triti e ritriti, non disdegnando di infilare qua e là qualche vera e propria balla o semplicemente, da par suo, riportando solo una parte dei fatti (quella a sostegno della sua tesi) ed evitando accuratamente di completarla con ciò che non si presta al suo fine.
Così ecco che per Travaglio Moggi “concordava con Bergamo le designazioni arbitrali” delle partite della Juventus e delle sue concorrenti (falsissimo, e tutto ciò con sentenza già passata in giudicato, chieda a Teotino).
Ecco che Moggi “controlla capillarmente uno stuolo di giornalisti sportivi, della carta stampata e della tv” (chi controllasse della carta stampata non è molto chiaro, visto che non si fanno nomi, quanto alle tv abbiamo in questi anni scoperto che in realtà l’informazione sulle tv di stato era talmente juventina da denominare “merde” le foto con i dirigenti juventini, le reti mediaset non pullulano certo di juventini, e al limite l’unico amico di Moggi era il moviolista Baldas per conto del processo di Biscardi, ovvero lo scarto degli scarti dell’audience televisiva…ammazza che potere!).
Ecco che c’è persino un accenno al fatto che “chi sbaglia contro la juventus viene attaccato dai giornalisti moggiani e poi punito dagli organi federali”, dove la penna del FQ resta ambiguamente sospesa da non permettere di comprendere se si stia riferendo ai moviolisti televisivi (ma non mi pare vengano puniti dagli organi federali) oppure agli arbitri. E se fosse quest’ultimo caso, saremmo di fronte ad un’altra colossale balla, come recentemente ricordato nel processo di Napoli: chi sbagliò a favore della Juventus in un match contro la Roma fu fermato per molte partite, mentre Paparesta che penalizzò fortemente la Juventus in un Reggina-Juventus la domenica successiva già arbitrava in serie B, e sette giorni dopo ricalcava i campi di serie A.
Ecco poi che Travaglio trova il coraggio di riproporre nuovamente il discorso Paparesta chiuso negli spogliatoi (che pizza!) ed infine ripropone (tagliata ad arte come nei migliori lavori di taglia e cucito eseguiti dal giornalista in questi anni) la telefonata delle griglie Moggi-Bergamo.
Dal 4 maggio 2006 al 4 aprile 2010: in quasi 4 anni da un suo pezzo su Repubblica (“Sistemiamo la segretaria se no scoppia il bubbone”), il giornalista totem della sinistra non cambia opinione. Di più: non cambia neppure terminologie, denotando una limitata fantasia e arrivando in alcuni punti a scopiazzare pedissequamente sé stesso (si chiederà i diritti per il copyright o è Repubblica che potrebbe richiederlo a Il Fatto Quotidiano?).
Così le stesse locuzioni ad effetto proposte il 4 aprile 2006 su Repubblica le ritroviamo due giorni fa sul Fatto Quotidiano.
Moggi? Nel 2006 era il “mattatore indiscusso”, oggi il “mattatore assoluto”. La situazione è precipitata, viene da pensare: il fatto che fosse indiscusso non era una garanzia, mentre il termine “assoluto” ha una portata insindacabile e non relativa, o sbaglio?
Oggi scrive di “controllo militare sui designatori”, nel 2006 scriveva di “controllo militare sui designatori”. Al plagio! Non avevo capito poi che diavolo volesse intendere “militare” all’epoca, figuriamoci oggi! Ma andiamo avanti, marsch!
“Ci sono i dirigenti delle istituzioni, FIGC e Uefa”, scriveva ai tempi, mentre oggi “ci sono le istituzioni, Figc e Uefa”. Mi sembra giusto: prima c’erano solo i dirigenti, oggi si è trasferita in blocco tutta l’istituzione, con tanto di sedi, libri contabili e codici etici. Io starei attento, prima che Moggi tarocchi i libri contabili, come aveva fatto con la Juve no? Ah già che è stato assolto… va beh, passiamo oltre, forse ci metterà i militari di guardia.
“Ci sono addirittura le riunioni in casa Giraudo” scrive oggi, mentre nel 2006 “c’è addirittura una riunione in casa di Giraudo”. Il rafforzativo per adescare il lettore, “addirittura”, non è cambiato, mentre in 4 anni evidentemente le riunioni si sono moltiplicate: nel 2006 ce n’era una, oggi ci sono le riunioni.
Poiché dal 2006 sono tutti interdetti, qualcuno avvisi Moggi, Giraudo e Bergamo che le loro riunioni sono buone giusto per mangiare il cappone e farci una partitina di strip-poker. Magari con le interpreti che quel gran boss di Lucianone aveva contattato per una partita internazionale del Torino, come avrà fatto Travaglio a dimenticarsene?
Magari se l’è riservato per un’altra volta.
Adesso vado a sfogliare il mio archivio del 2006 per scoprire quale sarà il prossimo attacco di Travaglio. Poi potremo proporre una nuova rubrica come fa la Settimana Enigmistica: “scopri le differenze”.
Salvate il soldato Travaglio! Come, non saprei. Magari con un bel controllo militare o militaresco.
Ma poi Travaglio non aveva avuto una causa con Moggi e Giraudo?
E allora non dovrebbe scrivere su di loro.
In fondo, c’è una sorta di “conflitto di interessi”, no?
Si? No?
Ma sì, mandiamo un controllo militare anche sul conflitto d’interessi. Propongo a capo quel mattatore indiscusso, ma che dico indiscusso, assoluto, di mammasantissima Moggi!

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