..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 28 aprile 2010

SUPPOSIZIONI DI PRIMO GRADO

Il voluminoso documento contenente le motivazioni della condanna a Giraudo (e altri) per associazione a delinquere merita più di una considerazione.

Nel tentativo di giustificare una condanna per certi versi sorprendente, il GUP De Gregorio ha probabilmente calcato troppo la mano, senza andare tanto per il sottile. E così, già a pag.2 cominciano i fuochi artificiali: “(Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, ecc., ndr) si associavano tra loro e con altre persone in corso di identificazione, avendo già nel passato condizionato l’esito di campionati di calcio di Serie A, con particolare riguardo a quello del 1999/2000, che fu sostanzialmente condizionato sino alla penultima giornata (quando si giocò Juventus-Parma, diretto da Massimo DE SANTIS e terminato con il risultato di 1-0, e non riuscendo nell’intento di garantire alla Juventus la vittoria finale, in quanto gli accordi illeciti già stabiliti vennero compromessi dal clamore suscitato provocato dall’arbitraggio apertamente favorevole alla squadra torinese da parte di DE SANTIS (…)”. Occorrono un paio di precisazioni. La parentesi che si apre e non si chiuderà mai più è opera del magistrato e non è un errore di trascrizione. Così come lo strano linguaggio, che prevede l’utilizzo di sinonimi a raffica (“suscitato provocato”), è tutta farina del suo sacco. Ma veniamo al nocciolo della questione. Oggi finalmente lo scopriamo: al bar ci avevano detto tante volte che la Juve rubava anche in passato. Ma ora c’è De Gregorio che certifica la serietà delle accuse! E meno male, vien da dire. Manca solo un particolare non proprio irrilevante, in tutto questo bel castello: le prove. O, in mancanza di meglio, basterebbe qualche misero indizio. E invece, niente, nulla, nisba. Ma cosa volete che sia! A proposito, leggiamo che sono “in corso di identificazione” altri associati a Moggi e Giraudo nella loro potentissima organizzazione. Vogliamo dare noi una mano al magistrato e gli segnaliamo subito il primo sicario, già assoldato nella stagione 1999/2000. Nome: Giove. Cognome: Pluvio. Intervenne dopo la criminosa direzione di De Santis, trasformando il campo di gioco di Perugia in una risaia, così da zittire il “clamore” che la Spectre moggiana aveva suscitato-provocato tra le anime pie del calcio nostrano.

E cosa dire dell’intervento dei nostri eroi nelle “griglie propedeutiche al sorteggio degli arbitri” (pag.4)? Al momento topico di quel campionato, quando si giocò Milan-Juve, la fortissima piovra moggiana non poté disporre di Ibrahimovic (fermato dalla prova tv!) e si ritrovò in griglia Collina, Trefoloni e Paparesta, tutti arbitri esterni all’organizzazione. In confronto a Giraudo e Moggi, Franco e Ciccio erano due geni della truffa!
Viene citato ripetutamente anche Zeman, il quale sarebbe vittima delle macchinazioni di Moggi e Giraudo, dal momento “che aveva reiteratamente denunciato le responsabilità della società juventina in ordine all’uso di sostanze dopanti, raccogliendo dossier per screditarne la reputazione ed ostacolarne la carriera di allenatore” . Il lavoro di De Gregorio è illuminante: al contrario di quanto emerso nel processo intentato ai dirigenti della Juve proprio a causa delle dichiarazioni di Zeman, lui è arrivato ad una sentenza di condanna per doping. Complimenti! E cosa dire del povero boemo, che non trova squadra nonostante i clamorosi successi raccolti in mezzo mondo? C’è da chiedersi perché ancora oggi, nonostante Moggi sia stato letteralmente ghettizzato, il fuoriclasse boemo non riesca ad elemosinare uno straccio di panchina. De Gregorio si è posto l’arduo quesito?
Non serve scorrere troppo testo per sorprendersi nuovamente. Nella stessa pag.4 scopriamo che l’organizzazione si era adoperata “al fine di garantire l’elezione di Franco CARRARO quale presidente della Figc” . I magistrati, a questo proposito, ci dovrebbero spiegare una cosa. Delle due l’una: o Carraro faceva parte dell’associazione, e allora non ci spieghiamo perché non sia stato processato e condannato insieme agli altri, oppure non ne faceva parte, e allora non capiamo che vantaggio ci fosse ad “adoperarsi” per la sua elezione. Un bel mistero! Ma del resto, che questa associazione fosse piena di rimbambiti diventa evidente poco più avanti, quando leggiamo che la stessa si preoccupava “perché venissero sempre tutelati gli arbitri che avevano favorito la Juventus o che comunque erano vicini alla società, perché invece venissero arbitrariamente penalizzati gli arbitri che non avevano favorito la Juventus” . E infatti Gianluca Paparesta, dopo avere inanellato una serie incredibile di errori ai danni del la Juve nella famigerata partita di Reggio Calabria, tornò immediatamente ad arbitrare, mentre Racalbuto, per avere commesso errori pro-Juve contro la Roma, fu fermato per nove turni. Che bella tutela! E a proposito di arbitri, vale la pena di rammentare che al termine della stagione 1999/2000 (quella in cui a detta di De Gregorio la Juve rubò fino alla penultima giornata, giusto in tempo per farsi soffiare lo scudetto dagli onesti laziali…) Pierluigi Collina, dopo i disastri di Perugia, fu inviato “per punizione” ad arbitrare gli Europei, in cui diresse Olanda-Republica Ceca (partita che fece infuriare i cechi, tanto da indurli ad una clamorosa protesta), Inghilterra-Germania e il quarto Francia-Spagna.
Lo spettacolo continua a pag.5, dove arriva il turno di Biscardi e del suo Processo: “attraverso il condizionamento di talune trasmissioni televisive o di singoli giornalisti o commentatori del servizio pubblico radiotelevisivo o di altre emittenti private”, venivano “favoriti gli interessi del sodalizio o comunque di coloro che operano per esso, danneggiando chi invece ne ostacola la realizzazione”. Un’organizzazione coi fiocchi, quella che si preoccupava di influenzare una trasmissione i cui contenuti la Cassazione assimilava a chiacchiere da bar! Nel frattempo, su Rai, Mediaset e Sky, imperversavano Varriale, Galeazzi, Pistocchi, Piccinini, Bergomi e Caressa. Tutta gente spudoratamente anti-juventina. Tutta gente che è ancora lì, intoccabile. Ma probabilmente per De Gregorio la patente a punti di Baldas era più decisiva di tutte le altre trasmissioni messe assieme.
Clamorosa poi è l’accusa di avere tramato affinché “venissero fornite specifiche indicazioni sulla composizione della Nazionale Italiana di Calcio” . Ma De Gregorio ha visto com’è andato l’ultimo Mondiale? Gli rinfreschiamo la memoria: la Nazionale Italiana di Calcio ha alzato la coppa. Prima classificata. Vogliamo dare anche questa “colpa” a Moggi e Giraudo? Questo passo la dice lunga sul distaccamento dalla realtà che si sta verificando in certi ambienti. La razionalità e i fatti non contano più nulla: la Juve metteva in campo giocatori di livello mondiale, eppure la si accusa di avere tramato per superare Chievo, Udinese e Bologna! E così per la Nazionale: par di capire che a Lippi poco importasse il bene degli azzurri. Ma cosa doveva fare, più che vincere il Mondiale? Magari tra quattro anni mettiamo sulla panchina tricolore Zeman. Poi vediamo se saprà fare meglio.
A pag.7, De Gregorio ci racconta che Dattilo ed i suoi assistenti, durante Udinese-Brescia, “compivano atti fraudolenti consistiti, ad opera del Dattilo, nella dolosa ammonizione dei calciatori Pinzi, Muntari e Di Michele e nella dolosa espulsione del calciatore Jankulovski, tutti in forza alla squadra dell’Udinese – successivo avversario della Juventus nella 5° giornata del campionato di calcio 2004/05 – così che il calciatore Jankulovski veniva, conseguentemente, squalificato dal giudice sportivo” . Dà un certo grado di soddisfazione la scoperta che nella redazione di questo documento ci si sia almeno preoccupati di correggere l’errore allucinante riguardo le squalifiche pilotate dei tre ammoniti, da altri commesso a causa delle imprecisioni della Gazzetta. Ma c’è da meravigliarsi che non sia stato del tutto eliminato questo paragrafo. Oppure De Gregorio pretendeva che Jankulovski, dopo avere rifilato un pugno in faccia ad un avversario, non venisse espulso? È frustrante constatare che certi organi di “giustizia” (termine che a questo punto è difficile utilizzare) non si preoccupino di rivedere le proprie posizioni neanche di fronte all’evidenza dei fatti.
A pag.8 scopriamo che Pieri e i suoi assistenti si adoperarono per permettere alla Juve di spuntarla (in casa) contro il temibile Chievo. Per la cronaca, la partita si concluse 3-0, grazie alle reti di Zalayeta, Nedved ed Ibrahimovic. Un solo ammonito tra i giocatori del Chievo e, ovviamente, nessun espulso. Voto della Gazzetta (il vangelo degli inquirenti) all’arbitro: 6,5.
Nella stessa pagina, scopriamo che Bergamo e Pairetto alterarono “la corretta e genuina procedura del sorteggio del direttore di gara” , così da permettere alla Juve di superare il Lecce. Ennesima sorpresa in un documento che certo non rischia di annoiare il lettore, nonostante la lunghezza! Sarà interessante (e lo vedremo più avanti) capire come De Gregorio sia arrivato ad una conclusione del genere, dopo avere assistito a processi nei quali è stata certificata la correttezza di tutti i sorteggi, anche in relazione alla modalità degli stessi, che prevedeva che l’estrazione della seconda palla (quella decisiva) venisse effettuata da un giornalista, scelto di volta in volta dall’ordine dei giornalisti. Ma De Gregorio va per la sua strada. Tant’è vero che riporta, poco più avanti, la vecchia storia di Paparesta chiuso nello spogliatoio da Moggi. E chi se ne frega se ci sono le parole di protagonisti e testimoni a dire il contrario, così come una sentenza di assoluzione ha spiegato l’inesistenza di quell’episodio. Per De Gregorio questo “è un dato pacifico”.
A pag.9, la storia si ripete per Dondarini, assegnato per Juventus-Lazio.
A pag.10, vediamo i dirigenti juventini e i perfidi designatori impegnati ad impedire che due pedine fondamentali come Petruzzi e Nastase del temibile Bologna possano disputare la partita contro la Juve. Ci pensa Pieri, che li ammonisce e, in quanto diffidati, fa sì che scatti per loro la squalifica.
Sempre a pag.10, ci risiamo con l’Udinese. Non paga di quanto accaduto all’andata, anche al ritorno la cupola interveniva, con l’assegnazione fraudolenta di Rodomonti. Resta un solo dubbio: se davvero Bergamo e Pairetto potevano taroccare il sorteggio, perché si limitarono a truccare partite difficili, ma non impossibili, come quelle con Chievo, Udinese e Lazio, e invece dimenticarono di falsare quelle contro Milan, Inter e Roma? Un bel mistero!
Le pagine successive sono invase da un elenco di partite, tra le quali vediamo condannare penalmente un guardalinee per avere sbagliato ad alzare la bandiera su un gol di Shevchenko (e viene da chiedersi cosa potrebbe rischiare, con questo metro di giudizio, quell’assistente che recentemente ha convalidato una rete dell’Inter con 6 giocatori in fuorigioco… ergastolo o fucilazione?) e ritroviamo la mitica Lecce-Parma 3-3, in cui anziché prendersela con i giocatori, come ha fatto il grande accusatore Zeman (anche nella recente deposizione a Napoli), il giudice decide di condannare l’arbitro.
Insomma, viste le premesse, ci sarà molto da dire!

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