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martedì 11 maggio 2010

PARODIE

La Juventus ha chiesto la revoca dello scudetto 2005/06 assegnato a tavolino all'Inter.
Questa è la notizia.
Nelle quattro ore trascorse nella sede di Corso Galileo Ferraris per approvare il bilancio del terzo trimestre, il Consiglio ha deliberato di inviare ai presidenti di Coni e Figc, alla Procura Federale e al Procuratore Federale Capo, un esposto nel quale si richiede la revoca della decisione di assegnare all'Inter lo scudetto della stagione 2005-2006.
“Nell’esposto presentato oggi - rende noto la Juventus con un comunicato ufficiale sul suo sito - si fa esplicito riferimento alle novità emerse nel procedimento penale in corso presso il Tribunale di Napoli, che rivelano l’esistenza di una fitta rete di contatti tra esponenti della società beneficiata dell’assegnazione a tavolino dello scudetto 2005-2006 e tesserati del settore arbitrale. Tali contatti rappresentano, secondo i criteri adottati dalla Procura Federale nel giudizio a carico della Juventus, la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza sanciti dall’articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva. È convinzione della Juventus, pertanto, che venga meno il presupposto della decisione assunta dal Commissario Straordinario della Federcalcio nel 2006: l’inesistenza, cioè, di "comportamenti poco limpidi" addebitabili alla squadra che risultò prima classificata dopo la penalizzazione delle altre”.
Peccato, però, che la Juventus, nell'estate del 2006, fu retrocessa in serie B, gli furono revocati due scudetti (compreso quello del 2004/05 senza che alcuna inchiesta avesse interessato il club bianconero), e la squadra che fece disputare a ben nove elementi la finale del campionato mondiale in Germania fu smembrata. E tutto questo senza che nessuno sia "morto", senza prove, né complici, né arma del delitto.
Oggi la parodia: dopo aver appreso delle nuove (?) intercettazioni, viene chiesto di punire altri con la disassegnazione di uno scudetto che mai hanno vinto e mai gli è appartenuto.
"L'altro giorno mi sono vergognato per quella parodia della giustizia che è la commissione di appello federale: mi ha molto meravigliato che un serio giurista sia sceso così in basso da andare a presiederla. Il che vuol dire che lo pagano bene perché altra giustificazione non l'avrebbe". (Francesco Cossiga)

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